La chiave del Sinodo? Sta nello “spazio vuoto”
Articolo di Gianni Ferrò pubblicato su “Jesus” di novembre 2014
Il Sinodo sulla famiglia che si è concluso il 19 ottobre è stato davvero «straordinario», segnato cioè da una serie di «non si era mai visto prima». Non si era mai vista prima una tale attenzione dell’opinione pubblica per un genere di riunione normalmente “per addetti ai lavori”.
Non si era mai visto prima un dibattito così acceso e vivace, dentro e fuori dall’aula sinodale, fino a sfiorare talvolta la rissa. Non si era mai visto prima un linguaggio tanto diretto per parlare di temi (rapporti sessuali, convivenze, unioni same sex, divorziati risposati) che, per la Chiesa cattolica, sono oggettivamente spinosi.
È stata, insomma, un’assemblea fuori dal comune. In positivo, perché ha mostrato che le riforme volute da papa Francesco non sono operazioni cosmetiche per buttare fumo in faccia all’opinione pubblica, e neppure semplici tecnicismi che vanno a toccare taluni aspetti della macchina burocratica curiale, ma cambiamenti profondi che rimettono in gioco il modo stesso di comprendere la Chiesa.
E di comprenderci come Chiesa. È stata fuori dal comune — a essere sinceri — anche in negativo, perché mai prima si erano visti certi vescovi e cardinali criticare il Papa con una tale violenza verbale.
In questi attacchi, la fronda conservatrice è stata supportata da un gruppetto di giornalisti che non si sono fatti scrupolo di manipolare i fatti e inventare di sana pianta le notizie. La serenità con cui Bergoglio ha affrontato tutto questo fa pensare che avesse messo già in conto il “colpo di coda” di quanti vedono ogni cambiamento come un attentato alle loro idee (e alla loro posizione).
Nonostante gli scossoni, comunque, il Sinodo straordinario ha svolto il suo compito: fare il punto della situazione sulle tante questioni “critiche” che riguardano la famiglia. Il prossimo anno si svolgerà il “secondo tempo” di questa partita, con l’assemblea ordinaria del Sinodo. Sarà il momento di tirare le fila.
Ma quello che conta è lo “spazio vuoto” tra le due assemblee: se in questi mesi le comunità ecclesiali in tutto il mondo sapranno mettersi in gioco condividendo riflessioni, esperienze e ipotesi di soluzioni, allora potremo dire che il meccanismo di riforma della Chiesa innescato da papa Francesco è diventato irreversibile.