L’Europa rilancia la lotta all’omofobia
Articolo del 27 marzo 2013 pubblicato su rassegna.it
A Parigi conferenza internazionale per la difesa dei diritti di lesbiche, gay, bi e transessuali. Tra i promotori anche l’Italia. “Nessuno può ignorare che essere omosessuali è un rischio nella maggior parte dei paesi del mondo”
Dall’Europa arriva un segnale forte in difesa dei diritti di lesbiche, gay, bi e transessuali. Si apre infatti oggi a Parigi, su iniziativa della Francia e della Commissione europea, ma con l’appoggio del governo italiano e di quello belga, una conferenza internazionale per la tutela dei diritti degli LGBT.
La conferenza è stata lanciata ieri con una lettera aperta pubblicata dal quotidiano francese Libération a firma di Elsa Fornero, ministro italiano del Lavoro e delle politiche sociali, Joëlle Milquet, ministro belga degli Interni e delle Pari Opportunità, e Najat Vallaud-Belkacem, ministro francese per i diritti delle donne.
“Ancora oggi – si legge – il diritto degli omosessuali ad essere loro stessi è uno degli ultimi diritti dell’uomo che la comunità internazionale non è riuscito a proteggere. Nessuno può ignorare che essere omosessuali è un rischio nella maggior parte dei paesi del mondo. (…) Le differenze di cultura o di tradizione non sono una scusa quando si tratta di violazioni dei diritti dell’uomo, poiché questi diritti non possono essere compromessi. L’omofobia è una violenza per tutta la società, poiché impedisce rapporti liberi e uguali tra gli individui, che siano omosessuali o eterosessuali”.
I tre ministri proporranno oggi una nuova strategia che si basa su tre pilastri: il primo punta ad individuare e mettere in pratica politiche nazionali di lotta contro l’omofobia in tutti gli ambiti: scuola, lavoro, sanità, carceri, media e comunicazione.
Il secondo pilastro è europeo: gli stati membri dell’Ue devono porre il rispetto dei diritti fondamentali in testa ai loro valori e farne la linea direttrice della politica estera europea.
Il terzo pilastro riguarda il coordinamento sul piano multilaterale e in particolare con le Nazioni unite: “Contro l’omofobia vogliamo andare lontano. Per questo ci andiamo insieme, con i partner europei, con i paesi del Sud, con le organizzazioni internazionali e le società civili”.