L’omocausto dei gay. La memoria dimenticata
Articolo di Granny Helen* tratto dal sito Daily Kos (Stati Uniti), del 20 dicembre 2008, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Per chi forse pensa che la lotta per i diritti gay sia qualcosa di nuovo, o meno valida e legittima delle lotte per la giustizia di altri gruppi di minoranza, presento questa nota scritta nel 2005, in versione completa e inedita, perché credo che offra l’autentico senso del significato storico del movimento per i diritti gay. Guardo con speranza al futuro in cui non ci sarà bisogno di ripubblicare questo articolo, perché in quel tempo avremo raggiunto l’uguaglianza dei diritti per i fratelli e le sorelle LGBT.
“Mi dava lezioni sul ruolo dell’omosessualità nella storia e nella politica. Diceva che aveva distrutto l’antica Grecia. Una volta diffusa, aveva esteso i suoi contagiosi effetti, come una ineluttabile legge di natura, ai caratteri migliori e più virili, eliminando dal processo riproduttivo quegli uomini autentici dalla cui prole una nazione dipendeva. Il risultato immediato di questo vizio fu, in ogni caso, che la passione contronatura divenne dominante nell’ambito pubblico in quanto si permise che si diffondesse in maniera incontrollata.”
Rudolf Diels, primo capo della Gestapo, su Hitler, in “Lo sterminio nazista degli omosessuali” di Frank Rector)
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“La storia del movimento gay e lesbico consiste nel fatto che i suoi aderenti hanno fatto in fretta a modificare i loro obiettivi non appena aperto un varco, rivelando obiettivi ancora più scioccanti e oltraggiosi. Nel momento presente gli attivisti omosessuali, inebriati di potere e di eccitazione, sentono che il clima politico è quello giusto per dirci cosa hanno voluto fin dall’inizio. Questo è il vero punto: la maggior parte dei gay e delle lesbiche non vogliono sposarsi. Il matrimonio li intrappolerebbe in ogni sorta di costrizioni legali. Chi vorrebbe un impegno per la vita con una sola persona?”
Dr. James Dobson, “Undici argomenti contro il matrimonio omosessuale”, maggio 2004
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“Se questo Paese permetterà ufficialmente il matrimonio omosessuale, il suo futuro è segnato. Nessuna civiltà ha ratificato ufficialmente l’omosessualità, o il matrimonio omosessuale, senza distruggere se stessa. Concedere una licenza di matrimonio agli omosessuali è il timbro dell’approvazione da parte dello Stato di uno stile di vita aberrante, pervertito e malato. Il futuro dei nostri bambini è a rischio.”
Jerry Falwell, dal National Liberty Journal, aprile 1999
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“Le persone gay e lesbiche hanno delle famiglie, e queste famiglie dovrebbero avere una protezione legale, che sia un matrimonio o una unione civile… Un emendamento costituzionale che proibisca i matrimoni omosessuali sarebbe una forma di oltraggio e non servirebbe affatto a proteggere il matrimonio tradizionale.”
Coretta Scott King, marzo 2004
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È duro per me scrivere questo articolo. Duro ma necessario. Alcuni tra i miei fratelli e sorelle cristiani usano la nostra religione per coprire i loro pregiudizi con la patina della fede. Sono felici che la società li accetti, e del timbro di approvazione che ricevono per essere dei così buoni cristiani, tanto da poter persino amare una persona gay… se solo smettesse di essere gay.
Non so dirvi perché lo facciano. Posso solo dirvi che è sbagliato. Come so che è sbagliato? Perché sono una studentessa di storia, e in particolare della storia della Germania prima e durante la Seconda Guerra Mondiale.
Mi stupisce che nella stessa settimana in cui cadeva il sessantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz, il Segretario all’Educazione Margaret Spellings abbia proibito alla rete PBS di mandare in onda una trasmissione per bambini che mostrava le madri lesbiche di una bimba, perché “molti genitori non vogliono che i loro figli conoscano quello stile di vita”. Mi ricordo che ho chiamato la Spellings a Washington, quasi scoppiando in lacrime mentre parlavo con la gentile giovane dall’altro capo del filo che filtrava le chiamate al Segretario.
“La signora Spellings sa che i gay erano perseguitati anche dai nazisti e che venivano uccisi nei campi di concentramento?” chiesi. La comprensiva ragazza disse che non lo sapeva, ma che avrebbe espresso le mie preoccupazioni al Segretario. Forse non lo sa. Forse, come l’ex deputato del Minnesota Arlon Lindner, ha semplicemente scelto di non crederci: “Non è mai accaduto” ha detto Lindner alla Camera.
“Ero un bambino durante la guerra, e ho letto molto sull’argomento” ha detto. “Solo recentemente è saltata fuori questa idea che gli omosessuali vennero perseguitati fino a quel punto. La storia è stata parecchio riscritta.”
Il revisionismo sull’Olocausto mi fa sempre diventare furiosa, perché di solito cela i pregiudizi che il revisionista non vuole affrontare. Il revisionismo che dichiara che i gay non erano perseguitati dai nazisti è particolarmente pericoloso, perché su una cosa il deputato Lindner ha ragione: è in un’epoca relativamente recente – soprattutto dagli anni ’70 – che gli uomini gay perseguitati dal nazismo hanno avuto il coraggio di uscire allo scoperto. Quello che Lindner non capisce è che non stiamo “riscrivendo la storia”. Come scrivono Warren Johansson e William A. Percy nel loro studio “Gli omosessuali nella Germania nazista” ( http://motlc.wiesenthal.com/site/pp.asp?c=gvKVLcMVIuG&b=395203 ):
“L’intolleranza e la criminalizzazione che persistettero dopo il 1945, insieme alla vergogna e alla paura che provavano i sopravvissuti omosessuali e le loro famiglie, impedirono alla maggior parte di loro di testimoniare. Nell’immediato dopoguerra, molti tra coloro che scrissero sui campi di concentramento, come anche i tribunali penali e amministrativi che avevano a che fare con i crimini commessi nei campi, trattarono gli omosessuali come criminali comuni, giustamente puniti per aver violato il codice penale del Terzo Reich…
… Una decisione del 10 maggio 1957 della Corte Costituzionale della Germania Occidentale (Bundesverfassungsgericht) di Karlsruhe offese ancora di più le vittime omosessuali dei nazisti. Essa sostenne che la versione alterata dell’articolo 175 del Codice Penale Tedesco, modificato dal regime nazista nel 1935 per rendere più ampia la definizione di atti omosessuali maschili (e la pena più severa), era costituzionale perché “non interferiva con il libero sviluppo della personalità” e “non conteneva nulla di specificamente nazionalsocialista”. Inoltre, asseriva che la principale giustificazione della legge era il fatto che gli atti omosessuali “offendevano indiscutibilmente i sentimenti morali del popolo tedesco”.
La Corte raccomandò anche che la pena massima per il crimine, senza restrizioni, fosse raddoppiata da 5 a 10 anni. Questa pena massima era superiore a quelle effettivamente scontate dopo la guerra da alcuni comandanti e guardie dei campi. Nessuno protestò alla sentenza, tanto meno gli psichiatri, che allora raramente si lasciavano sfuggire l’occasione di asserire che “l’omosessualità è una malattia grave” e che talvolta sottintendevano anche che l’ostracismo e la punizione erano forme appropriate di terapia.”
Esaminare la persecuzione dei gay nell’Olocausto non significa “riscrivere la storia”. Significa scoprirla. E chi tenta di revisionare o ignorare questa storia dovrebbe farsi un esame di coscienza ed essere brutalmente onesto con se stesso, poiché i nazisti – gli indiscussi “malvagi” di tutti i tempi – hanno oppresso i gay utilizzando le stesse ragioni fondanti utilizzate oggi per negare agli omosessuali i diritti civili di base e l’opportunità di sposarsi.
Quali erano queste giustificazioni per l’imprigionamento, la castrazione forzata e l’omicidio dei gay nella Germania nazista? Sembra essere stata una combinazione di paura dell’omosessualità – specificamente maschile – considerata come cancro della nazione, che lasciata libera si sarebbe diffusa e avrebbe eroso lo Stato dall’interno, letteralmente come un cancro, con il desiderio nazista di incrementare la natalità degli Ariani, e per questo consideravano gli uomini gay degli oppositori a questo obiettivo:
“Se poi prendete in considerazione i fatti che non ho ancora menzionato e cioè che, a fronte di un numero stabile di donne, abbiamo una carenza di due milioni di uomini in conseguenza dei caduti di guerra, vi renderete conto fin troppo bene come questo squilibrio dipendente dai due milioni di caduti e due milioni di omosessuali, in altre parole la mancanza di circa quattro milioni di uomini sessualmente attivi, abbia sconvolto il bilancio sessuale della Germania e sia destinato ad avere conseguenze catastrofiche.
Vorrei approfondire un paio di idee in merito. Alcuni omosessuali hanno idee del tipo: quello che faccio è affare mio, una questione puramente privata. Tuttavia, qualsiasi cosa accada nella sfera sessuale non è di competenza solo del singolo individuo, ma riguarda la vita e la morte della nazione, significa dominio del mondo o regressione all’”elvetizzazione”.
Il popolo che produce molti figli pone la propria candidatura al potere e al dominio mondiali. Un popolo di razza sana con scarsa prole ha un biglietto di sola andata per la tomba, per una situazione di irrilevanza entro cinquanta o cento anni, per la sepoltura entro duecentocinquant’anni… Dobbiamo quindi mettere bene in chiaro che il continuare a portare questo fardello senza reagire significa la fine della Germania e del mondo germanico…”
Heinrich Himmler, in “La questione dell’omosessualità”, febbraio 1937
È difficile calcolare esattamente quanti gay sono periti a causa della revisione del Paragrafo 175 del Codice Penale Tedesco, sotto l’egida della Gestapo e dell’Ufficio Centrale del Reich per la Lotta contro l’Omosessualità e l’Aborto: Ufficio Speciale (II S). Lo United States Holocaust Memorial Museum fornisce le seguenti statistiche (http://www.ushmm.org/education/resource/hms/homosx.php?menu=/export/home/www/doc_root/education/foreducators/include/menu.txt&bgcolor=CD9544 ):
“Si stima che 1,2 milioni di uomini in Germania erano omosessuali nel 1928. Nel periodo tra il 1933 e il ’45, circa 100.000 uomini vennero arrestati in quanto omosessuali, e di questi circa 50.000, ufficialmente definiti come omosessuali, vennero condannati. La maggior parte di costoro scontò la pena in carceri comuni, e si stima che tra i 5.000 e i 15.000 condannati vennero incarcerati nei campi di concentramento.”
Il numero di 5.000-15.00 è solo approssimativo, dato che prende in considerazione solo i campi su suolo tedesco. Johansson e Percy scrivono: “Questa cifra, che qualcuno ha scambiato per il totale approssimativo delle vittime omosessuali, è prudente, poiché non comprende quelle strutture, come i campi Moor, che erano fuori dalla giurisdizione dell’ispettorato per i campi di concentramento, e anche i campi situati fuori dai confini del Reich.”
Molti studiosi credono che il tasso di mortalità degli omosessuali nei campi fosse particolarmente alto, stimato al 60%. Johansson e Percy: “Anche all’interno dei campi di concentramento, i compagni di prigionia evitavano e ostracizzavano i prigionieri con il triangolo rosa, come riporta acutamente Boisson. Avevano la più bassa aspettativa di vita e il più alto tasso di mortalità, perché erano considerati un capro espiatorio e perché formavano un gruppo socialmente eterogeneo, incapace di sviluppare una forte rete di supporto.
Inoltre, i comunisti, che tra i prigionieri erano il gruppo politico più coeso e che organizzavano efficacemente la resistenza all’interno dei campi, sull’esempio di Stalin ripudiavano totalmente il movimento di riforma sessuale, ostracizzando così gli omosessuali. Lautmann confronta i prigionieri omosessuali con i prigionieri politici e i testimoni di Geova, scoprendo che il tasso di mortalità dei primi (60 per cento) era la metà più alto di quello dei prigionieri politici (41 per cento) e dei testimoni di Geova (35 per cento).”
È anche importante notare che queste cifre non includono gli uomini gay che si suicidarono durante la prigionia. Una delle storie più struggenti dell’oppressione dei gay legata all’Olocausto viene dal sopravvissuto Friedrich-Paul von Groszheim. Ecco la sua testimonianza:
“1933-39: Nel gennaio 1937 le SS arrestarono 230 uomini a Lubecca in osservanza del paragrafo 175 del Codice Penale, rivisto dai nazisti, che metteva fuorilegge l’omosessualità. Venni imprigionato per 10 mesi. I nazisti utilizzavano il paragrafo 175 come base per compiere arresti di massa di omosessuali. Nel 1938 venni arrestato di nuovo, umiliato e torturato. Finalmente i nazisti mi rilasciarono, ma solo alla condizione che accettasi di venire castrato. Mi sottomisi all’operazione.
1940-44: A causa della natura della mia operazione, venni riformato come “fisicamente inabile” quando venni chiamato nell’esercito nel 1940. Nel 1943 venni arrestato di nuovo, questa volta per essere un monarchico, un sostenitore dell’ex Kaiser Guglielmo II. I nazisti mi detennero come prigioniero politico in una dipendenza del campo di concentramento Neuengamme a Lubecca.”
Questo terribile capitolo di storia umana è troppo lungo da riportare in un articolo, e suggerisco ai lettori di aprire tutti i link che ho aggiunto sopra, in aggiunta a questa pagina ( http://fcit.coedu.usf.edu/holocaust/people/VictHomo.htm ) che contiene altro materiale. La vita di un omosessuale in quei campi comprendeva stupri, molestie, pestaggi brutali, e una testimonianza parla di una morte causata dai cani.
È di vitale importanza che questa storia poco raccontata sia udita da più persone possibile, specialmente in questi tempi in cui alcune forze del nostro governo vogliono usare gli omosessuali come capri espiatori e pedine politiche. Mai più.
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* Ripubblico qui una nota che scrissi nel 2005. Come potete vedere, in quel momento si stava discutendo il Defense of Marriage Act [La legge che stabilisce il matrimonio come unione tra un uomo e una donna n.d.t.], la destra religiosa e il Segretario all’Educazione da poco nominato, Margaret Spellings, e il suo biasimo per le madri lesbiche apparse in un programma per bambini alla PBS. Facciamo ora un salto al dicembre 2008. Di cosa stiamo parlando?
La Proposta 8 [Emendamento alla Costituzione della California che proibisce il matrimonio omosessuale n.d.t.], la decisione del Presidente eletto Obama di far partecipare il pastore conservatore Rick Warren al suo insediamento e, cosa più grave, se chi tra noi si impegna per i diritti gay debba sentirsi turbato da tutto questo, o se dobbiamo semplicemente “andare avanti”.
Per essere chiari, non sto cercando di dedurre che il pastore Warren è un estremista come alcuni dei suoi colleghi della destra religiosa su questo argomento. Detto questo, egli ha fatto delle dichiarazioni che hanno fatto molto male, e spero che leggere questo articolo renda evidente quanto queste cose abbiano causato dolore e costernazione.
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Testo originale: Gays in the Holocaust: Revisited