La Cassazione sulle coppie gay: “Nessun danno per i figli”
Articolo dell’11 gennaio 2013 pubblicato dalla redazione su lastampa.it
Per i giudici «non ci sono certezze scientifiche o dati di esperienza: è un pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino vivere in una famiglia omosessuale». Paola Concia (Pd) plaude: “L’orientamento sessuale non è condizionante”.
La Cassazione apre ai figli nelle coppie gay, mettendo nero su bianco che non è altro che un «mero pregiudizio» sostenere che «sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale».
In particolare, la Prima sezione civile (sentenza 601) si è così espressa affrontando il caso scatenato da una causa di affidamento tra un uomo di religione islamica E.T. S. che aveva avuto un figlio con una donna italiana I.B., residente a Brescia, che successivamente era andata a convivere con un’amica. L’uomo, in Cassazione, ha contestato l’esclusivo affidamento del figlio accordato alla madre dalla Corte d’appello di Brescia (26 luglio 2011), sulla base del fatto che il bimbo era inserito in una famiglia gay per cui avrebbero potuto esserci «ripercussioni negative sul bambino». A suffragio di questa tesi, la difesa dell’islamico ha citato l’art.29 della Costituzione sui `diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio´.
La Cassazione ha respinto il ricorso dell’islamico e ha evidenziato che alla base delle lamentele «non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale». In questo modo, annota ancora la Prima sezione civile presieduta da Maria Gabriella Luccioli, «si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosita’ di quel contesto familiare per il bambino, che comunque correttamente la Corte d’appello ha preteso fosse specificamente argomentata». Il Tribunale per i minorenni di Brescia aveva già disposto l’affidamento esclusivo del figlio minorenne alla madre con incarico ai servizi sociali di regolamentare gli incontri del minore con il padre, da tenersi «con cadenza almeno quindicinale». Dalla sentenza si evince ancora che la donna, ex tossicodipendente, ha imbastito una relazione sentimentale e convive con una ex educatrice della comunità di recupero in cui era stata ospitata.
Tra le prime reazioni alla sentenza, Paola Concia, esponente del Pd molto attiva nel riconoscimento dei diritti per le coppie omosex, plaude alla Corte di Cassazione . «La Cassazione giustamente afferma che non ci sono certezze scientifiche a questi preconcetti – dice all’Adnkronos Concia – In realtà, ci sono tanti studi provenienti anche da Oltreoceano che dimostrano come l’orientamento sessuale all’interno di una coppia non condiziona in alcun modo la crescita di un bambino che ha necessità di amore e affetto».
Paola Concia ricorda che il centrosinistra ha inserito nel suo programma «il riconoscimento dell’omogenitorialita’». Quanto alla posizione contraria della Chiesa, Paola Concia dice: «la Chiesa rappresenta uno scoglio? Può essere sconfitto da una politica autorevole». L’esponente del Pd fa una ulteriore annotazione evidenziando come «la Prima sezione civile della Cassazione si dimostra ancora una volta una sezione all’avanguardia. Si sa che le sentenze fanno giurisprudenza. In questo caso è stato applicato il buon senso».