La Bibbia letta da un gruppo di cristiani LGBT. La logica del dono (Gv 15, 1-8)
Articolo di Giusi D’Urso del Gruppo Kairos* di Firenze, pubblicato sul settimanale cristiano Adista Notizie, n.12,, del 7 aprile 2018, pag.15
Nei locali di una parrocchia di Firenze, Sant’Antonio da Padova al Romito, un incontro nel segno della Parola che apre all’ospitalità e alla condivisione fra un gruppo di parrocchiani e un gruppo di omosessuali cristiani. Ognuno porta sé stesso, la propria umanità che prescinde da ogni particolare declinazione. Immagine difficile da visualizzare fino a non troppi anni fa.
Ogni lettura di un passo evangelico è un incontro, che suscita un’emozione per la bellezza umana e insieme divina di quanto affermato. Una bellezza sovversiva rispetto agli stereotipi comportamentali umani. Stereotipi che non prevederebbero nemmeno quell’ospitalità e quella condivisione.
L’incontro con il passo di Giovanni 15, 1-8, che racconta del Dio vignaiolo che cura la propria vite con i tralci ad essa annessi, esprime appieno questa emozione. Anticipata dal profeta Isaia, “Cantate la vigna dal vino vermiglio! Io, il Signore, ne sono il guardiano, io la irrigo a ogni istante; la custodisco notte e giorno. Affinché nessuna la danneggi.” Nel contesto evangelico Cristo diviene la vera vite, “Io sono la vera vite”, la risposta alle attese dell’Antico Testamento in cui la vigna era l’allegoria di quel popolo da cui Dio attendeva i frutti. Ora il Signore stesso diviene non solo dono ma risposta dell’uomo a Dio. Solo rimanendo radicati in Cristo come uomini potremo portare frutto, “Rimanete uniti a me, e io rimarrò unito a voi. Come il tralcio non può dar frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure voi potete dar frutto, se non rimanete uniti a me.”
Il testo di Giovanni costituisce quindi un monito, da accogliere con serietà, in quanto la perdita della comunione profonda con Cristo porta i tralci a non dare più frutto, ed a seccare, “Senza di me non potete far nulla”. Tale comunione si manifesta nell’adesione allo spirito evangelico, che prescinde dall’adesione a una confessione religiosa, e che significa partecipazione all’umanità di Dio. Anche in maniera non consapevole, semplicemente andando incontro all’altro. Tutto ciò comporta un senso di responsabilità verso la vita che ci è stata donata. Responsabilità a rispondere al dono con il dono, alla cura con la cura. Infatti la sequela di Cristo prescinde da ogni forma di legalismo, che inaridisce chi lo pratica, e porta a una libertà interiore sgombra da tutti i condizionamenti umani e diretta solo all’amore, verso Cristo stesso e verso il prossimo, di cui quella responsabilità alla quale si è accennato è segno evidente, “Voi siete già liberati grazie alla Parola che vi ho annunziato”.
E i frutti che ne verranno saranno un po’ come la parabola dei talenti, ognuno di noi risponderà secondo il numero di talenti che gli sono stati donati. Chi saprà investire questi talenti porterà frutto, altrimenti, se li seppellirà per timore di perderli, sarà come il ramo secco che verrà tagliato.
Una delle conseguenze di questa pratica di adesione è che, come si afferma nel versetto 7, “Se rimanete uniti a me, e le mie parole sono radicate in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato”, che altro non significa se non che “quello che volete, ciò che costituisce il desiderio più grande del vostro cuore, chiedetelo e ciò si invererà in voi”. Interpretazione meno banale di quanto apparentemente non sembri dalla lettera del testo.
La gioia sarà il frutto più grande, la gioia della comunione con il Padre, il vignaiolo, e con l’umanità, i tralci ricchi di frutto. Di frutto umano.
Oggi l’emozione dell’incontro con il Vangelo si avvale all’interno della Chiesa, con un respiro tuttavia più ampio, della speranza che sorge dalle parole di Papa Francesco che propongono, seguendo proprio lo spirito evangelico, una logica alternativa a quella del mondo, la logica del dono contrapposta a quella del possesso. Di questo segno dei tempi dobbiamo fare tesoro, per preservarlo per il futuro.
*Dal 2001 il Gruppo Kairòs (gay, lesbiche e trans cristiani di Firenze) è in cammino affinché ogni donna e ogni uomo vivano la propria fede in pienezza (cf. Gv 10, 10). I testi delle lectio di preghiera di Kairos sono scaricabili sul sito kairosfirenze.wordpress.com
TESTO> Io sono la vite. voi siete i tralci (Gv 15:1-8), testo della Lectio del gruppo Kairos realizzato da Alessandro, Simone B., Innocenzo e Giusi. Tenuta il 13 febbraio 2018 (file pdf)