Julien Green, uno scrittore cattolico nel secolo gay
Riflessioni di Valerio Merlo*, parte prima
Di origini americane, ma nato a Parigi dove ha trascorso la maggior parte della sua vita, Julien Green (1900-1998) è stato ed è tuttora considerato uno dei più grandi scrittori francesi del Novecento. La sua lunga carriera di romanziere è stata premiata con la nomina ad Accademico di Francia e con la pubblicazione dell’ opera omnia nella Bibliothèque de la Pléiade (onore che raramente viene concesso, come è avvenuto nel suo caso, a scrittori ancora viventi).
Puntualmente tradotti in italiano immediatamente dopo la loro uscita in Francia, tutti i più significativi romanzi greeniani (Adriana Mesurat, Leviatan, Il Visionario, ecc.) hanno sempre ottenuto un grande successo di lettori e di critica anche in Italia. Dove, grazie alla sua fama di scrittore cattolico, Green ha avuto occasione di entrare in contatto e di stringere legami di amicizia con illustri esponenti e personalità del mondo cattolico (come Giovanni Papini, Diego Fabbri, e altri).
Ultimamente, quando sembrava che stesse per affievolirsi l’interesse per l’opera dello scrittore franco-americano, i riflettori si sono riaccesi attorno alla figura di Julien Green in seguito alla pubblicazione in versione integrale del suo Journal, comprendente anche le pagine che, in occasione delle precedenti edizioni, l’autore aveva deciso di omettere in quanto giudicate “scabrose” e che erano quindi rimaste finora inedite.
Si tratta di centinaia di pagine nelle quali lo scrittore parla della propria vita sentimentale e sessuale, dove non solo viene confermata la sua inclinazione omosessuale, ma vengono raccontate con dovizia di particolari le sue esperienze erotiche.
Green non ha mai nascosto di essere omosessuale. I quattro volumi autobiografici in cui ha raccontato la propria giovinezza contengono numerose allusioni alla sua omosessualità. E nel corso della sua carriera di scrittore non ha rinunciato a scrivere romanzi a tematica omosessuale, chiaramente ispirati alle proprie esperienze al riguardo. Se si pensa che il suo primo romanzo omosessuale (L’Autre sommmeil, non tradotto in italiano) è uscito nel 1930, si deve concludere che lo scrittore cattolico è stato un pioniere della letteratura omosessuale novecentesca.
Il fatto è che, dopo il ritorno alla fede e alla pratica religiosa, Green ha iniziato a svolgere una attiva presenza in seno al mondo cattolico francese, diventando una specie di maestro spirituale per religiosi e laici, credenti e non. La pubblicazione di quelle pagine finora inedite, le quali rivelano che lo scrittore ha vissuto lunghi periodi della sua vita dedito al libertinaggio omosessuale, praticando il sesso occasionale e promiscuo, ha suscitato non poche perplessità e qualche reazione scandalizzata.
Ma ci sono altri modi, diversi da quello morboso-scandalistico, di leggere il diario intimo di Green, come viene suggerito nel saggio Julien Green, scrittore cattolico nel secolo gay. Omosessualità e vita cristiana nel Journal Intégral 1919-1950, di recente pubblicazione presso l’editore Tangram-edizioni scientifiche di Trento. Nelle pagine inedite del Journal Intégral greeniano si può cercare una ricca e originale documentazione storica sulle condizioni di vita degli omosessuali in Europa tra le due guerre e nel primo decennio postbellico. Ma soprattutto esse costituiscono la preziosa testimonianza del percorso spirituale compiuto da un uomo che, nella sua condizione di credente omosessuale, ha vissuto in modo particolarmente acuto il conflitto tra aspirazioni religiose e pulsioni sessuali.
* Valerio Merlo, nato nel 1947, laureato in sociologia, vive a Roma. Tra le pubblicazioni più recenti: In cerca di salvezza. Wittgenstein e la religione (Lindau), Santi, eroi e brava gente.Sociologia della devianza virtuosa (Castelvecchi), La sociologia integrale di Pitirim A. Sorokin (Armando) e il volume Julien Green, scrittore cattolico nel secolo gay Omosessualità e vita cristiana nel “Journal Intégral” (1919-1950).