Julien e Bruno. Una coppia gay in cerca del suo posto nella Chiesa cattolica
Articolo di Gauthier Vaillant pubblicato sul sito del settimanale cattolico La Croix* (Francia) il 19 ottobre 2015, liberamente tradotto da Dino
Julien et Bruno sono cattolici, omosessuali e sposati (ndr in Francia le coppie gay possono farlo). Ma sono loro stessi ad affermarlo che “si aggrappano alla Chiesa”. In coppia da quindici anni, sposati da quest’estate, Julien e Bruno hanno sempre avuto la fede. Il primo è “nato cattolico in una famiglia cattolica”. Il secondo è stato scout e ha fatto parte dell’Aumônerie**.Bruno va a messa meno regolarmente rispetto a Julien. Ma questi parigini di 35 e 38 anni, entrambi ingegneri, considerano la Chiesa come “la loro famiglia”. Una famiglia in cui stanno ancora cercando il loro posto. Del resto, essi stessi si collocano “nella periferia”, secondo l’ormai consacrata formula di papa Francesco.
“A livello individuale siamo pienamente membri della Chiesa” considera Julien, che ha fatto parte nella sua parrocchia del gruppo di lavoro sul Sinodo. “Ma in quanto coppia non rientriamo in nessuna categoria”, conclude Bruno.
Tre anni fa hanno creato un gruppo insieme ad altre coppie cattoliche dello stesso sesso. “Volevamo un posto nella Chiesa in cui parlare serenamente della nostra coppia”, spiega Julien. In precedenza avevano cercato di integrarsi in circoli più classici, gruppi parrocchiali, percorsi Alpha (associazione che si propone di far scoprire la fede cattolica tramite incontri conviviali, ndr).
Ogni volta, riferiscono i due uomini, sono stati messi alla porta. “Qualcuno ha rifiutato in modo offensivo, altri ci hanno detto che gli sarebbe piaciuto accettarci ma che non volevano provocare turbamenti”, ricorda Julien. “Comprendo le loro ragioni, io stesso al loro posto non avrei saputo fare altrimenti” aggiunge.
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Dibattito sul “matrimonio per tutti”
Insieme ad altre quattro coppie, Julien e Bruno si ritrovano regolarmente per fare delle riflessioni sulla fecondità della coppia, in altre dimensioni oltre all’aspetto procreativo. Nato nel periodo di discussione sul “matrimonio gay” (ndr in Francia), il gruppo ha avuto per i suoi membri anche la funzione di camera di decompressione.
“Siamo in tanti ad aver sofferto in quel periodo”, lamenta Julien. Secondo lui, molti cattolici omosessuali in quel periodo hanno abbandonato la Chiesa. “Quelle discussioni hanno risvegliato in alcune coppie tranquille, delle vere opposizioni verso la Chiesa”, aggiunge Bruno.
Loro due hanno deciso di perdonare. “Noi facciamo davvero un’esperienza molto intensa del perdono quando ascoltiamo delle frasi inopportune” sottolinea Julien. “Ci costringiamo a dire: Non sa di cosa parla, Non volevano essere cattivi…”. Questo è uno sforzo continuo a cui sono sottoposte molte coppie omosessuali. Ma per loro due non è così. Perchè la comunità, parrocchiale o ecclesiale, per loro è essenziale per vivere la fede, e anche perchè constatano delle evoluzioni positive in questo campo.
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Trovare un posto nella Chiesa
Al raduno annuale del movimento ‘Réflexion et Partage’, che riunisce i fedeli omosessuali, si rallegrano di vedere “dei vescovi che nominano degli interlocutori dedicati, dei centri di ascolto, che vengono organizzati dei pellegrinaggi…” (ndr per le persone omosessuali). Rimane la dottrina che Julien e Bruno non accettano. “Molti vescovi e teologi non arrivano nemmeno a parlare di ‘coppia omosessuale’. Parlano di ‘paio’ o di ‘duo’…” deplora Bruno. Mentre “la fedeltà, l’indissolubuilità sono chiaramente dei pilastri del nostro matrimonio, anche se esso è soltanto civile” rimarca Julien.
Tra ribellione e serena accettazione, Juilen e Bruno hanno la sensazione “di procedere in una zona grigia”, non hanno ancora trovato il loro posto nella loro Chiesa. Il primo si aspetta prima di tutto un cambiamento del discorso ufficiale, in particolare dell’espressione ‘intrinsecamente disordinato’ usato (dal catechismo) per definire l’atto omosessuale. Per il secondo l’urgenza è rappresentata soprattutto da una migliore accoglienza.
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* In occasione del Sinodo sulla famiglia (4-25 di ottobre 2015) il settimanale cattolico francese La Croix ha voluto realizzare un Dossier che raccontasse le tante famiglie cattoliche di oggi, tra cui famiglie di divorziati, risposati, single, famiglie gay. Scrive la redazione del giornale “Le famiglie non seguono più un unico modello” perciò i “Padri sinodali devono tener conto dei cambiamento dei modelli familiari e di come la Chiesa deve risponde”. La Croix ha voluto raccontare queste famiglie cattoliche in Francia e nel mondo perchè “esse dimostrano il loro impegno fecondo nella società e nella Chiesa”.
** L’Aumônerie in Francia è un gruppo laicale inserito nella pastorale della salute delle diocesi e delle parrocchie, composto da pastori e laici mandati in missione verso i malati, per accoglierli, sostenerli ed aiutarli a vivere una vita di fede.
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Testo originale: Julien et Bruno cherchent encore leur place dans l’Eglise