L’omofobia non può dirsi estinta
Riflessioni di Chris Vella pubblicate sul sito Zuntier.com (Malta) il 16 giugno 2014, liberamente tradotte da Silvia Lanzi
“Non è qualcosa di vecchio, fuori moda? Dico, l’Omofobia non è più una realtà, giusto?”. Non sono rimasto sorpreso da questa domanda che il presentatore di una TV locale mi ha fatto durante un programma piuttosto popolare.
Dopo tutto sembra che Malta , come la maggior parte dei Paesi europei, sia diventata molto più tollerante rispetto alle persone diverse. Ci vantiamo del nostro alto grado di tolleranza e di apertura e del rapido cambiamento sociale, dell’introduzione del divorzio, e la pluralità di vedute dei media sembrano provarlo.
Di più: l’anno scorso sembra che il Paese abbia fatto un passo avanti, politicamente parlando: l’approvazione parlamentare all’unanimità dell’articolo della costituzione che rende illegale nel nostro Paese ogni discriminazione rispetto al genere e all’orientamento sessuale; l’introduzione delle unioni civili e il cospicuo numero di persone giunte a La Valletta per festeggiare l’evento. Sì, sembra che le cose vadano meglio, da quando è a livello “nazionale”.
Non sono stato lapidato, vittima di bullismo, maltrattato o chiamato con nomi dispregiativi dai passanti, né ho perso il lavoro o sono stato cacciato da casa.
Sì, l’omofobia è ancora in giro
Iniziamo a guardare globalmente la situazione. Ci sono ancora molti casi di omofobia nel mondo, specialmente in Africa e Asia. Nigeria, Sudan, Kenya e Uganda sono tra le nazioni che ancora considerano l’omosessualità come qualcosa di estremamente sbagliato e sovversivo e solo quest’anno è passata una legge che rende l’omosessualità illegale e punibile con dure pene detentive.
La posizione omofobica della Russia è ben nota, mentre in America le dimostrazioni contro il matrimonio omosessuale sono state molto energiche e ostili.
Forse la situazione in Europa è leggermente migliore, dal momento che, a livello ufficiale dell’Unione Europea, ci sono azioni concrete e tangibili messe in atto per proteggere le persone LGBTI e i loro fondamentali diritti umani. Comunque, c’è una sostanziale omofobia in Europa.
Un breve sguardo al questionario commissionato dal FRA (ovvero l’Agenzia per i Diritti Umani) dell’UE del 2014 mostra che molte persone LGBTI che vivono nei ventotto stati membri percepiscono ancora l’ambiente in cui vivono come intollerante e hanno sperimentato nella loro vita una qualche forma di discriminazione e di violenza, specialmente le persone transgender.
Le aree che mostrano un livello significativamente alto di pregiudizio includono il lavoro, le istituzioni educative, quelle della salute e della sicurezza personale. Nonostante la percezione generale di apertura, oggi molte persone LGBTI in Europa trovano disagevole svelare la propria identità sessuale persino alla famiglia e la maggioranza trova difficile prendere per mano il partner negli spazi pubblici per paura di essere vittime di azioni omofobiche.
La situazione di Malta
Malta segue, in questo argomento, la più ampia tendenza europea, nel senso che siamo in qualche modo a metà strada tra l’assoluta tolleranza e l’aperta omofobia e la vittimizzazione delle persone LGBTI. La situazione locale naturalmente presenta interessanti contrasti che devono essere ancora analizzati.
Per un verso, la situazione sociale a Malta è diventata molto più aperta e tollerante verso i gay. Negli anni ’70 le persone gay erano totalmente nascoste e molti avevano paura delle ripercussioni se si fossero dichiarati esplicitamente. Allora i gay erano considerati ‘malati’ e ho sentito sconcertanti notizie di prima mano da alcuni dei miei più vecchi amici di dottori che li hanno costretti a prendere delle medicine per ‘curarli’ dalla loro ‘malattia’.
Altri furono costretti dai loro genitori a sposarsi, altri si sono rifugiati negli ordini sacri. I più coraggiosi, che hanno preferito non mentire a proposito della loro sessualità, erano praticamente ostracizzati e alcuni hanno preferito andarsene all’estero piuttosto che vivere nell’inferno di Malta.
Le cose oggi sono notevolmente migliorate. Nel corso degli ultimi dieci o quindici anni, la gente è diventata molto più tollerante, al punto che i giovani LGBTI trovano più ‘semplice’ fare coming out tra la fine dell’adolescenza e l’inizio dell’età adulta. È qualcosa che quindici-vent’anni fa era assai rara. Oggi, in generale, c’è un ambiente più aperto, dove almeno da un punto di vista ‘esterno’ cose come attacchi fisici e comportamenti omofobici non sono più socialmente accettabili.
Le organizzazioni LGBTI sono ampiamente rispettate a livello locale e internazionale e almeno a livello politico ed ecclesiale – formalmente – c’è una chiara opposizione a qualsiasi forma di discriminazione e di violenza.
Recentemente monsignor Scicluna, vescovo cattolico ausiliare di Malta, in una cerimonia per festeggiare IDAHO (International Day Against Homophobia and Transphobia – Giornata Internazionale contro l’Omofobia e la Transfobia) e il decimo anniversario di Drachma (ndr il gruppo di cattolici LGBT di Malta) ha affermato che: ‘La Chiesa è grande abbastanza per includere tutti. C’è posto per ciascuno nella Chiesa’.
D’altro canto, l’omofobia è in agguato nell’ombra. Mentre gli abusi verbali schietti e gli attacchi fisici diretti sono diminuiti, c’è ancora molto lavoro da fare per trasformare le mentalità locali e approcciarsi alle persone gay in modo più positivo.
La violenza domestica contro i singoli gay è ancora un problema: genitori che hanno respinto o addirittura buttato fuori di casa i loro figli gay sono ancora un po’ troppi.
Durante lo stesso programma TV di cui ho parlato prima, due delle tre telefonate in studio erano di madri che hanno detto abbastanza chiaramente che non avrebbero accettato un figlio gay.
La prima, madre di una lesbica, avrebbe preferito che la figlia si sposasse e fosse infelice. La seconda avrebbe preferito che suo figlio le avesse detto di essere drogato piuttosto che gay. La sua soluzione era piuttosto semplice – “L’ho buttato fuori di casa”.
Tali dichiarazioni, in onda sulla rete nazionale, mi hanno sconcertato parecchio e hanno portato a galla una tragica realtà: che l’omofobia è ancora largamente presente e che, sfortunatamente molte famiglie non sono ancora preparate a sufficienza ad avere a che fare con un figlio omosessuale.
Comunque, con il 10% della popolazione omosessuale, il fatto di avere uno o due figli gay in famiglia è assai probabile. In altri ambienti sociali e religiosi, l’omofobia può essere più subdola. La gente non dovrebbe escludere una persona sulla base del suo orientamento sessuale ma sfortunatamente, alcune volte, si possono fare parecchie pressioni sulle persone perché si conformino, almeno esternamente, al modello eteronormativo, oppure ci si aspetta che siano completamente invisibili.
Finché non si è dichiarati in modo incontrovertibile, si può essere tollerati, ma se si venga accettati oppure no è una questione diversa. A scuola i bambini possono accettare la differenza, ma possono anche essere parecchio insensibili e crudeli: il bullismo è comunque una realtà ben nota nelle nostre scuole e la differenza di orientamento sessuale può essere una a causa della quale essere molestati dai coetanei. Comunque questo tipo di bullismo nei confronti di adolescenti e giovani riflette solo un problema più esteso che esiste nella società, che ha ancora dei problemi ad accettare pienamente l’omosessualità.
Le radici dell’omofobia
Oggi l’omofobia a Malta ha radici in un numero diverso di realtà. Può avere radici nell’ignoranza e nella paura di cosa significhi essere gay. Ci sono un sacco di falsi stereotipi sui gay: tutti i gay sono parrucchieri; tutti i gay sono checche effeminiate; tutti i gay vestono in modo strano ed eccentrico; tutti i gay cercano di sedurti e se esci con i gay diventerai gay pure tu! C’è uno stereotipo particolare che contesto completamente: i gay scelgono di essere gay. NON È VERO.
I gay scelgono di essere gay, proprio come una persona etero non si sveglia la mattina decidendo di essere etero! Comunque ho sentito questa sciocca idea molto spesso, e mentre gli esperti dibattono da lungo tempo sulle cause dell’omosessualità, sono assolutamente convinto che essere gay NON è una questione di scelta e non è qualcosa che si può cambiare.
Soprattutto, è un’identità e sicuramente non una semplice tendenza. C’è anche un’altra importante tendenza favorita da certi circoli religiosi che sembra implicare che l’omosessualità non è normale, che è non-biologica, e che va contro la Legge Naturale. Mi permetto di dissentire.
È davvero difficile capire come sia innaturale, quando il 10% della popolazione mondiale è omosessuale. L’argomentazione tradizionale sostiene che, dal momento che l’esperienza LGBTI costituisce un’eccezione, la sua esistenza non è una prova sufficiente per considerarla una ‘normale e naturale attività umana’. Tale argomentazione è chiaramente inconsistente.
C’è una varietà talmente grande in natura che quel che consideriamo eccezioni altro non sono che parti del tutto e perciò correttamente definite naturali. Chi siamo per decidere che questo comportamento è ‘naturale’ e un altro no?
Di più, a stento si può considerare la popolazione omosessuale come ‘un’eccezione’, specialmente quando ci si ricorda che una persona su dieci è gay. Si potrebbe affermare che è solo recentemente che le persone gay si sono fatte sentire, presumibilmente perché adesso è ‘di moda’ essere gay e così la gente ‘sceglie’ di esserlo.
Come già affermato, argomentazioni come queste gettano luce su seri fraintendimenti riguardo tutto l’argomento. Quel che voglio dire è che i gay si dichiarano tali molto di più perché oggi la società è, almeno fino a un certo punto, più aperta. Comunque, anche se le persone LGBTI (dichiarate) sono una piccola minoranza e sono così numerosi come realtà, hanno comunque il diritto di essere protetti e bisogna permettere loro di avere piena dignità e il pieno soddisfacimento dei loro diritti umani.
Di più, l’omosessualità non è una pratica culturale, dal momento che si trovano gay in tutte le culture; e non è nemmeno una tendenza esclusivamente umana, dal momento che più di millecinquecento specie animali la praticano.
Di più, mentre tento di considerare la Legge Naturale come un principio valido, tendo ad essere in disaccordo nel pensare che ci sia un solo modo di interpretarla.
Oggi, i moderni teologi di tutte le religioni (cattolicesimo incluso) stanno offrendo nuovi punti di vista che hanno mostrato come la Legge Naturale si possa conciliare con la realtà LGBTI, specialmente considerando gli apporti forniti dalla moderna psicologia, dalla sociologia e dall’antropologia.
Faccio un ultimo appello. Le persone omosessuali sono persone normali che sono degne di rispetto, di amore, come tutti gli etero. Tuo figlio gay rimane tuo figlio, a prescindere dal suo/a genere o sessualità. Dobbiamo essere più aperti e tolleranti. Uccidiamo questo abominevole mostro che è l’omofobia, una volta per tutte!
Testo originale: The ugly head of homophobia: it’s still there