Come si diventa gay o etero? Viaggio nella storia
Recensione di Paul-François Sylvestre del 13 marzo 2007 dal sito “L’Express” (Francia) liberamente tradotto da Adriano
Lo psichiatra infantile Clerget Stéphane è un medico ricercatore e storicista della sessualità, che ha pubblicato diversi libri per il grande pubblico. Ha appena firmato «Come si diventa gay o etero?», un libro basato su una ricerca molto approfondita che soddisfa quasi tutte le domande che qualcuno potrebbe porsi sull’omosessualità.
L’autore si avvicina al soggetto da diverse angolazioni: false certezze contro credenze vere del tempo, neurobiologia che parla di sesso, libido del bambino, l’adolescenza come un momento di scelta, l’omofobia, ecc. Mi limito qui a riassumere il ritratto storico delle relazioni omosessuali, come sottolineato dal Dr. Clerget.
Si inizia dalla storia greco-romana sostenendo che l’omosessualità maschile era associata alla virilità. I giovani, divenuti uomini, non rivolgevano spontaneamente i loro pensieri al matrimonio e alla procreazione, ma venivano costretti dalla legge.
Nell’Impero Romano le relazioni tra uomini venivano socialmente accettate. Da Cesare ad Adriano, gli imperatori diedero l’esempio. Non è l’orientamento sessuale o il sesso del partner che è un problema, ma piuttosto la differenziazione gerarchica tra coloro che amano virilmente e coloro che donano servilmente.
L’emergere della religione ebraica annuncia un primo divieto sull’omosessualità, semplicemente perché esiste una “necessità sociale per le tribù d’Israele scarsamente popolate di procreare per sopravvivere.” L’ebraismo non accetta che “un uomo giaccia con un altro uomo come si fa con una donna.” Questa fede è la prima a condannare un rapporto volontario (e non uno stupro come nella civiltà greca, romana o egiziana).
L’autore osserva che “gli uomini di Sodoma si erano resi colpevoli di minaccia di stupro collettivo, di violazione al dovere di ospitalità e anche di peccati multipli che comprendevano la superbia, l’idolatria, l’avidità e la lussuria. Nulla viene riportato nella Bibbia che ci racconti che questi popoli praticassero l’omosessualità verso altre persone”. Sono gli apocrifi ebrei del secondo secolo, che stabilirono un nesso tra questa storia e l’omosessualità, dice l’autore.
La religione cristiana condanna l’omosessualità nel momento in cui la sessualità non è più a scopo riproduttivo. Tra il 40 e il 430 (alla morte di S. Agostino), la morale sessuale comincia a formarsi e ad essere codificata dai Padri della Chiesa e dei primi concili. “Le pratiche omosessuali, così come le altre attività sessuali, sono peccati di lussuria. Tuttavia, non è questione di identità sessuale, di omosessualità o di eterosessualità, quanto di comportamenti sessuali accettabili o riprovevoli”.
Secondo l’autore, l’origine delle relazioni omosessuali va ricercata nelle radici della nascita del peccato: “Non si nasce omo o etero, non si diventa omo o etero, è buono o cattivo a seconda del modo in cui cediamo alla tentazione”. Per il dispiacere degli scrittori cristiani, la morale non cambia. Secondo lo storico John Boswell, i matrimoni omosessuali ricominciano, a volte in chiesa, sotto la benedizione di coppie di santi.
“Abbiamo rintracciato dei casi fino al XIX secolo in Europa orientale.” Nella Francia merovingia, le “chansons de gestes” riportano teneri brani che spesso narravano di tra uomo e uomo: Rolando e Oliviero, Lancillotto e Galahad, Tristano e Kaherlin, Ami e Amile. “La bellezza del corpo maschile è sotto i riflettori. Il bacio sulla bocca è più comune tra gli uomini, che tra uomini e donne”.
A partire dal XIII secolo nei paesi cattolici centralizzati si verifica un cambio di rotta. Venne crata l’Inquisizione. Gli eretici e i sodomiti sono condannati a morte. Si noti che “per sodomiti si intendono tutti gli atti contro natura tra cui la sodomia tra uomini e donne. […] Ma questo non impedisce a tutti di godere, più discretamente senza dubbio, come Francois Villon che scrive, tra il 1456 e il 1461, le sue ballate omosessuali dove si respira il godimento ludico, ma usando il gergo delle prostitute, sconosciuto al grande pubblico “.
Nel XVI secolo,con il Rinascimento, si riprendono i modelli d’amore mascolino come Cupido, Apollo, Ganimede o Bacco. Si riparla di amore virile, di “vizio bello”. E’ anche l’inizio della scoperta di nuovi mondi e dei loro costumi, come l’omosessualità e il travestitismo tra gli Aztechi, l’omosessualità comune nei samurai, la prostituzione maschile in Cina e i Berdache in Nord America.
Con la nascita del protestantesimo e della controriforma, le condanne per sodomia diventano più severe. Nella seconda metà del XVIII secolo, comincia a mostrarsi il “trattamento psichiatrico” dell’omosessualità che diventerà effettivo nel XIX secolo. La filosofia illuminista cerca di portare una nuova prospettiva sulla sessualità, ma non ci sono consensi. Montesquieu inventò i “peccati filosofici,” Rousseau parla di “gusto depravato che disprezza la natura” e Diderot afferma che i divieti sessuali della Chiesa sono arbitrari.
Il XX secolo ha segnato del martirologio sul rogo per i sodomiti, ma L’omosessualità da peccato si trasforma in rivolta sociale, dopo essere stata considerata una malattia o “disadattamento medico e psicologico”. E’ questa medicalizzazione dell’omosessualità che darà origine alla coscienza di identità omosessuale e promuoverà la nascita di un’organizzazione sociale dei soggetti coinvolti. Inoltre la scoperta della psicoanalisi da parte di Freud apre nuovi orizzonti, l’omosessualità non è una malattia, ma piuttosto “una componente specifica di ciascuno, strutturata su diversi livelli di misura e a condizionata a modalitài espressive variabili”.
Nel periodo tra le due guerre, ha osservato Clerget, la visibilità omosessuale appare nei bar e nei locali di Berlino, Parigi e New York. Successivamente i nazisti decisero la deportazione e lo sterminio degli omosessuali nei campi di sterminio. “L’Italia fascista e la dittatura comunista ne seguiranno l’esempio argomentando la stessa degenerazione e il dissenso”.
Nella metà del XX secolo, l’omosessualità negli Stati Uniti è classificata come perversione morale o psicopatia sessuale permanente. E’ solo nel 1980 che l’omosessualità viene depenalizzata in Occidente, e non è più considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una malattia. Stéphane Clerget conclude il suo excursus storico, sostenendo che la sessualità di una persona viene definita al momento della nascita e, a volte, prima di allora. Le preferenze sessuali rimangono preprogrammate. Esiste una parte congenita, una ereditaria e una parte ambientale.
Stéphane Clerget, Come si diventa gay o etero?, Paris, Editions Jean-Claude Lattes, 430 pagine
Titolo originale: Historicité de l’homosexualité