La Chiesa Episcopale degli Stati Uniti approva l’ordinazione di sacerdoti transessuali e il rito del matrimonio gay
Articolo tratto dal blog cristianosgays (Spagna) del 12 luglio 2012, liberamente tradotto da Dino
Un’eccellente notizia pubblicata da El Pais ci informa di nuove azioni inclusive della Chiesa Episcopale – ramo statunitense della confessione anglicana – la cui conferenza annuale dei vescovi ha approvato sia l’ordinazione di persone apertamente transessuali (consentiva già l’ordinazione di persone omosessuali) che la creazione di un rito liturgico di benedizione di coppie dello stesso sesso. La denominazione, che raggruppa quasi due milioni di fedeli, festeggia la sua 77.ma assemblea generale. Ha anche aperto la strada verso la celebrazione di matrimoni tra persone dello stesso sesso.
I capi della Chiesa Episcopale degli Stati Uniti, che dipende dalla Comunione Anglicana e che conta quasi due milioni di fedeli, questo lunedì hanno votato a favore dell’autorizzazione ad ordinare persone transessuali. Dopo che la Camera dei vescovi, che raggruppa le maggiori autorità ecclesiali, il sabato precedente aveva approvato il provvedimento, la Camera dei Deputati, formata da sacerdoti e da parrocchiani, il lunedì ha confermato la decisione, modificando i suoi “criteri di non discrimazione”, allo scopo di includere in essi anche “l’ identità e l’espressione di genere”.
La Chiesa Episcopale fino a giovedì vede svolgersi ad Indianapolis la sua Riunione generale, che avviene ogni tre anni. In occasione di questo incontro le due camere del governo (ecclesiale) approvano nuove norme che regolano la liturgia nei centri di culto episcopale degli Stati Uniti.
Ora, nella regola numero 77, viene proibito che si neghi il sacerdozio a qualsiasi persona che si sia sottoposta al cambiamento di sesso. Fino a quest’anno in riferimento alle ordinazioni era proibita la discriminazione per altri diversi motivi, come la razza, il genere, l’orientamento sessuale o lo stato civile.
Il lunedì la Camera dei vescovi ha votato anche a favore dell’adozione di un rito per officiare matrimoni omosessuali, una risoluzione che deve ancora essere confermata dalla Camera dei Deputati. Finora i sacerdoti che lo desideravano potevano dare una benedizione a coppie omosessuali, ma non sposarle formalmente. Il nuovo rito per omosessuali non sarà comunque obbligatorio, e i vescovi che non accettano le unioni tra persone dello stesso sesso potranno rifiutarsi di officiarlo nelle proprie diocesi. Il matrimonio omosessuale non è legale a livello federale negli Stati Uniti, benchè sia stato approvato in sei Stati e nella capitale federale.
In realtà la Chiesa Episcopale non aveva una posizione ben definita riguardo all’ordinazione di persone transessuali, ma i vescovi episcopali hanno deciso di eliminare ogni soggettività di opinione e di includere espressamente l’dentità di genere tra le condizioni che non possono essere motivo di discriminazione. Per quanto riguarda la creazione di un rito comune di benedizione delle coppie dello stesso sesso, i sacerdoti episcopali già dal 2009 potevano benedire questo tipo di unioni, ma non esisteva una liturgia ben definita e ciascuno lo faceva a modo suo.
Quest’ultima decisione è stata presa con 111 voti a favore, 41 contrari e 3 astensioni. Gli episcopali tuttavia non hanno ancora fatto il passo di attribuire al matrimonio tra persone dello stesso sesso lo stesso carattere sacramentale del matrimonio eterosessuale. La decisione di creare una liturgia specifica ricorda, a livello religioso, lo stesso rapporto esistente tra le unioni civili e il matrimonio civile: un’istituzione che gestisce in modo diverso ciò che dovrebbe essere uguale.
Nonostante tutto si tratta di un passo molto significativo, soprattutto se si tiene conto dell’opposizione che i loro “fratelli” inglesi stanno dimostrando sia all’approvazione del matrimonio civile tra persone dello stesso sesso (proposta dal Governo britannico) che alla celebrazione di unioni civili in una chiesa o in un tempio religioso, cosa che la legislazione britannica di fatto consente dallo scorso dicembre.
La Chiesa Episcopale degli Stati Uniti è affiliata all’anglicanesimo, che a livello mondiale conta 85 milioni di fedeli. Già nel 2009 la precedente Riunione Generale aveva autorizzato l’ordinazione di gay e lesbiche, fatto che ha provocato tensioni con le denominazioni del Regno Unito e l’Africa. In precedenza, nel 2003, una diocesi del New Hampshire, uno Stato nordamericano, aveva eletto il primo vescovo omosessuale, il reverendo Gene Robinson. Per questo fatto alcune diocesi hanno cambiato affiliazione, abbandonando la Chiesa Episcopale degli Stati Uniti ed associandosi a quella dell’Africa.
“Ci riempie di allegria questa chiara affermazione che la Chiesa Episcopale gradisce e apprezza le possibilità sacerdotali delle persone transessuali, laiche o religiose” ha affermato l’organizzazione TransEpiscopal in un comunicato inviato ai media. “Siamo grati per il grande gesto di appoggio e per la comprensione dei problemi dei transessuali dimostrati dai deputati che rappresentano una grande varietà territoriale e generazionale di questa Chiesa.
Un lungo cammino inclusivo
La Chiesa Episcopaliana è quella che all’interno della comunione anglicana ha fatto i passi più concreti verso la piena integrazione dei suoi fedeli LGBT. Già nel 2003 ha fatto epoca ordinando vescovo Gene Robinson, apertamente omosessuale. E nel 2009 ha rotto con la moratoria autoimposta anni prima dalla comunione anglicana ed ha deciso di mettersi ad ordinare vescovi e vescove apertamente omosessuali, così come benedire le coppie dello stesso sesso. All’altro estremo si trovano le Chiese anglicane africane, alcune delle quali sono pesantemente omofobe. In una posizione intermedia, cercando di mantenere un equilibrio ogni volta più precario, si colloca la Chiesa di Inghilterra capeggiata dall’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams (l’arcivescovo di Canterbury rappresenta anche la massima autorità spirituale di tutta la comunione anglicana, a meno che le Chiese che la formano si organizzino in forma indipendente). Equilibrio che negli ultimi mesi è stato turbato dalle iniziative del Governo della Scozia e dello stesso Governo britannico riguardo al matrimonio tra persone dello stesso sesso, che stanno costringendo gli anglicani britannici a prendere una posizione precisa.
Williams, all’epoca considerato un “progressista”, ha affermato di essere contrario, adducendo la spiegazione che le leggi non devono promuovere “cambiamenti culturali”. Ma non tutti gli anglicani britannici condividono questa opinione. Il reverendo David Chillingworth, capo della Chiesa Episcopale di Scozia (che, pur avendo pochi seguaci, ha un’indubbia importanza simbolica) si è espresso a favore della discussione di questo argomento. E l’arcivescovo del Galles, Barry Morgan, massima autorità della Chiesa del Galles (formalmente indipendente dalla Chiesa di Inghilterra dal 1920) ha dichiarato di essere favorevole ad accettare con naturalezza l’approvazione del matrimonio civile tra persone dello stesso sesso.
Rowan Williams ha annunciato il suo ritiro entro pochi mesi, fatto che causa un rimaneggiamento di potere in seno agli anglicani che può compromettere quell’equilibrio tra conservatori e progressisti che l’arcivescovo di Canterbury ha mantenuto con grande fatica.
Testo originale: La Iglesia Episcopal de EE UU aprueba la ordenación de sacerdotes transexuales y un rito litúrgico de bendición de las uniones homosexuales