La Chiesa Mormone annulla la condanna del matrimonio omosessuale
Articolo di Sarah Pulliam Bailey* e Scott Clement pubblicato sul sito del quotidiano The Washington Post (Stati Uniti) il 4 aprile 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
I figli di genitori LGBT potranno ora essere benedetti e battezzati nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni [Mormone]; i vertici della Chiesa hanno ribaltato un precedente regolamento del 2015 che escludeva dalla benedizione e dal battesimo i figli minorenni di genitori LGBT; è stato inoltre aggiornato il manuale in uso ai responsabili, rimuovendo la condanna di “apostasia” verso i matrimoni omosessuali: “Continuiamo a considerare il matrimonio omosessuale una trasgressione grave, tuttavia non sarà più un atto di apostasia per le discipline della Chiesa, e i comportamenti immorali verranno tutti trattati nello stesso modo, che si verifichino all’interno di una relazione eterosessuale oppure omosessuale” secondo una dichiarazione di tre leader mormoni.
Il nuovo regolamento, che rimuove di fatto la minaccia di scomunica per i mormoni omosessuali, è stato annunciato pochi giorni fa alla 189esima Conferenza Generale Annuale della Chiesa: “Vogliamo ridurre l’odio e i conflitti che oggi sono così frequenti” continua il comunicato. La Chiesa, tuttavia (che in passato ha premuto molto perché il matrimonio omosessuale non venisse approvato in California e nelle Hawaii, prima della sentenza della Corte Suprema) sottolinea il fatto che il cambiamento nelle discipline non modifica la dottrina mormone secondo cui il sesso è riservato al matrimonio tra un uomo e una donna.
“I progressisti lo considerano un cambiamento positivo, ma non vogliono che la Chiesa si fermi qui” scrive Steve Evans sul popolare blog mormone By Common Consent. La decisione, annunciata nel giugno 2015, di escludere le famiglie LGBT dai più importanti riti mormoni sollevò un mare di critiche nella Chiesa, che conta sedici milioni di membri, molti dei quali annunciarono di volerla abbandonare. “C’è stata un’ondata di shock in tutta la Chiesa” dice Taylor Petrey, professore di religione al Kalamazoo College che sta scrivendo un libro su genere e mormonismo. Petrey è rimasto molto sorpreso dalla decisione di pochi giorni fa, soprattutto perché il presidente della Chiesa, Russell M. Nelson [eletto nel gennaio 2018, n.d.t.], era uno dei più strenui difensori del vecchio regolamento: “Aveva detto che [il regolamento del 2015] era una rivelazione, vale a dire il livello più alto delle dottrine mormoni. Vederla annullata con lui a capo della Chiesa è stato scioccante”.
Il regolamento e il suo ribaltamento sono stati decisi dai vertici della Chiesa, tutti al maschile e composti da quindici membri, che tradizionalmente non commenta le sue decisioni. Prima del 2015 i leader mormoni cercavano di trovare un equilibrio tra la difesa della loro libertà religiosa e la concessione dei diritti LGBT attraverso un compromesso politico con i leader LGBT dello Utah. Secondo un sondaggio del Pew Research Center, la percentuale di mormoni secondo cui l’omosessualità dovrebbe essere accettata dalla società era salita dal 24% nel 2007 al 36% nel 2014.
Molti mormoni hanno considerato la decisione un passo indietro dalla reputazione che la Chiesa si era costruita di ponte tra le Chiese conservatrici e la comunità LGBT. Alcuni responsabili locali non sapevano bene come farla rispettare, dice lo storico della Chiesa Matthew Bowman: per esempio, c’erano dei bambini che avevano il padre o la madre in una relazione omosessuale, ma non ci vivevano assieme, perché i genitori erano divorziati: “Alcuni responsabili locali hanno applicato blandamente il regolamento, altri l’hanno congelato e altri ancora hanno chiesto chiarimenti, per questo il suo impatto non è stato [così diffuso] come avrebbe potuto essere”.
Secondo il regolamento del 2015, quando il figlio o la figlia di genitori LGBT raggiungeva la maggiore età aveva la possibilità di rinnegare formalmente la convivenza e il matrimonio tra persone dello stesso sesso, smettere di vivere con la sua famiglia e richiedere uno speciale permesso per entrare a far parte della Chiesa. Da alcuni giorni tutto questo non è più necessario. I mormoni vengono solitamente benedetti da neonati e battezzati a otto anni circa, e questa prassi, secondo i mormoni, costituisce un patto con Dio, necessario per la salvezza ed essenziale per poter celebrare altri riti, come il matrimonio.
Secondo Evans, la reazione negativa contro il regolamento del 2015 è stata così veemente, in gran parte, perché sembrava punire i minori per le azioni dei genitori: “Forse per la prima volta ho visto un’opposizione diretta e pubblica a una decisione della Chiesa da parte dei suoi semplici fedeli, e questo probabilmente ha qualcosa a che fare con il suo annullamento”, ma ci potrebbero essere reazioni di senso contrario da parte di chi pensa che il vecchio regolamento fosse voluto direttamente da Dio: “Chi lo sosteneva ora dice ‘Ma veniva da Dio? Se veniva da Dio, perché ora lo annullate?’. Altri dicono ‘Lo sapevamo che non veniva da Dio’. Forse viene messa in discussione la pretesa autorità divina della Chiesa, o forse vediamo che i suoi vertici non sono infallibili”.
Kerry Spencer, allevata nella fede mormone e docente per molti anni dell’Università Brigham Young [l’università mormone dello Utah, n.d.t.], dice che la decisione del 2015 è stata una delle principali ragioni per cui ha abbandonato la Chiesa l’anno dopo. Spencer è madre di due figli e presto si sposerà con un’altra donna, ed era “irritata e seccata” che il suo futuro matrimonio sarebbe stato considerato “una grave trasgressione” dalla Chiesa: “Ti fanno capire ogni minuto che in te c’è qualcosa che non va. Sei, come dire, incurabile in questa vita”.
I mormoni danno grande importanza alla famiglia e la loro dottrina insegna che, per conseguire la pienezza della salvezza, bisogna essere sposati. Spencer non si aspetta dalla Chiesa ulteriori passi in avanti verso le persone LGBT: “Sono già contento che facciano passi così piccoli. Avere poca speranza ti fa sentire più sicuro”. Nel 2014 un sondaggio del Pew Research Center aveva rilevato che il 26% dei mormoni era a favore del matrimonio omosessuale, più o meno come i protestanti conservatori. L’unica grande tradizione religiosa che accetta meno di loro l’omosessualità sono i testimoni di Geova.
* Sarah Pulliam Bailey gestisce Acts of Faith, il blog sulla religione del Washington Post. I suoi articoli parlano di come la fede si interseca con tutto: la politica, la cultura, l’istruzione, il matrimonio omosessuale, la povertà, l’aborto e l’ambiente. Prima di arrivare al Washington Post era corrispondente da New York dell’agenzia Religion News Service e redattrice online del mensile Christianity Today. Durante il periodo universitario è stata redattrice del giornale degli studenti del Wheaton College e ha fatto esperienza in quattro quotidiani.
Testo originale: Mormon Church to allow baptisms, blessings for children of LGBT parents, reversing 2015 policy