La candelora, il santuario di Montevergine e i “femminielli” napoletani
Articolo tratto dal blog parolenondette
La denominazione di “Candelora”, data popolarmente alla festa (che si celebra ogni 2 febbraio) deriva dalla somiglianza del rito del Lucernare, di cui parla Egeria: “Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima” (Itinerarium 24, 4), con le antiche fiaccolate rituali che si facevano nei Lupercali (antichissima festività romana che si celebrava proprio a metà febbraio).
Ogni anno, il 2 febbraio, in occasione della Candelora, tutti i femminielli da Napoli (soprattutto dai Quartieri Spagnoli) si ritrovano sul sagrato di Montevergine (n.d.r. Santuario antichissimo in provincia di ) a intonare canti di ringraziamenti alla Madonna Schiavona (di cui si conserva un mirabile ritratto all’interno della Chiesa) con i ritmi della “Tammurriata”.
La Tammurriata, come scrivono Patrizia Gorgoni e Gianni Rollin nel libro “Tammuriata” è un “ballo”, un canto, un suono, una delle maggiori espressioni musicali e sociali della tradizione folcloristica campana. Essa si è sempre realizzata, sin da tempi remoti, e continua a realizzarsi in tutta la sua solare estemporaneità, ad opera del popolo, nelle campagne di provincia, il fenomeno della tammurriata è legato soprattutto a momenti ritualizzati della collettività e con più precisione alla sacralità devozionale rivolta alle tante Madonne campane e a Sant’Anna
Ma perché i femminielli dovrebbero cantare lodi alla Madonna Schiavona? Secondo una leggenda che si tramanda da secoli, la festa dei “femminielli” sarebbe ancora più antica della costruzione del Santuario stesso e risalirebbe addirittura al 1256, quando due omosessuali furono cacciati dalle mura cittadine per atti considerati osceni e portati sul monte Partenio per lasciarli morire in una giornata d’inverno.
Invece il miracolo si compì, e oltre al sole che squarciò le tenebre i due potettero anche accoppiarsi secondo le leggi di natura. I “femminielli” da anni si recano il 2 febbraio per ringraziare la Madonna per il miracolo compiuto, in una tammurriata di sincretismo religioso tra sacro e profano accettata da tutta la comunità che vi partecipa di vero cuore.