La Chiesa ortodossa russa vuol far proibire le relazioni gay
Articolo pubblicato su lemonde.fr (Francia) il 10 gennaio 2014 traduzione di finesettimana.org
La Chiesa ortodossa russa ha suggerito, venerdì 10 gennaio, di organizzare una consultazione popolare per proibire le relazioni tra omosessuali, il che equivarrebbe a criminalizzarle, come al
tempo dell’Unione Sovietica. Il portavoce della Chiesa ortodossa russa Vsevolod Chaplin, ha dichiarato al quotidiano
Izvestia: “Vale senz’altro la pena discutere di questo argomento nella società, dato che il potere è nelle mani del popolo. Sono convinto che tali relazioni sessuali debbano essere completamente escluse dalla vita della nostra società.
Se riusciremo ad ottenere questo con mezzi di convinzione morale, tanto meglio. Se dobbiamo far riferimento alla legge, chiediamo allora alle persone se sono pronte a questo”.
“È la maggioranza del popolo e non delle forze esterne di qualsiasi tipo che deve definire ciò che costituisce una infrazione penale da noi”, ha aggiunto Vsevolod Chaplin, reagendo ad una recente iniziativa di un prete ortodosso russo che aveva proposto di organizzare un referendum sulla reintroduzione di azioni giudiziarie contro gli omosessuali.
In Russia, fino al 1993 l’omosessualità è stata considerata reato, passibile di otto anni di prigione e, fino al 1999, è stata ritenuta malattia mentale. La Russia ha adottato l’anno scorso una legge che sanziona con multe e pene detentive la “propaganda” omosessuale davanti ai minorenni, legge che è stata denunciata come discriminatoria
dai difensori dei diritti umani. Ha anche suscitato vive critiche di sportivi e responsabili politici all’esterno, alcuni dei quali hanno anche invitato a boicottare i Giochi Olimpici di Sochi.
Le affermazioni del portavoce della Chiesa ortodossa sono state subito denunciate dai militanti della causa omosessuale russa. “La reintroduzione di azioni giudiziarie contro gli omosessuali corrisponderebbe ad autorizzare di nuovo la pena di morte”, che oggi è oggetto di una moratoria in Russia, ha dichiarato Nikolai Alexeev, un responsabile della comunità omosessuale russa.