In Inghilterra la chiesa cattolica accoglie i gay e le lesbiche
Articolo tratto dal bimestrale cattolico Justice (Inghilterra) del marzo-aprile 2010, pp.22-23, liberamente tradotto da Claudio Abate
Martin Pendergast è stato più volte vittima di attacchi omofobi. Nel 1986 fu pugnalato alla schiena con un coltellino tascabile mentre fuggiva da dei ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni che lo avevano accerchiato.
“Hanno mancato per poco il rene” ci racconta Martin. “E’ stato solo dopo che la polizia ha suggerito che avrebbe potuto trattarsi di un atto con intento omofobo”.
Successivamente, quando si è trasferito in un altro appartamento con il partner, sul cancello di fronte sono comparsi degli adesivi di un gruppo fascista con la scritta “Uccidi un Gay”.
Un paio di anni fa, Martin fu aggredito sull’uscio di casa. “Sono stato preso a calci di karate e ho riportato fratture alla mandibola e a quattro costole, danni all’occhio e alla bocca e ho dovuto sottopormi ad un intervento”.
Più tardi apprese dalla polizia che il DNA degli assalitori coincideva con quello riscontrato in altri attacchi contro gay. La minaccia di violenze è qualcosa con cui gay e lesbiche hanno dovuto convivere giornalmente.
Maria Exall non ha subito attacchi fisici, ma di tanto in tanto ha dovuto sopportare insulti per strada. Ricordava come gay e lesbiche possono diventare dei target una volta che si sa che vivono in una zona.
Una ricerca mostra una sottostima dei reati di omofobia, anche se ora la polizia prende molto seriamente tali tipi di atti. “C’è stato un incremento delle violenze omofobe soprattutto da parte di gruppi di giovani” ci dice Martin, che ha notato il ruolo che spesso giocano le ragazze nel bullismo.
“E’ il segno di qualcosa che sta accadendo, di una privazione dei diritti civili dei giovani che sfocia in aggressione contro chiunque si pensi diverso”. Entrambi hanno fatto riferimento a ricerche che evidenziano un aumento del bullismo omofobo nelle scuole, sebbene Martin sostiene di aver visto che negli istituti cattolici è stato compiuto un eccellente lavoro per promuovere l’inclusività tra lo staff e gli studenti.
Un dirigente di un sindacato nazionale, raccontava Maria, ha impiegato 20 anni di lavoro per far sì che il bullismo omofobo venisse riconosciuto sul luogo di lavoro e preso seriamente nel movimento sindacale.
Nella chiesa (cattolica) Martin e Maria dicono di aver visto come gay e lesbiche sono trattati come una questione di giustizia sociale e di etica sessuale personale. Sono frustrati dal fatto che, in molti casi, ci si riduce a discutere delle pratiche sessuali personali.
L’orientamento sessuale è diventato oggetto di approfondita discussione nella Chiesa solo negli ultimi 30 anni, principalmente in conseguenza della Dichiarazione sull’etica umana del 1976, autorizzata da Papa Paolo VI.
Martin ricorda che quando studiava teologia a Roma alla fine degli anni ’60 l’argomento era appena trattato. “I nostri vescovi nel 1979 diramarono le linee guida pastorali secondo cui, come l’eterosessualità, l’orientamento omosessuale era moralmente neutrale e riguardava il modo in cui le persone lo vivevano” dice Martin. Maria non condivide il punto di vista di alcuni cristiani che dipingono l’omosessualità come una sorta di “malattia secolare”.
Per Martin e Maria la questione è affrontare l’etica con l’integrità e ritengono che la ricca tradizione della Chiesa cattolica con riferimento alla diversità la renda un posto dove tali tematiche possono essere meglio risolte ragionevolmente.
Martin sostiene che, all’interno del movimento cristiano di gay e lesbiche (LGCM), le persone sono state attirate ad unirsi alla Chiesa cattolica dopo esser stati colpiti dai suoi insegnamenti e, in particolare, dalla sua natura inclusiva.
“Le persone stanno rispondendo al più ampio messaggio che la Chiesa cattolica sta lanciando a proposito dello sviluppo umano integrale” aggiunge Martin. “Si tratta del far parte di una comunità e non si riduce tutto alla sessualità”. Martin pensa inoltre che in Inghilterra e Galles la gerarchia sia stata illuminata durante il corso degli anni per il modo in cui ha affrontato le questioni.
È stato 10 anni fa che gay e lesbiche hanno dato avvio ad una messa mensile che inizialmente si teneva in un convento cattolico e successivamente nella chiesa anglicana di Sant’Anna a Soho, Londra.
Il numero crebbe da 30 a 40 e le messe cominciarono ad essere celebrate due volte al mese. Tre anni fa, dopo un processo di consultazione, le messe furono spostate nella Chiesa dell’Assunzione in Warwick street a Soho.
“Ora, dalle 100 alle 120 persone frequentano regolarmente ed ogni volta ci sono nuovi arrivi”, dice Martin. Ha stimato che circa 250-300 persone diverse sono dei frequentatori regolari. “Persone di diverse minoranze etniche, età, formazioni e sessualità si radunano tutte” dice Martin, il quale crede che il Vaticano stia osservando il modello perché potenzialmente impiegabile in altre parti del mondo dove c’è un atteggiamento più aggressivo verso la comunità gay e lesbica.
Martin è anche contento di vedere che alcune proteste al di fuori dalla Chiesa sembrano essersi ridotte negli ultimi mesi.
Gli organizzatori delle messe hanno ricevuto plausi da molte persone, compreso quello di un prete anziano di Westminster che ha detto a Martin che se ne sarebbe andato via dalla Chiesa anni fa se lui fosse stato sottoposto allo stesso tipo di abuso che la comunità gay e lesbica ha subito. “Il modo maturo è tuttavia impegnarsi e non semplicemente andar via”, dice Martin.
Sia Martin che Maria desiderano che le persone senza una formazione religiosa vengano a vedere la natura inclusiva e tollerante della Chiesa cattolica. È troppo facile per coloro che sono al di fuori della Chiesa attaccarsi ad alcuni dei più reazionari e malinformati commenti e accusare tutte le persone di fede di omofobia.
Ma il bisogno di costruire dei ponti è vitale e vedere gay e lesbiche più a loro agio nella Chiesa dovrebbe essere motivo di festeggiamento. È un segno di fiducia in ciò in cui la Chiesa crede e nella sua abilità di operare trasversalmente per tutta l’umanità in modo genuinamente vario.
Il ruolo pastorale della Chiesa (cattolica)
Il Cardinale Cormac Murphy-O’Connor (2005): La Conferenza dei Vescovi di Inghilterra e Galles nel suo documento Cherishing life (Vita adorante) del 2004 chiarisce che “un orientamento omosessuale non deve mai essere considerato peccaminoso o maligno in sé”. Né nessuno dovrebbe mai subire discriminazione o pregiudizio in conseguenza di tale orientamento. La Chiesa condanna completamente tutte le forme di ingiusta discriminazione, molestia o abuso dirette contro persone che hanno tendenze omosessuali.
Dall’omelia dell’arcivescovo Vincent Nichols alla messa commemorativa nel 10° anniversario della morte del cardinal Basil Hume, 17 giugno 2009: “Lui era convinto che, per esempio, quelli con un orientamento omosessuale non devono sentirsi alienati dalla Chiesa per un’insensibile e incompleta presentazione dell’insegnamento morale sessuale della Chiesa.
Insisteva perché facessimo attenzione che l’insegnamento della Chiesa non identificasse le persone in base alla loro sessualità, un insegnamento molto trascurato oggigiorno. Diede nuova enfasi a una dimenticata stima per l’amore di un’amicizia genuina”.
Testo originale: An inclusive chuch. The church’s ministry to lesbian and gay Catholics