La benedizione delle coppie gay, la gerarchia, i giochi di potere e la dottrina
Riflessioni di Irene Agovino ed Armando Capasso, referenti del gruppo “La Rete” Campania
La dottrina è chiara: le unioni omosessuali non sono e non saranno mai come le unioni etero. L’ideale resta quello del matrimonio sacramentale ovviamente, però – perché il però vi è – resta la questione centrale: le persone omosessuali.
Nel dubium si ribadisce che l’omosessualità non può essere approvata, ma la signorina omosessualità, come la signorina eterosessualità, semplicemente non esiste. Esistono uomini e donne, in questo caso credenti, cattolici ed omosessuali. E ancora non si capisce, se vi sono elementi buoni, non ancora aggraziati – cioè visitati dalla Grazia – come mai non si può fare nulla per loro, in senso cristiano.
Non si escludono benedizioni singole, ma che diciamolo, avrebbero poco senso, anche nel “caso eterosessuale”. Terribile poi la dicotomia peccato/peccatore che non sembra escludere coppie etero, magari sposate sacramentalmente , eche non agiscono appieno nella dottrina.
Quest’ultima spolverata, ora che vi sono due possibili e pesanti scismi all’orizzonte, e si è deciso di preferirne forse uno, quello “tedesco”, per salvare le visioni “polacche” di una Chiesa comprensiva, ma fino ad un certo punto.
Francesco, che noi amiamo come Sommo Pontefice, ha deciso di salvare il salvabile. Forse sarebbe stato meglio lasciare che i tradizionalisti facessero la loro scelta.