Julien Green uno scrittore omosessuale in cerca di Dio
Riflessioni di Valerio Merlo*, parte terza
Una sorpresa che emerge dalle lettura delle pagine inedite del Journal di Julien Green è rappresentata dalle severe critiche che, già nella seconda metà degli anni Quaranta, Green rivolge all’atteggiamento della Chiesa riguardo all’omosessualità. Lo scrittore non può fare a meno di notare e criticare aspramente l’indifferenza e la sufficienza che gli ecclesiastici da lui interpellati manifestano nei confronti della sofferenza del credente omosessuale, costretto a reprimere la propria sessualità o a vivere nell’ipocrisia.
Vorrebbe che la Chiesa fosse disposta, se non a modificare la sua dottrina morale, almeno a considerare l’omosessuale alla guisa di tutti gli altri peccatori e non «un reietto» da tenere lontano. Si chiede: se nei Vangeli Cristo non ha pronunciato una parola in proposito, perché la Chiesa condanna, aggiungendo alla censura civile dell’omosessualità una ancora più odiosa censura religiosa?
Green non nutre molte illusioni circa la possibilità che la Chiesa dei suoi tempi possa rettificare la sua posizione. Ma è anche convinto che la condanna dell’omosessualità sia rivelatrice del residuo di manicheismo di cui la Chiesa cattolica non si è ancora liberata e che la spinge a disprezzare il corpo e demonizzare il piacere sessuale. Ad ogni modo, egli non intende rinunciare a far sentire il suo grido di dolore nella speranza che prima o poi diventi possibile «rovesciare il falso cristianesimo, il quale, anziché indicare nella mancanza di carità il vero peccato grave, si ostina a perseguire il peccato carnale, mortificando e maledicendo il corpo umano».
Difficile negare l’attualità della testimonianza greeniana, che merita certamente di essere conosciuta e divulgata nel momento in cui, in seno alla Chiesa cattolica, con l’avallo e sotto lo stimolo di papa Francesco, comincia ad essere ascoltato il grido di dolore di Green. Se la figura dell’ «omosessuale in cerca di Dio» evocata da papa Francesco esiste veramente, e non vi è motivo di dubitarlo, Julien Green ne è stato un prototipo quando una simile condizione richiedeva molto coraggio e comportava gravi sofferenze.
Va precisato che la pubblicazione integrale del diario greeniano, è avvenuta in ossequio alla volontà dell’autore, che si è premurato di custodirne i manoscritti proprio in vista della loro pubblicazione integrale dopo la morte. Disponendo che, dopo la sua morte, fosse rivelata la «verità utile e istruttiva» contenuta nel suo diario, dove è raccontata la sua esperienza di omosessuale che voleva «andare a Dio senza mentire agli uomini», Green ha compiuto una scelta coraggiosa, che ci autorizza ad annoverarlo tra i protagonisti cristiani del secolo gay.
Quando il movimento per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali stava compiendo i primi passi, Green rivendicava per il cattolico omosessuale il diritto ad avere una vita cristiana senza rinunciare alla vita naturale.
* Valerio Merlo, nato nel 1947, laureato in sociologia, vive a Roma. Tra le pubblicazioni più recenti: In cerca di salvezza. Wittgenstein e la religione (Lindau), Santi, eroi e brava gente.Sociologia della devianza virtuosa (Castelvecchi), La sociologia integrale di Pitirim A. Sorokin (Armando) e il volume Julien Green, scrittore cattolico nel secolo gay Omosessualità e vita cristiana nel “Journal Intégral” (1919-1950).