Gesù e le persone omosessuali
Testo di Michel Bourgault pubblicate sul sito intermonde.net/bourgo (Francia) l’11 gennaio 2007, liberamente tradotto da Anna
“Benedetto sia Dio che ha trovato il cammino nel cuore di quelli che lo accolgono! Poiché la fede è un dono di Dio, una grazia”, si diceva un tempo.
Credo che a tutti gli esseri umani, qualunque sia la loro situazione di vita, in particolare a quelli che hanno un orientamento omosessuale, sia dato di conoscere l’amore del Padre, di conoscere l’amore umano e di vivere quest’ultimo sotto forma di relazione o unione corrispondente alla propria natura profonda.
Dio forse non provvede a tutte le sue creature, soprattutto i bambini, di tutto il necessario per crescere e svilupparsi? Colui o colei che si sente amato/a da Dio riporrà la propria fede in lui e risponderà al suo amore attraverso la conversione, abbandonando gli atteggiamenti egoisti, mostrando compassione per gli altri, facendo ciò che è giusto, ricercando la pace e confidando in Dio contro ogni speranza.
Gesù e la sessualità
“La Buona Novella annunciata da Gesù –Dio ci offre la salvezza- si rivolge a tutti gli esseri umani, senza distinzione di sesso o orientamento sessuale”. Quale importanza ha riposto Gesù nel sesso e nell’orientamento sessuale delle persone? Sappiamo che ha preso le difese di una donna da uomini che se ne sono serviti al fine di trarne insegnamento. Ricorderemo anche che ha avvicinato in pubblico una sconosciuta e le ha parlato anche se ciò andava contro gli usi del tempo. In quanto al celibato, ha affermato che che alcuni diventavano eunuchi per il Regno, ma non lo ha imposto come obbligo.
I vangeli sono discreti sulle preferenze di Gesù nella scelta dei discepoli ma, come i saggi che facevano scuola, era per lo più circondato da uomini che evidentemente non erano tenuti ad occuparsi dei bambini. Ma sappiamo che anche delle donne indipendenti facevano parte del suo gruppo di discepoli.
Non esiste alcuna allusione nei vangeli al fatto che uomini o donne si potessero identificare come omosessuali.
Gesù ha accettato al suo seguito sia discepoli sposati che celibi. Ciò che gli interessava dei suoi discepoli era innanzitutto il desiderio di conoscere Dio, la sete di felicità, la ricerca del senso della vita, il libero arbitrio nello scegliere di seguirlo e di dare la propria vita per la venuta del Regno.
Paura del piacere e della sessualità
“Tutti gli esseri umani sono chiamati a coniugare erotismo e amore, ma in modi diversi. È per la loro gioia di vivere che testimonieranno la vita nella sua grandezza, bellezza, ricchezza, generosità, compassione, così come il Creatore ce ne ha fatto dono”.
Il piacere fa parte della vita; è il segno che un bisogno fondamentale venga soddisfatto. L’attrazione sessuale è una delle strade importanti verso l’incontro tra due persone, le quali in seguito possono costruire una relazione in cui ciascuno venga conosciuto e apprezzato per quello che è, scopra di essere amato in maniera incondizionata e venga stimolato a dare il meglio di sé.
Purtroppo, esiste una tendenza saldamente radicata in base alla quale molti considerano la sessualità cattiva e pericolosa e credono che l’atto sessuale sia motivato soprattutto da un piacere egoista che rischia di condurre al dominio dell’altro.
L’omosessualità fa ancora più paura perché la scienza non ci ha ancora fornito una spiegazione soddisfacente sulle sue cause. Eppure ci sembra che sempre più persone omosessuali nascano con questo orientamento a diversi livelli. L’omosessualità esiste in natura e negli esseri umani e mi sembra non solo inutile ma anche nefasto qualificarla come anormalità o addirittura perversione.
La paura dell’omosessualità o l’omofobia non rivela forse la dimensione oscura della nostra sessualità, sia personale che sociale? E quelli che negano che l’omosessualità faccia parte della natura umana, non conducono forse una lotta le cui motivazioni sarebbero ben più personali anziché intellettuali o spirituali?
Nella chiesa è giunto il tempo di aprirci alla vita affettiva e spirituale degli omosessuali, alle loro sofferenze e ai loro limiti; è tempo di vederli con uno sguardo nuovo per accoglierli così come sono e per chiamarli a collaborare al Regno di Dio. Facendo ciò, come ha fatto Gesù, annunceremo la buona novella ai poveri, lasceremo che Dio apra i nostri occhi ciechi, permetteremo allo Spirito Santo di liberarci.
Omosessualità e astinenza
“Il celibato può essere un modo radicale per testimoniare la Buona Novella al mondo. Per vivere in armonia con il progetto divino, bisogna sceglierlo liberamente”. La condizione omosessuale interpella coloro che nella chiesa insegnano che gli omosessuali, per amare, devono praticare l’astinenza e vivere nel celibato, privarsi dell’intimità e del calore del corpo altrui, della tenerezza di un cuore premuroso verso l’altro, dello sguardo di Gesù che eleva l’altro al rango di figlio e figlia di Dio. È preferibile che il celibato venga scelto e vissuto nell’amore. Se imposto, non può che umiliare una persona e addirittura trasformarsi in potenziale dominio, odio di sé e degli altri.
L’appello all’astinenza per gli omosessuali non dovrebbe essere diverso da quello che si chiede alle coppie eterosessuali. Ogni rapporto di coppia si costruisce sull’amore e l’importanza dell’atto sessuale dipende dai bisogni individuali in base ad un ritmo che tiene conto del desiderio sessuale che si instaura tra due persone e di altri bisogni, attività e impegni.
Sofferenze e interrogativi
“Con il loro atteggiamento di rifiuto, gli omosessuali attirano la nostra attenzione su Gesù che è stato rifiutato da coloro che non hanno riconosciuto in lui il figlio di Dio. Così essi interrogano gli altri sulla giustezza e sull’onestà del nostro sguardo”.
Alcuni cattolici considerano ancora gli omosessuali come anormali, pervertiti o provocatori, in quanto essi vivono ed esprimono la loro sessualità in modo diverso rispetto alla maggioranza.
La sofferenza che ne risulta da questo disprezzo e dal rifiuto avvicina le persone omosessuali a Gesù, il quale ha conosciuto l’opposizione e l’odio di coloro che denigravano il messaggio radicale dell’amore di Dio rivolto a tutti gli esseri umani e in particolare ai più piccoli, che denigravano la sua condotta contraria ai costumi e libera di fronte alla legge. Il solo e unico riferimento di Gesù era la volontà del Padre e giudicare tutti in base al proprio metro.
Per gli ebrei, sposarsi e fare figli veniva visto come una benedizione divina. Gesù, scegliendo di restare celibe e di non crearsi una famiglia, ha preso le distanze dalla cultura dominante del suo popolo. Ha chiesto ai suoi discepoli di cercare prima di tutto il Regno e la sua giustizia, dicendo che il resto –intendendo le cose normali della vita- gli verrà dato come sovrappiù.
Chiediamoci se la volontà del Padre è che le persone osservino l’astinenza sessuale oppure che ricerchino e si sforzino di vivere un amore vero. Chiediamoci se il Regno si trovi dalla parte delle vittime dell’omofobia o dalla parte dei ben pensanti, forti della loro posizione nella chiesa e delle loro conoscenze scientifiche presumibilmente infallibili.
Omosessualità e fecondità
“Le persone omosessuali sono chiamate a far parte del progetto divino, praticando diversi modi di essere fecondi”. Mettere al mondo dei bambini è una delle strade per vivere la fecondità. Tuttavia, proprio perché siamo umani e non animali, la sessualità comporta un altro aspetto, altrettanto importante, e cioè che gli umani sono esseri da rapporti. In ciò, sono simili al Creatore e lo sono anche per la fecondità sessuale.
Il lavoro, l’impegno comunitario, l’accoglienza dei poveri e degli ammalati, il mutuo sostegno nella vita di coppia, la pastorale, la preoccupazione per le sorti del pianeta, l’adozione, la creazione artistica, la ricerca scientifica costituiscono altrettante strade per creare, donare e servire i propri simili. Essere fecondi nel dono di sé all’altro è anche tutto questo. Ma nessuno riuscirà in tutti questi modi di creare e donare la vita.
Gli omosessuali che hanno scelto di vivere in coppia possono sostenersi, aiutarsi a vicenda, incoraggiarsi nella realizzazione dei progetti comuni o nel progetto dell’altro partner. Grazie al loro amore, al loro legame e al loro impegno in qualità di nucleo familiare, gruppo di amici o altre comunità, essi daranno il loro contributo alla società in cui l’essere umano verrà rispettato e riconosciuto nella sua totalità.
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Testo originale: La Bonne Nouvelle de Jésus Christ et l’homosexualité