La chiesa Unita del Canada e il dibattito sull’omosessualità
Articolo di Thierry Delay* tratto da culture-et-foi.com, traduzione di Domenico Afiero
Il problema dell’orientamento sessuale è rimasto a lungo un tabù anche nella Chiesa Unita del Canada, formata da diverse confessioni cristiane (Chiesa metodista, Chiesa presbiteriana e Chiesa congregazionalista) unite dal principio di accettazione della diversità culturale, etica e teologica. Solo dopo anni di accesi dibattiti si è arrivati ad una politica ufficiale di non discriminazione che ha permesso di accogliere nella Chiesa Unita persone gay, lesbiche, bisessuali e trasgenders. Ma rimane ancora molto da fare. Vediamo quale cammino questa chiesa ha già percoso e quanto gli resta ancora da percorrere.
La Chiesa Unita nasce nel 1925 da diverse confessioni cristiane (Chiesa metodista, Chiesa presbiteriana e Chiesa congregazionalista) e si fonda sul principio di accettazione della diversità culturale, etica e teologica . La politica di non discriminazione, storicamente, è diventato un punto centrale per la sua esistenza e per la sua missione. Così, nessuno dovrebbe essere escluso dalla comunità di questa Chiesa per ragioni di razza, di lingua, di sesso e di censo.
Tuttavia, il problema dell’orientamento sessuale è rimasto a lungo un tabù. Il principio di non discriminazione voleva che tutti fossero accettati , ma, in pratica, si accoglievano gli omosessuali facendo mantenere loro l’anonimato, cioè il loro orientamento sessuale non si doveva notare.
Solo dopo anni di accesi dibattiti , di riflessione e di preghiera, si è arrivati ad una politica ufficiale di non discriminazione che permette di accogliere realmente ed apertamente nella Chiesa Unita persone gay, lesbiche, bisessuali e trasgenders.
Ma rimane ancora molto da fare per sfatare l’omosessualità e sensibilizzare la gente alla realtà gay. Il fatto che la Chiesa Unita canadese abbia adottato il principio di accoglienza non significa necessariamente che ogni fedele si senta pronto ad abbracciare questo principio.
A partire dagli anni ’70 , i Consigli Generali che si sono succeduti hanno chiesto pari trattamento e un’attitudine non discriminatoria per uomini e donne gay sul lavoro, nel servizio pubblico e sul ruolo da riservare loro all’interno della Chiesa e della società.
La Chiesa Unita ha anche rivendicato presso le autorità governative del Canada pari trattamento tra coppie gay e eterosessuali per l’imposta sul reddito. Poiché il Consiglio Generale è la più alta istanza decisionale della Chiesa Unita, le decisioni prese dalle persone che vi sono elette diventano la politica ufficiale per la vita della Chiesa e per le sue implicazioni sociali.
Di seguito, in maniera sommaria, sono elencate le misure prese dalla Chiesa Unita del Canada per invitare ogni persona, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, a partecipare pienamente alla vita della Chiesa e della società civile.
Nel 1981, una commissione di lavoro, su delega del Consiglio Generale (la più alta istanza decisionale della Chiesa Unita canadese), redige il rapporto Foi et sexualité (Fede e sessualità) che fa il punto circa le divergenze etiche e teologiche in materia di sessualità all’interno della Chiesa. Questo documento è il punto di partenza di un processo che sarà caratterizzato da parecchie tappe importanti:
Nel 1984, il 34° Consiglio Generale ha fatto una serie di dichiarazioni sulla sessualità:
· Si accetti ogni essere umano, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, in quanto creato a immagine di Dio.
· Ogni fedele della nostra Chiesa, sia individualmente che collettivamente, diventi più cosciente della discriminazione di cui gli omosessuali sono vittime; si prendano delle misure perché uomini e donne omosessuali possano esercitare pienamente i loro diritti civili ed umani nella società; si lavori in modo da porre fine a ogni forma di discriminazione verso la comunità gay e di sostenere le vittime da tale discriminazione.
· Ogni fedele, sia esso eterosessuale che non, esamini e comprenda la sessualità e gli stili di vita alla luce del Vangelo.
Nel 1998, il Consiglio Generale dichiarò che, riferendosi ai Principi d’Unione (testo fondatore della Chiesa Unita) del 1925 , “ogni persona,a prescindere dal suo orientamento sessuale, professando la sua fede e mostrando obbedienza a Cristo, fosse accolta o invitata a diventare fratello o sorella della Chiesa Unita canadese” così come “potesse esprimere il desiderio di essere ordinato pastore”.
Nel 1992, il Consiglio Generale ha chiesto alla Divisione della Missione del Canada di creare mezzi liturgici e pastorali per celebrare unioni tra persone dello steso sesso e di diffonderli per lo studio e i dibattiti, così come di proporre mezzi per aiutare le parrocchie disposte a impegnarsi pubblicamente ad accogliere uomini e donne omosessuali.
Nel Consiglio Generale del 2000, un’altra proposta è stata adottata per permettere di mandare avanti il dibattito, il dialogo e l’azione. Questa proposta comprendeva una dichiarazione che mirava ad affermare l’importanza dei compagni e delle compagne di ogni uomo o donna gay; a lavorare attivamente al riconoscimento civile dei loro diritti; a redigere la situazione della realtà nella documentazione della Chiesa e nelle liturgie delle unioni.
Quello stesso Consiglio Generale del 2000 ha incoraggiato le parrocchie locali a studiare la possibilità di diventare delle parrocchie “accoglienti”, cioè d’impegnarsi ad accogliere persone gay, lesbiche, bisessuali e transgenders a ogni livello della loro vita di Chiesa. Queste parrocchie offrono alle coppie dello stesso sesso, a seconda del caso, culti di unione o di matrimonio .
Nel Consiglio Generale del 2003, la Chiesa Unita ha lanciato un appello al governo federale canadese perché sia riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso. La Chiesa Unita già lo riconosce di fatto nei propri documenti ufficiali (i registri di matrimonio per esempio) e attraverso le celebrazioni di matrimonio, da quando la legge lo permette.
Parecchie parrocchie della Chiesa Unita del Canada hanno scelto di affermare ufficialmente e pubblicamente la loro attitudine di apertura verso i gay, i bisessuali e i trasgenders . Queste parrocchie, infatti, aderiscono al circuito dell’organismo “S’affirmer Ensemble” (Affermarsi Insieme) che lotta contro l’omofobia e spinge la Chiesa Unita canadese a riconoscere tra i propri fedeli anche i gay.
* Thierry Delay è pastore della chiesa Unita di Saint-Jean a Montréal
Articolo originale (sito esterno)
le débat sur l'homosexualité s'est posé et a été mené dans l'Église Unie du Canada