La carne d’Egitto. Siamo veramente usciti dalla schiavitù?
Riflessioni del teologo André Gounelle* pubblicate sul blog del mensile protestante Évangile et Liberté (Francia) il 29 agosto 2017, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Il libro dell’Esodo racconta che gli Ebrei liberati dalla schiavitù d’Egitto hanno fatto presto a rimpiangere la loro antica condizione, una condizione certamente dura, ma migliore di quella attuale. Invece di migliorare, la loro esistenza si è deteriorata: la carne che mangiavano in Egitto la pagavano con grandi sofferenze, tuttavia avevano sempre di che mangiare, mentre nel deserto del Sinai c’è poco o nulla.
Spesso i cambiamenti ci deludono, ci portano qualcosa che raramente corrisponde a ciò che ci aspettavamo. Alle ultime elezioni i Francesi hanno voluto per il nostro Paese una nuova classe dirigente e una diversa “governance”. Oggi sono inquieti: il cambiamento avvenuto è reale o illusorio (siamo davvero usciti dall’Egitto?)? Stiamo per entrare in un deserto privo persino della misera carne di una volta?
Come interpretare ciò che l’Esodo chiama “i mormorii del popolo”? Sono il rifiuto di sacrifici ineludibili o avvertono che i dirigenti hanno imboccato la strada sbagliata? Si può discutere. I tassi di popolarità o di insoddisfazione non risolvono la questione, anche se non sono da trascurare. Probabilmente nessuna politica potrà evitare un abbassamento del nostro tenore di vita. La nostra vocazione di cristiani non consiste nel dire chi ha torto e chi ha ragione, ma nel vegliare sulla giustizia secondo le nostre possibilità, il che implica la protesta contro i trattamenti ingiusti.
* André Gounelle, pastore, professore onorario all’Istituto protestante di teologia di Montpellier, è autore di numerosi libri e collaboratore di Évangile et Liberté da 50 anni.
Testo originale: Les viandes d’Égypte