La Chiesa apre alle coppie gay “un appoggio prezioso per la vita”
Articolo di Andrea Tornielli pubblicato su “La Stampa” il 14 ottobre 2014
La Chiesa cambia approccio, oltre che sui divorziati-risposati, anche sui gay. È senza dubbio nuovo il linguaggio che si ritrova nella relazione che riassume la prima settimana di discussione del Sinodo sulla famiglia.
Il documento, un testo di lavoro che ora sarà dibattuto dai vescovi nei circoli linguistici, è stato letto dal relatore, il cardinale ungherese Peter Erdo.
«Le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana: siamo in grado di accogliere queste persone, garantendo loro uno spazio di fraternità nelle nostre comunità?», si è chiesto.
«Spesso esse desiderano incontrare una Chiesa che sia casa accogliente per loro. Le nostre comunità sono in grado di esserlo accettando e valutando il loro orientamento sessuale, senza compromettere la dottrina cattolica su famiglia e matrimonio?».
La dottrina morale non cambia, nel testo si ribadisce che «le unioni fra persone dello stesso sesso non possono essere equiparate al matrimonio fra uomo e donna» e che non è accettabile che si vogliano esercitare pressioni per l’«introduzione di normative ispirate all’ideologia del gender». Al contempo però, «senza negare le problematiche morali connesse alle unioni omosessuali», si prende atto «che vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partners».
Nel briefing con i giornalisti il segretario speciale del Sinodo, l’arcivescovo Bruno Forte, autore del passaggio della relazione dedicato ai gay, ha ribadito che la Chiesa non vuole usare la parola «famiglia» per le unioni omosessuali.
E ha aggiunto: «Mi sembra evidente che le persone umane coinvolte nelle diverse esperienze hanno dei diritti che devono essere tutelati», non escludendo dunque «la ricerca anche di una codificazione» di questi diritti.
Nella discussione a porte chiuse, seguita alla lettura della relazione, diversi interventi hanno avuto accenti critici con quella formulazione, e dunque è possibile che venga modificata o ampliata.
Il cardinale Gerhard Müller, Prefetto della dottrina della fede, a proposito dell’accoglienza delle persone omosessuali ha osservato: «È un atteggiamento cristiano di cui hanno sempre parlato già i documenti di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI poiché si guarda alla persona creata da Dio».
Ma ha aggiunto che «la coppia come tale non può essere riconosciuta» dalla Chiesa.
Ampio spazio è stato dedicato nella relazione ai problemi delle famiglie che vivono situazioni di difficoltà, ai divorziati-risposati e ai conviventi.
Erdo ha affermato che «nel Sinodo è risuonata chiara la necessità di scelte pastorali coraggiose. Riconfermando con forza la fedeltà al Vangelo della famiglia, i padri sinodali, hanno avvertito l’urgenza di cammini pastorali nuovi, che partano dall’effettiva realtà delle fragilità familiari, riconoscendo che esse, il più delle volte, sono più “subìte” che scelte in piena libertà».
Dalla relazione emerge il dibattito tra i favorevoli e i contrari all’ammissione ai sacramenti coppie in situazione «irregolare». Nessuno, in aula, ha proposto l’affermazione di un diritto per tutti o facili scorciatoie. «Non è saggio – si legge nella relazione – pensare a soluzioni uniche o ispirate alle logica del “tutto o niente”».
Le eventuali soluzioni andranno dunque cercate tenendo conto delle storie personali, con gradualità, attraverso un discernimento da parte dei pastori.
Rispettando soprattutto «la sofferenza di coloro che hanno subìto ingiustamente la separazione e il divorzio». Significativo anche il riconoscimento degli «elementi positivi» riscontrabili nelle «forme imperfette» quali sono considerate il matrimonio civile o le convivenze.
E ieri mattina, nella messa a Santa Marta, commentando il Vangelo del giorno Papa Francesco ha parlato dei dottori della legge, che al tempo di Gesù «erano chiusi in se stessi e nei loro sistemi», avendo dimenticato che Dio «è il Dio della legge ma è anche il Dio delle sorprese».