La Chiesa cattolica e le persone omosessuali. Il teologo tedesco Goertz: “cosa ci dice oggi il messaggio cristiano”
Articolo di Joachim Heinz pubblicato sul sito cattolico Katholisch (Germania) il 25 agosto 2015, liberamente tradotto da Marius
“Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Così Papa Francesco si è pronunciato due anni fa durante la conferenza stampa sul volo di ritorno dal suo primo viaggio in America Latina. A ciò si ispira “Chi sono io per giudicarlo?“, titolo di una nuova raccolta di saggi sul tema “L’omosessualità e la Chiesa cattolica”. Stephan Goertz*, teologo morale di Mainz, spiega in questa intervista la ragione della pubblicazione del volume completo di circa 400 pagine..
Sig Goertz, perché così tante religioni fanno fatica a comprendere l’omosessualità?
Le religioni come l’ebraismo, l’islam o il cristianesimo hanno avuto origine in un’epoca in cui non si avevano le conoscenze scientifiche sulla sessualità umana di cui disponiamo oggi. Ciò che a quel tempo valeva senza discussione fu identificato con l’ordine divino: la Terra era il centro dell’universo, gli uomini e le donne non erano uguali, tutti gli uomini desideravano le donne, tutte le donne desideravano gli uomini. E questo ha condizionato la morale sessuale.
Quali sono state le conseguenze?
La riproduzione è stata considerata il primo scopo naturale che Dio ha dato alla sessualità. E il comportamento sessuale non doveva mettere in pericolo l’ordine sociale. In questo senso, non erano tollerabili i rapporti sessuali tra uomini o tra donne. Nel Suo libro Lei tratta in particolare del tema “L’omosessualità e la Chiesa cattolica”. Non ci sarebbero nella Chiesa di oggi temi più importanti e più urgenti di cui occuparsi?
Bisognerebbe proprio chiedere alla Chiesa perché ponga ancora problemi circa l’omosessualità. Sarebbe inammissibile se la teologia non desse un suo parere. In primo luogo, la sessualità è qualcosa che riguarda tutte le persone. E in secondo luogo, in molte parti del mondo dobbiamo ancora affrontare a livello politico la discriminazione, la persecuzione, l’emarginazione degli omosessuali. Sarebbe un’importante testimonianza cristiana, se la Chiesa cattolica si pronunciasse apertamente contro questa discriminazione.
Già da diverso tempo la Chiesa sostiene che gli omosessuali non devono essere discriminati. Ma poi ci sono anche situazioni, sia nella Bibbia sia nella storia, in cui si condanna l’omosessualità… Nella nostra interpretazione dobbiamo sempre tener conto della particolare situazione storica degli autori dei testi biblici.
Nel libro del Levitico, risulta in maniera evidente, che gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso vengono definiti “atrocità” e pure “punibili con la morte”.
In questo contesto la sessualità doveva soddisfare lo scopo primario di garantire la sopravvivenza della specie. Questa non è più, ovviamente, la nostra situazione e dopo il Concilio questa non è più la nostra morale sessuale. Pertanto, per rispondere a una questione morale contemporanea non si possono utilizzare certe citazioni estrapolandole dal contesto. Altrimenti, si farebbe un uso integralista dei testi biblici.
Un’obiezione: Lei non fa la stessa cosa, quando sceglie quei punti che corrispondono alla Sua visione delle cose?
Io faccio riferimento a una posizione teologica basata sulla Bibbia: che Dio ha assolutamente promesso a tutti il suo amore, che nel popolo di Dio si devono superare le differenze naturali e sociali; che non dobbiamo condannare gli altri. Penso che ciò sia teologicamente più importante delle regole sulla “natura” dei singoli atti sessuali.
Il problema è che oggi chiunque voglia parlare di omosessualità e della Chiesa, senza andare in escandescenza, incappa immediatamente nel fuoco incrociato dei blog affiliati alla destra o dei critici di sinistra contro la Chiesa…
Per via di certi ambienti, si ha l’impressione che non si possa fare breccia con certi argomenti. Il compito della teologia è quello di esaminare gli argomenti e di domandare ciò che ci richiede oggi il messaggio cristiano. Dobbiamo discernere con cura e affrontare le questioni con schiettezza. E poi, speriamo che una tale teologia verrà di conseguenza presa in considerazione anche dai vescovi.
In autunno, il Sinodo dei Vescovi tratterà il tema del matrimonio e della famiglia. Secondo Lei che cosa possiamo aspettarci circa il rapporto con gli omosessuali nella Chiesa? E cosa sarebbe auspicabile?
E’ piuttosto probabile che verrà ancora una volta sottolineato che gli omosessuali non devono essere discriminati e criminalizzati e che hanno il loro posto naturale nella Chiesa. A livello mondiale questo è un messaggio importante. Forse alla fine si arriverà anche a smettere di condannare gli atti omosessuali. A mio avviso, sarebbe auspicabile che all’interno della Chiesa cattolica si cercasse un dialogo diretto, ancora più forte, con gli omosessuali e non si discutesse sopra le loro teste, lanciando giudizi morali. Questo sarebbe un segnale positivo.
Potrebbe sorgere la questione, che è ora già in fase di discussione in politica: fino a che punto si deve parificare il matrimonio di una coppia gay o lesbica.
Ciò che è diverso può anche essere definito “diverso”, ma merita di ricevere attenzione e rispetto in eguale misura. Ci si potrebbe chiedere se, dal punto di vista teologico, un rapporto impegnato di amore omosessuale, inteso come coppia che crede nel Dio di Israele e in Gesù, non possegga un carattere sacramentale. Le coppie omosessuali potrebbero quindi ricevere un riconoscimento da parte della Chiesa.
Ciò potrebbe avvenire un giorno, anche con segni esteriori, quali la benedizione delle coppie omosessuali?
Anche se non mi aspetto che questo costituisca un tema del Sinodo, non trovo alcun problema dal punto di vista teologico.
* Stephan Goertz è dal 2010 professore di teologia morale presso l’Università di Mainz. Il suo ultimo libro “‘Wer bin ich, ihn zu verurteilen?’ – Homosexualität und katholische Kirche” (Chi sono io per giudicarlo? – L’omosessualità e la Chiesa cattolica) è il terzo volume della serie” Cattolicesimo in transizione” pubblicato dalla casa editrice Herder di Friburgo.
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Testo originale: Homosexualität. “Nicht den Stab über andere brechen”