José Leot, un padre di famiglia cattolico e gay
Articolo pubblicato sul sito di Tétu (Francia) il 12 ottobre 2014, libera traduzione di Marco Galvagno
José Leot, padre di famiglia cattolico e gay, presidente dell’associazione Rumos Novos ha organizzato in Algarve (Portogallo) il primo congresso mondiale delle associazioni gay cattoliche che si è concluso mercoledì 8 ottobre a Portimao.
Sposato precedentemente, padre di 3 figli, José Leote ha 50 anni ed è in coppia con Ricardo Felipe. E’ cattolico e, nonostante gli sguardi cattivi di alcuni fedeli, non ha mai abbandonato la fede, né la chiesa.
Insegnante di portoghese e francese ha organizzato il primo congresso mondiale delle associazioni omosessuali cattoliche che s’ è svolto a Portimao, nell’Algarve.
Durante questo incontro che è avvenuto in un ostello della gioventù, una quindicina di persone delegate per lo più di associazioni gay cristiane spagnole e statunitensi hanno definito le grandi linee d’una lettera che è stata inviata al papa.
José vive da otto anni una seconda vita con Ricardo Felipe, un cuoco che ha 25 anni meno di lui. Noi siamo una coppia classica, andiamo anche a messa insieme la domenica. Essere gay e credente non mi ha mai creato problemi di coscienza, però ho dovuto sopportare gli sguardi cattivi e i pregiudizi altrui.
Ero lettore della parola e animavo un gruppo giovanile quando ho dichiarato pubblicamente di essere omosessuale e mi hanno invitato a farmi da parte. Ora Presidente dell’associazione Rumos Novos (Voci nuove) si batte perché gli omosessuali trovino un posto nella chiesa.
José Leote sperava di portare il dibattito portoghese anche al sinodo sulla famiglia conclusosi a Roma il 19 ottobre scorso. Una domanda sorge legittima ma si può parlare di congresso mondiale dei gay cattolici con solo 15 partecipanti? L’organizzatore, però ha la risposta pronta: “Inizialmente Gesù aveva solo due discepoli.”
Il suo impegno nell’associazione Romos Novos nasce da un’idea: “Cambiare la mentalità dei fedeli eterosessuali, normalizzarla”. Vogliamo un posto nella chiesa, ma non un’accoglienza speciale, vogliamo essere accolti come qualsiasi persona a prescindere dal suo orientamento sessuale.
Coppia modello
Ha sempre saputo di essere omosessuale, tuttavia si è sposato a 20 anni, “ero giovane e a quell’epoca si diceva che l’omosessualità era una fase transitoria. Mi aspettavo che passasse con il matrimonio, ma non è stato così”. La famiglia non è un tabù per questo padre di due figlie di 24 e 28 anni e di un figlio di 30 anni. “I miei figli accettano bene Ricardo (ndr Il mio compagno), mia madre invece ha fatto molta più fatica, ma ormai si è abituata”.
Oggi mostra la propria coppia come una coppia modello. “Siamo una coppia fedele e ci amiamo quindi corrispondiamo agli ideali della chiesa molto più di certe coppie eterosessuali”.
Pur essendo a pronto a criticare lo sguardo della chiesa e di alcuni suoi fedeli nei confronti dei gay, José ha recentemente notato dei cambiamenti positivi: “i partecipanti al congresso assistevano a una messa a Portimao, quando ho spiegato al parroco che avremmo partecipato alla messa e chi eravamo, mi ha risposto con naturalezza che tutti i cristiani erano benvenuti all’eucarestia e che quando celebrava una messa non andava certo a chiedere alle singole persone quale fosse il loro orientamento sessuale”.
Il vescovo dell’Algarve Manuel Quintas ha anche lui accolto in maniera favorevole il congresso, pur scusandosi di non poter partecipare a causa di altri impegni. “Mi aspettavo una risposta negativa all’invito o ancor peggio che venisse volutamente ignorato, invece sono rimasto piacevolmente sorpreso”, afferma José Leote.
Testo origanale: José Leote: catholique, père de famille et homosexuel