La benedizione delle unioni omosessuali e l’evoluzione pastorale nella chiesa cattolica
Intervento tenuto da Antonio De Caro* all’incontro sinodale su “Fede e omosessualità” tenuto dalla Italienischsprachige katholische Mission (Missione cattolica di lingua italiana) di Berna il 20 marzo 2022, parte seconda
Negli ultimi 20 anni le persone omosessuali hanno raggiunto una visibilità sempre maggiore nei paesi occidentali, specialmente anglosassoni e germanici. Sono state abbattute molte barriere secolari, riguardo per esempio il mondo del lavoro, e diversi paesi, gradualmente, hanno introdotto forme di riconoscimento delle coppie omosessuali, nella forma del contratto privato, delle unioni civili o del matrimonio egualitario. Tutto ciò ha portato anche la comunità ecclesiale a conoscere ed accogliere sempre di più queste esperienze, soprattutto se coinvolgono persone che vivono e collaborano nelle parrocchie o in altre istituzioni della Chiesa.
Negli ultimi decenni in Germania sono state intraprese delle iniziative di cura spirituale per le persone omosessuali, ispirate alla «compassione». È molto difficile ricostruirne la storia, perché raramente ne sono rimaste tracce scritte. Di fatto, però, c’è stata un’evoluzione dalla «cura spirituale per» alla «cura spirituale con» le persone omosessuali.
A Colonia nel 1989 è stata aperta la possibilità di un dialogo pastorale per le persone omosessuali, intrapreso sulla scia delle indicazioni del Catechismo. Si trattava di individuare confessori disposti al dialogo con le persone omosessuali, con lo scopo di guidarle nella crescita interiore.
Agli inizi degli anni Novanta, a Francoforte, nasce una comunità di persone omosessuali con l’intento di «riflettere sulla propria esperienza di vita omosessuale in un contesto di preghiera; di leggere e commentare testi biblici calandoli nel proprio contesto di vita; di stringere legami con altre persone dalle storie simili». Il gruppo viene seguito anche da diversi sacerdoti, incaricati dalla diocesi, che forniscono sostegno nei difficili anni della diffusione dell’AIDS.
Ad Aquisgrana, Hildesheim e Osnabruck, più o meno nello stesso periodo, le diocesi incaricano alcuni sacerdoti di seguire individui omosessuali che «soffrono» -non è chiaro se per la loro omosessualità o per l’ostilità sociale ed ecclesiale. Gli incontri devono rimanere riservati. Queste iniziative rimangono contrarie alla visibilità, all’auto-aiuto e ai movimenti di emancipazione. Si tratta comunque di occasioni di incontro e di scambio, da cui anche la Chiesa Cattolica Romana può imparare qualcosa.
A Friburgo, nel 2005, viene promosso un servizio di assistenza spirituale per persone omosessuali, che però si propone anche di fare riflettere la Chiesa Cattolica Romana e le comunità cristiane sul tema dell’accoglienza delle persone omosessuali, per «vedere l’essere umano». È l’esperienza della svolta, in cui la Chiesa Cattolica Romana si sente impegnata a cambiare il proprio approccio pastorale.
Da Colonia, un diacono promuove una rete di assistenti spirituali per persone omosessuali in tutta la Germania. Siamo agli inizi degli anni Duemila. Gli incontri si svolgono a Francoforte e servono principalmente allo scambio di idee e a dialoghi individuali, ma alcune coppie vengono anche benedette. Le persone omosessuali erano riconoscenti e in profonda comunione con queste iniziative della Chiesa. Ma l’avvento di Internet scatena le reazioni dei cattolici integralisti, che infangano gli assistenti spirituali delle persone omosessuali e sottopongono i vescovi a una costante pressione.
La posizione ufficiale della Chiesa Cattolica Romana allontana molte persone LGBT dalla fede. Si diffondono però dappertutto i gruppi di omosessuali credenti.
Nel 2001 vengono approvate in Germania le unioni civili, che vengono ufficialmente condannate dalla Chiesa Cattolica Romana. Ma la ricerca teologica ed esegetica si sente chiamata a ripensare la dottrina: questo sforzo conoscitivo porta a comprendere che le persone omosessuali hanno le stesse esigenze morali delle persone eterosessuali; che la Bibbia non conosceva l’idea di amore e relazione omosessuale come vengono intesi oggi; e che disprezzare l’amore e la cura reciproca presenti nelle relazioni omosessuali significa violare il comandamento dell’amore.
Il 30 giugno 2017 la Germania introduce il matrimonio per tutti. Per la Chiesa Cattolica Romana è una sorpresa, a cui non è preparata. Il matrimonio continua ad essere considerato un sacramento solo fra uomo e donna, un contratto che ha come scopo anche la trasmissione della vita. Ma l’esistenza del matrimonio civile anche per persone omosessuali getta luce anche sul tema del consenso e dell’amore reciproco.
Nel 2018 si è svolto, presso l’Accademia Cattolica di Amburgo, un convegno su questo tema; ne è nato un libro (Mit dem Seaen der Kirche? Gleichaeschlechtliche Partnerschaft im Fokus der Pastoraì) la cui prefazione è stata scritta da due vescovi cattolici. Anche se gli interventi si concentrano sull’aspetto pastorale, è innegabile il ripetuto tentativo di mettere in discussione gli aspetti della dottrina (esegesi, biblica, antropologia, teologia morale, liturgia). Da allora, è aumentato il numero degli operatori pastorali -religiosi e laici- incaricati dalle diocesi per seguire le persone omosessuali. Essi sono collegati in rete e intervengono nelle occasioni ufficiali. Anche dietro le sollecitazioni dei laici (Zentralkomitee der deutschen Katholiken), il Cammino Sinodale Tedesco (Synodaler Weg) ha più volte riflettuto sul tema della benedizione religiosa delle unioni omosessuali.
La stessa impostazione è condivisa anche da un testo che raccoglie esperienze e riflessioni della Chiesa Cattolica in Austria (Benediktion von gleichgeschlechtlichen Partnerschaften) e riserva maggiore attenzione alle proposte liturgiche: esse comprendono l’espressione del consenso, la promessa, l’anaclesi, l’anamnesi, l’epiclesi, la conclusione trinitaria.
Vorrei ricordare qui che già nel 2001 la Conferenza Svizzera delle Donne Cattoliche aveva pubblicato uno studio su Persone omosessuali nella Chiesa e nella società; lo studio è nato dal lavoro (durato 2 anni) di una commissione in cui erano presenti anche religiose, teologhe, giuriste, operatrici pastorali ed esperte di esegesi, etica, psicologia (come sempre, sono le donne le prime e più efficaci messaggere del Vangelo).
La Conferenza Episcopale Svizzera ha rifiutato le idee e le conclusioni del documento, ritenendole in contrasto con il Magistero Ufficiale della Chiesa Cattolica Romana. Di fatto, però, questi principi sono rimasti attuali, nella discussione della Chiesa e nell’insegnamento di papa Francesco.
Questa ricca e competente riflessione accademica ha affiancato una pratica ecclesiale sempre più disponibile alla benedizione delle coppie omosessuali che intendono impegnarsi in modo fedele e responsabile a vivere insieme, amandosi e sostenendosi a vicenda.
La convinzione di fondo, mutuata da Amoris Laetitia, è che la prassi pastorale e liturgica possa rappresentare un locus theologicus per l’elaborazione di paradigmi nuovi ma in «continuità difforme» con la Tradizione.
Questa svolta presuppone l’ascolto delle persone, del loro desiderio di bene e della loro esperienza; ma anche una nuova visione della sessualità umana, in cui leggere in maniera più profonda i temi della diversità e della fecondità. Tutelare il bene presente, evitando ogni discriminazione, è un’esigenza della morale umana e cristiana, che richiede quindi una teologia empatica e non una legge arbitraria e autoritaria, incapace di motivare le proprie posizioni e di dialogare con le scienze umane.
Sulla base della Sacra Scrittura, la benedizione è un’esigenza degli esseri umani che cercano in Dio la forza di promuovere il bene nelle loro scelte di vita. Si tratta di una relazione «eucaristica», a tre dimensioni:
– da Dio agli esseri umani, dagli esseri umani a Dio: una garanzia evolutiva per la chiamata all’amore;
– da un* partner all’altr* partner: riconoscere la benedizione che l’altr* è per me;
– dalla coppia alla comunità, dalla comunità alla coppia: come segno di accoglienza e sostegno. Come suggerisce la parola tedesca Zuspruch, una benedizione è, nello stesso tempo, consolazione, conferma, incoraggiamento ed esortazione al bene. Essa manifesta l’impegno di due persone ad amarsi: esse sono già benedette per la loro fede, il loro impegno e il consenso che si scambiano all’interno delle loro coscienze, anche di fronte a Dio. La Chiesa non ha il potere di impedire il flusso della Grazia, ma il dovere di renderlo visibile.
Una benedizione, inoltre, non è un sacramento, ma un sacramentale; e in questo ambito le Chiese locali, sotto la responsabilità del rispettivo vescovo, potrebbero muoversi in modo autonomo (cfr. CIC §838). In Germania questa situazione è rapidamente progredita, dando luogo anche ad alcune celebrazioni di benedizione. Esse sono già normali presso la Chiesa vetero-cattolica e molte Chiese evangeliche riformate: nell’ambito cattolico-romano si tratta, invece, di esperienze isolate, che di solito rimangono molto nascoste e non hanno per questo una forma liturgica definita.
Occorre avere chiaro questo sfondo per comprendere come mai, il 15 marzo 2021, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato un responsum per negare che Chiesa Cattolica Romana possa benedire le unioni fra persone dello stesso sesso, in quanto esse non rientrano nel piano di Dio. Leggendo le motivazioni del responsum, ci accorgiamo che la Chiesa afferma di volere accogliere, rispettare e (eventualmente) benedire le singole persone, anche omosessuali, ma non le loro unioni, cioè i loro progetti comuni di bene.
Le singole persone possono essere benedette -così il responsum- solo a patto di aderire alla dottrina ufficiale della Chiesa. Sembra, quindi, che l’interesse principale non siano le persone e la loro coscienza, ma la coerenza e il potere della Chiesa come istituzione autoreferenziale che non deve contraddirsi, come ha chiaramente affermato K. H. Menke, teologo ufficiale allievo di J. Ratzinger: «La relazione dell’individuo con Dio o con Cristo sfugge alla nostra conoscenza o al nostro giudizio.Ma dovunque la Chiesa agisca pubblicamente, questa azione deve corrispondere all’idea che essa ha di sé. Nemmeno in casi particolari la Chiesa può o deve fare il contrario di ciò che essa ha dichiarato come vincolante sul piano dogmatico e giuridico» («Wie der Einzelne vor Gott beziehungsweise Christus dasteht, entzieht sich unserer Kenntnis und unserem Urteil. Aber: Wo immer die Kirche offentlich handelt, muss dieses Handeln ihrem Selbstverstandnis entsprechen. Die Kirche darf und kann auch im Einzelfall nicht das Gegenteil von dem tun, was sie dogmatisch und kirchenrechtlich fur verbindlich erklart hat»).
Immediatamente il responsum ha suscitato vivaci reazioni contrarie: ordini religiosi (come i francescani), molti teologi, diversi vescovi (non solo in Germania, ma anche in Belgio e Austria), semplici sacerdoti e consacrati, intere comunità si sono opposti a questa Chiesa autoreferenziale, misericordiosa solo in apparenza, ma che continua ad alimentare la sofferenza delle persone omosessuali e l’ostilità sociale e culturale nei loro confronti.
In Germania si è formato il movimento #liebeaewinnt cui hanno aderito molte parrocchie cattoliche e centri di spiritualità organizzando ovunque, per il 10 maggio 2021, celebrazioni di benedizione aperte a tutte e tutti (lo stesso è avvenuto anche a Zurigo); un prestigioso istituto teologico di Londra, il Wiingaards Institute, ha pubblicato un ricco studio esegetico e teologico per criticare le posizioni del Magistero; in Italia ci sono state iniziative di approfondimento e studio sul tema delle benedizioni (La Tenda di Gionata, 16 aprile 2021; Cammini di Speranza, 19 maggio 2021) e alcuni sacerdoti hanno espresso pubblicamente e con coraggio il loro dissenso.
In Germania, di recente, più di 100 donne e uomini, dipendenti a vario titolo dalla Chiesa Cattolica Romana, hanno partecipato a un documentario in cui hanno fatto coming out, rischiando il posto di lavoro -anche come sacerdoti.
Umiliate e offese per secoli, le persone LGBT hanno bisogno di accoglienza e protezione; la Chiesa Cattolica Romana ha invece bisogno di riconciliazione, cioè di chiedere e ricevere perdono. Questo porterebbe alla guarigione interiore dei singoli e delle comunità. La benedizione avrebbe esattamente questo scopo: invocare dal Dio dell’Amore la forza per riconoscere e fare crescere il bene, in una visione allargata di fecondità etica e spirituale. Dio non può non benedire l’amore e i progetti che nascono dall’amore: Gesù stesso indicava nel Vangelo il germe spirituale di relazioni nuove che superavano i modelli rigidi della famiglia tradizionale (Mt 12,48-50).
CONCLUSIONE
Nel 2018 mio marito e io abbiamo partecipato al Forum dei cristiani LGBT, vicino a Roma. Ci avevano chiesto di portare la nostra testimonianza sul cammino che ci aveva portati, nel maggio 2017, all’unione civile. Abbiamo parlato della nostra storia in uno dei workshop, dove c’era anche un anziano sacerdote di lunga esperienza. Quasi alla fine della nostra testimonianza, don G. si è lasciato sfuggire un’esclamazione improvvisa: «ma così… è un matrimonio!».
Le sue parole nascevano, credo, dal fatto di avere capito che il nostro amore di coppia omosessuale intendeva diventare un progetto per prenderci cura fedelmente l’uno dell’altro. E che di questa alleanza solo noi due potevamo essere ritenuti responsabili.
Nessuna autorità umana ha potuto impedire alle nostre coscienze di credere in questo amore e di prendere questo impegno. Per questo solo noi due siamo i custodi e i ministri di un patto per il quale, il giorno dell’unione, abbiamo invocato la presenza e l’aiuto amorevole di Dio, anche attraverso l’intercessione di Maria.
Bibliografia:
– A. De Caro, La violenza non appartiene a Dio. Relazioni omosessuali e accoglienza nella Chiesa, Novate (MTl Calibano 2021.
– A. Fumagalli, L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana, Assisi Cittadella 2020.
– S. Goertz, Vom Vorrang der Liebe. Zeitenwendefur die katholische Sexualmoral, Freiburg Herder 2020.
– A. Grillo – C. Scordato, Può una madre non benedire i propri figli?, Assisi Cittadella 2021.
– S. Loos-M. Reitemeyer-G. Trettin (Hg.), Mit dem Segen der Kirche? Gleichge-schlechtliche Partnerschaft im Fokus der Pastoral, Freiburg Herder 2019.
– S. Modenbach, Wer mitSegen sat, wird mit Segen ernten. Segensfeiern_fur Liebende, Paderborn Bonifatius 2020.
– B. Petrà, Una futura morale sessuale cattolica. Infedeltà all’apostolo Paolo, Assisi Cittadella 2021.
– Pontificia Commissione Biblica, Che cosa è l’uomo? Un itinerario di antropologia biblica, Città del Vaticano LEV 219.
– W. F. Rothe, Gewollt. geliebt. gesegnet, Freiburg Herder 2022.
– T. A. Salzman-M. G. Lawler, The sexual person. Toward a renewed Catholic anthropology, Washington Georgetown University Press 2008.
– Schweizerischer Katholischer Frauenbund, Lesben. Schwule und Bisexuelle in Kirche und in Gesellschaft, 2001.
– E. Volgger-F. Wegscheider (Hg.), Benediktion von gleich-geschlechtlichen Partnerschaften, Regensburg Pustet 2020.
– D. Walbelder – L. Lang-Rachor (Hrs.), Paare. Riten. Kirche, Paderborn Bonifatius 2020.
* Antonio De Caro (Palermo 1970) collabora con La Tenda di Gionata per promuovere il dialogo fra condizione omosessuale e fede cristiana. Sul tema, ha pubblicato i volumi Cercate il suo volto. Riflessioni teologiche sull’amore omosessuale (2019) e La violenza non appartiene a Dio. Relazioni omosessuali e accoglienza nella Chiesa (2021)