La chiesa cattolica, il matrimonio di Boris Johnson e la benedizione delle coppie gay. Due pesi e due misure?
Articolo di Diarmuid Pepper* pubblicato sul sito del settimanale cattolico The Tablet (Gran Bretagna) il 4 giugno 2021, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
In una cerimonia condotta alla cattedrale di Westminster, sede centrale del cattolicesimo inglese, il due volte divorziato Boris Johnson ha sposato Carrie Symonds.
Boris Johnson ha ricevuto la cresima anglicana da adolescente, ha avuto un figlio da Carrie fuori dal matrimonio e ha avuto altri figli da precedenti relazioni (pare sia padre di sette figli).
Questo non vuole essere un giudizio sul Primo Ministro britannico e sulla sua nuova moglie: i sacramenti non sono riservati ai giusti, e non vanno usati come metro di giudizio politico.
La Chiesa ha dimostrato compassione e comprensione verso i novelli sposi; la vita è complessa, e non sempre procede in linea retta. Perché la medesima comprensione non può essere offerta alle coppie dello stesso sesso?
Molti si sono chiesti come abbia fatto Boris Johnson a ricevere il sacramento cattolico del matrimonio dopo i suoi due divorzi; chiariamo subito che il premier non ha ricevuto nessun trattamento di favore, tuttavia alcune personalità cattoliche hanno espresso la loro perplessità.
Il canonista Paul Gargaro è a capo del Tribunale Cattolico Scozzese, che si occupa principalmente di annullamento di matrimoni, e ha scelto Facebook per chiarire le idee di chi ha visto svolgersi le nozze nonostante il diritto canonico non consenta il matrimonio di una persona divorziata il cui ex coniuge è ancora vivo.
L’esperto ammette di “non conoscere tutti i dettagli”, poi dice che “la situazione sembra essere come segue”.
I cattolici (e Johnson è stato battezzato nella Chiesa Cattolica) sono obbligati a sposarsi nella Chiesa: “Diventare anglicano è un peccato grave per un cattolico, ma permane comunque l’obbligo di sposarsi nella Chiesa”.
I precedenti matrimoni del premier non erano matrimoni cattolici: “Tali matrimoni sarebbero invalidi per ‘mancanza di forma canonica’, e quindi [Johnson] sarebbe libero di sposarsi” e “obbligato a contrarre un matrimonio cattolico”.
Padre Gargaro aggiunge che “la mancanza di forma canonica rende nullo un matrimonio”; questo significa che Johnson “non ha ricevuto nessun trattamento di favore” nel ricevere il sacramento del matrimonio cattolico: “Sono innumerevoli le persone che quest’anno si sposeranno nella Chiesa Cattolica nonostante siano divorziate, perché i loro precedenti matrimoni non erano matrimoni cattolici”.
Va notato che tale dispensa non può essere concessa ai divorziati che non sono stati battezzati nella Chiesa Cattolica: in questo caso, per sposarsi secondo il rito cattolico, è necessario l’annullamento.
Anche se nulla osta al matrimonio cattolico di Boris Johnson, secondo padre Gargaro “il modo in cui tratta le donne e il suo concetto di fedeltà mi sembra che lascino molto a desiderare”, e spera che il sacerdote che ha presieduto alla cerimonia, alla luce dei comportamenti del premier, “abbia preparato gli sposi in maniera adeguata”; tuttavia, la cerimonia si è svolta senza intoppi.
Dev’essere doloroso tutto questo per le persone LGBTQ cattoliche, le cui relazioni sentimentali sarebbero così peccaminose da non poter essere benedette nemmeno in forma privata.
Lo scorso marzo la Congregazione per la Dottrina della Fede, in risposta al quesito se la Chiesa avesse il “potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso”, ha decretato che è “impossibile” per Dio “benedire il peccato”.
Secondo papa Francesco “il mistero della Santissima Trinità è un mistero immenso”, che però può essere riassunto con “Dio è amore”.
I membri omosessuali della Chiesa Cattolica esistono, e vogliono far parte del gregge dei fedeli. La Chiesa deve trovare il modo di fare spazio al loro amore, e la benedizione delle unioni civili omosessuali è un modo pieno di buon senso per assicurare loro la dignità che meritano in quanto membri della fede.
Questa non è affatto un’idea radicale, ma qualcosa che sta già avvenendo nel mondo cattolico, in particolare in Germania, dove un centinaio di parrocchie stanno infrangendo la proibizione di benedire le coppie dello stesso sesso.
Il movimento Liebe Gewinnt (L’amore vince) è emerso in Germania proprio a seguito della dichiarazione vaticana secondo cui Dio “non può benedire il peccato”.
Liebe Gewinnt afferma che “continueremo ad accompagnare chi celebrerà la sua unione civile, e benediremo la sua relazione”, e che “non rifiuteremo mai una cerimonia di benedizione”.
In Germania molti volontari, accompagnati da sedici sacerdoti, hanno raccolto migliaia di firme per una petizione rivolta alla Chiesa Cattolica perché accetti di benedire le coppie omosessuali, mentre le parrocchie più conservatrici sono state invitate a esporre bandiere arcobaleno, per significare che tutte le forme di amore sono degne della grazia di Dio.
La Chiesa Cattolica è una Chiesa pellegrina, che deve sempre guardare innanzi a sé. Come scrisse san John Henry Newman: “Vivere è cambiare. Essere perfetti significa aver cambiato spesso”. Cambiare è necessario per trattare con dignità le persone omosessuali cattoliche, ma anche per stare al passo con i tempi che cambiano.
Due terzi dei cattolici irlandesi sostengono il matrimonio omosessuale; nel Regno Unito la percentuale è del 78%, ma la questione è ben più pressante dei sondaggi d’opinione.
Secondo padre James Martin, noto sacerdote statunitense, redattore del settimanale America, il documento della Congregazione ha provocato “rabbia” e ha “demoralizzato” molti nella Chiesa, una reazione che non aveva più visto dall’emergere degli abusi sessuali da parte del clero.
Padre Reinhard Kleinewiese, che benedice le coppie omosessuali nella sua parrocchia tedesca, ha dichiarato al New York Times: “Non possiamo ignorare il fatto che molte coppie omosessuali hanno già abbandonato la Chiesa”, sottolineando poi che “dobbiamo mettere in chiaro che noi non siamo d’accordo con Roma su certe questioni e certe proibizioni”.
Se alla Chiesa vanno benissimo le nozze di Boris Johnson, il cui modo di trattare le donne e il concetto di fedeltà lasciano molto a desiderare, deve pur esserci un modo per farci stare le relazioni, basate sulla fedeltà e l’impegno, tra i suoi membri omosessuali.
* Diarmuid Pepper è un giornalista irlandese che ha lavorato nel Servizio Educativo Cattolico come insegnante di religione e filosofia. Seguitelo su Twitter.
Testo originale: The Catholic Church must find a way to accommodate the relationships of its LGBTQ members