La Bibbia delle donne. Le donne nella Bibbia, nella teologia e nella società
Articolo di Joelle Sutter Razanajohary* pubblicato sul blog Servir Ensemble (Francia) il 19 ottobre 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
“Nel 1895 Elizabeth Cady Stanton riunisce un comitato di venti donne per riscrivere la Bibbia: selezionarono i passi che parlavano di donne e li commentarono alla luce delle loro convinzioni. Cosa diventerebbe questa impresa nel XX secolo?”
Il libro collettivo [curato] da Elizabeth Cady Stanton, La Bibbia delle donne, è una pietra miliare nella nascita del movimento femminista americano. La terribile sottomissione delle donne nel XIX secolo necessitava di azioni shock per poter risvegliare le coscienze. Non faccio fatica a immaginarmi i pensieri e le reazioni dei conservatori all’idea che la Bibbia potesse venire fatta a pezzettini… sacrilegio!
Malgrado la strada che ancora resta da fare, la nostra situazione è molto diversa da quella delle nostre pioniere. Il libro che presentiamo si chiama anch’esso Une Bible des femmes (Bibbia delle donne, Labor et Fides, 2018, 288 pagine) e non è un libro shock, ma un omaggio costituito da una scelta di tematiche che le teologhe autrici del volume hanno giudicato molto significative per le donne di oggi.
Le tematiche e le sezioni del libro:
– I volti femminili di Dio, sentieri di vita spirituale, di Pierrette Daviau e Diane R. Marleau;
– Nascondete quei corpi, non li voglio vedere. Il pudore come fonte di una nuova presa di coscienza di sé, di Hanna Woodhead;
– Femmes fatales nella Bibbia? L’archetipo della donna tentatrice e seduttrice, di Catherine Vialle;
– Marte straripanti e Marie silenziose? Il servizio liberato dalla schiavitù, tra dedizione e devozione, di Elisabeth Parmentier e Sabine Schober;
– Le parole delle donne, i discorsi di Dio. Quando le donne si fanno mediatrici tra divino e umano, di Chen Bergot e Lauriane Savoy;
– Il coraggio delle donne. (Ri)pensare i concetti di femminilità e mascolinità grazie alla donna virile del secondo libro dei Maccabei, di Isabelle Lemelin;
– Una storia di straniere. Da ieri a oggi, dall’esclusione verso l’inclusione, di Pierrette Daviau e Lauren Michelle Levesque;
– Dice Gesù alla donna emarginata: “Figlia!”. Dalla violenza alla tenerezza, Marco 5:25-34, di Priscille Djomhoué;
– C’è subordinazione e subordinazione! La secolare sottomissione delle donne, di Bettina Schaller;
– Uscire dalla tenda rossa e far risplendere la tribù di Dina! Due donne inviate in missione nella Bibbia, di Fidèle Houssou Gandonou et Joan Charras Sancho;
– La bellezza delle donne bibliche. Tra oppressione e cura di sé, di Anne Letourneau;
– Una sterilità feconda. Dalla procreazione all’incarnazione della Parola di Dio, di Priscille Fallot, Christine Jacquet-Lagrèze, Martine Milliet e Danièle Ribier;
– Salvata dalla maternità? Se Maria avesse letto l’epistola a Timoteo, di Anne-Cathy Graber e Blandine Lagrut;
Qualche notazione mirata…
Difficile rendere conto di ciascuno di questi interventi, tanto sono ricchi, multipli, proteiformi. All’inizio ci avevo provato, poi ho rinunciato: un articolo di blog non basta per tutto ciò che avrei voluto dire su questo libro. Ho scelto quindi di fare un fermo immagine su qualcuno degli interventi, la cui scelta è per forza di cose soggettiva: ho scelto quelli che mi hanno più toccata. Forse non vi andrà bene, amici lettori, forse siete attirati da altri titoli e avreste fatto una selezione diversa! Dio non voglia! Comprate il libro, non vi deluderà…
Ho apprezzato molto l’articolo di Chen Bergot e Lauriane Savoy, Le parole delle donne, i discorsi di Dio, perché affronta di petto una problematica ancora molto viva al giorno d’oggi: la difficoltà delle donne a riconoscere se stesse come aventi diritto di parlare, di affermare una posizione di autorità, e mette in rilievo quelle donne che nella Bibbia hanno pienamente assunto il ruolo di portavoce di Dio: Debora, Hulda, Maria Maddalena, tra altre meno conosciute. Il diritto delle donne ad essere portavoce, in particolare della Parola divina, era ed è fragile, nonostante tutti i progressi del XX secolo in materia di uguaglianza tra i sessi.
L’identità delle donne della Bibbia, di cui parla questo articolo, si costruisce attorno all’azione e alla parola e non attorno agli stereotipi abituali (maternità, casa), cosa più che insolita nel mondo biblico, e perciò stesso degna di essere rilevata: “Tutte queste donne intermediarie tra il divino e l’umano, di cui la Bibbia ha conservato la memoria, ci dimostrano che ciò che più conta, quando si tratta di pronunciare una parola che abbia l’autorità di cambiare il corso delle cose, è l’ascolto e la considerazione della parola altrui, quali che siano l’origine, il genere e lo status sociale della persona che si esprime”.
Un altro articolo molto interessante è quello sulla donna virile del secondo libro dei Maccabei, di Isabelle Lemelin, intitolato Il coraggio delle donne, in primo luogo perché questo libro è considerato “apocrifo” dai protestanti, ed è quindi poco conosciuto; in secondo luogo, perché è innegabile che le donne, tutte le donne, siano coraggiose! “[Le donne] fanno fronte a sfide immense con una forza spesso incrollabile, e quando cadono sotto il peso della fatica e dell’usura finiscono sempre per rialzarsi e riprendere il loro posto nelle molteplici lotte delle loro vite.”
Secondo Isabelle Lemelin il coraggio tipicamente mascolino raramente migliora la vita, ma esiste anche un coraggio umano, né maschile né femminile. L’autrice decostruisce il tradizionale pensiero binario coagulato attorno al concetto di coraggio e ci conduce a una profonda trasformazione di questo concetto, ricostruendolo poi nell’ambito umano, al di fuori di quello della virilità e della violenza.
Notazioni generali…
Avrei potuto parlare anche dell’articolo su Marta e Maria, che mi ha molto toccata, ma preferisco ora dare un giudizio globale sul libro. Rileggendo la lista degli articoli, sono rimasta colpita dalle grandi e importanti tematiche che ruotano attorno al corpo femminile.
Il corpo femminile è oggetto di quattro articoli (sulle tematiche del corpo occultato, delle femmes fatales e della bellezza fisica, ma anche delle mestruazioni, con l’articolo che menziona le tende rosse); il binomio sterilità/maternità viene trattato in due articoli, completando il paradigma della percezione del corpo con quello della produzione o il rifiuto della produzione del corpo. Poco o nulla è cambiato da quei tempi lontanissimi in cui sono stati redatti questi testi: gli hashtag di oggi dimostrano il doloroso rapporto che le donne intrattengono con il loro corpo quando questo è oggetto del desiderio altrui. La riflessione su questa tematica è quindi di primaria importanza perché il cristianesimo possa ritrovare un modo per riaffermare a voce alta la coscienza del valore dell’essere umano, al di là e al di fuori di ciò che il suo corpo rappresenta e a cui contribuisce. Altre riflessioni, che vertono su tematiche di strettissima attualità (procreazione medicalmente assistita e gestazione per altri, per esempio), sono strutturate sulla base di una comprensione globale e primaria del valore dell’essere umano.
L’impatto e il posto del corpo femminile nella società sembra costituire un secondo asse di riflessione attorno alle figure di Marta e Maria, una casalinga e l’altra bella statuina, ma anche donne che parlano per conto di Dio, rifiutano di tacere e accettano di essere intermediarie tra il divino e l’umano, come le “madri coraggio” del libro dei Maccabei; in breve, donne che escono dai ristrettissimi ambiti che tradizionalmente sono loro riservati.
Un terzo asse di riflessione è la violenza. Tre articoli vertono su alcune forme di violenza che tradizionalmente vedono le donne come vittime: l’esclusione delle straniere, la violenza verso le donne già vittime, l’errata comprensione della sottomissione imposta alle spose…
Per concludere, direi che c’è una tripla articolazione in questo libro dalla copertina cangiante, anche se gli articoli non sono raggruppati secondo questa articolazione, la quale continua l’opera avviata da Elisabeth Cady Stanton. Non si tratta di rifare ciò che è già stato fatto, ma di dare alle donne di oggi delle chiavi per vivere pienamente le loro lotte; in questo senso, il libro mantiene assolutamente le sue promesse. Ecco i campi di battaglia del XXI secolo:
– Il corpo delle donne, che in molti angoli del mondo è teatro di lotte, è utilizzato come mezzo di produzione di altri esseri viventi… Così bello, così magnifico un corpo di donna! Così spaventoso quando dà la vita, o quando rifiuta di darla, quando sanguina. Fa paura: agli uomini, alla società. Bisogna nasconderlo? Esporlo? Usarlo? Farne fonte di guadagno? Domande che si pongono ancora e sempre sul corpo delle donne…
– Il posto e il contributo nella società della persona che abita quel corpo, che lo incarna; proprio perché le donne non sono solo quei corpi, hanno diritto alla parola, all’autorità, all’azione. Tutte cose che oggi sono parte integrante della vita delle donne, e tuttavia vengono regolarmente rimesse in discussione in un modo o nell’altro.
– C’è poi il rifiuto della violenza, molto popolare nell’epoca degli hashtag, la decostruzione di quei paradigmi sociali che giustificano o banalizzano la violenza verso le donne.
La modernità di questo libro e la sua aderenza alla realtà attuale sono innegabili e ne fanno un’opera irrinunciabile nella categoria dei libri femministi, che si sia o meno d’accordo con l’insieme dei saggi.
C’è poi un articolo… inclassificabile: il primo! Quello sui volti di Dio… io lo avrei messo come conclusione del libro, perché il “Dio al femminile” è presente ovunque nelle Scritture e invita noi, discepoli e discepole di Cristo, uomini e donne, a seguirlo, perché su questo cammino possiamo crescere in saggezza, in umiltà, in forza, imparando a fare spazio alla pluralità dei “volti di Dio” nelle nostre varie comprensioni del divino.
Elisabeth Parmentier (a cura di), Une bible des femmes: Vingt théologiennes relisent des textes controversés, Editore Labor et Fides, 2018, 288 pagine
* Joelle Sutter Razanajohary è pastora della Federazione delle Chiese Evangeliche Battiste di Francia e fondatrice del blog Servir Ensemble, di cui è anche amministratrice.
Testo originale: « Une bible des femmes », un livre hommage à des pionnières