L’ambiente incide sull’aspettativa di vita delle persone LGBT
Articolo di Florian Bardou tratto dal sito Yagg. (Francia), del 20 febbraio 2014, liberamente tradotto da Marco Galvagno
Secondo uno studio americano la durata della vita media dei gay che vivono in un ambiente omofobico sarebbe di dodici anni inferiore a quelli che vivono in un ambiente tollerante. L’omofobia uccide: conosciamo tutti e tutte lo slogan lanciato da SOS Omofobia in Francia.
Ora, uno studio della Columbia University di New York conferma questa realtà. Pubblicato nel volume 103 del febbraio 2014 della rivista Social Science and Medicine, l’articolo precisa che un ambiente omofobico aumenterebbe il rischio di mortalità di persone lesbiche gay e trans, vari.
L’aspettativa di vita di queste persone sarebbe di dodici anni in meno in confronto a quella delle persone gay che vivono in un ambiente aperto, spiega il dottor Mark Hatzenbreker, assistente di scienze sociomediche e ricercatore alla Columbia University.
I nostri risultati mostrano che le minoranze sessuali che vivono in comunità con un alto tasso di pregiudizi muoiono prima delle minoranze sessuali che vivono in comunità con pochi pregiudizi. Questi fattori sono indipendenti dai fattori di rischio di mortalità e da altri parametri come il reddito, il livello di istruzione, l’appartenenza etnica e il livello medio di istruzione.
Condotta negli Stati Uniti a partire dai dati sull’orientamento sessuale e sulla diffusione dei pregiudizi antigay, la ricerca fa parte di uno studio americano più vasto. Lo studio ha preso in esame la popolazione gay su un arco di tempo di 30 anni dal 1988 al 2008. Questi dati sono stati in seguito paragonati ai dati nazionali della mortalità, presi dall’indice nazionale sulla mortalità.
I risultati alla fine dello studio mostrano che il 92% dei gay che vivono in una comunità con un basso livello di pregiudizi era ancora in vita dopo trent’anni, contro il 78% delle persone che vivono in comunità poco inclini ad accettare la differenza.
Altro risultato importante di questo studio: l’età media dei suicidi delle persone LGBT che vive in un ambiente omofobico è di 37,5 anni, mentre è di 55,7 anni per le lesbiche i gay; per quanto riguarda i trans che vivono in un ambiente aperto alla differenza, c’è uno scarto di 18 anni.
Il tasso di omicidio o di violenza sono tre volte superiori e il 25% dei decessi dei gay che vivono in un ambiente omofobico sono causati da malattie cardiovascolari, mentre per gli altri la percentuale è del 18%.
I fattori di aggressione psicosociale sono fortemente correlati al rischio cardiovascolare e questo tipo di stress potrebbe essere la strada attraverso la quale i pregiudizi hanno un’influenza sulla mortalità, prosegue Mark Hatzenbrekker, già autore di ricerche sugli effetti dell’apertura al matrimonio sulla salute dei gay e di studi sul suicidio degli adolescenti in zone politiche o sociali conservatrici.
La discriminazione, i pregiudizi, l’emarginazione esercitano richiesete che portano fattori di stress sugli individui stigmatizzati. Lo studio mostra ugualmente che questi effetti sulla speranza di vita delle persone gay in un ambiente omofobico sono indipendenti dai rischi di mortalità legati all’HIV.
Questi risultati mostrano l’importanza di esaminare le strutture di stigmatizzazione e pregiudizio come determinanti sociali della salute e della longevità, conclude il riassunto dello studio.
Testo originale: Yagg.com