La Chiesa valdese apre alle coppie gay
Articolo di Antonio Giaimo tratta da La Stampa del 1 settembre 2007
Il sinodo 2007 della chiesa valdese e metodista ha affrontato numerosi temi tra questi spicca sia il pronunciamento del sinodo contro ogni forma di omofobia ma anche il dibattito per giungere a una benedizione delle unioni omosessuali, decisione quanto mai vicina che invece stà scatenando numerosi contrasti all'interno di numerose comunità della chiesa Battista italiana, in comunione con la chiesa Valdese e Metodista su molti altri temi e iniziative.
La chiesa valdese e metodista affronta il delicato tema dell’omosessualità, puntando la propria attenzione sulla discriminazione, l’aggressività e la violenza nei confronti dei diversi. E nell’ultimo giorno del Sinodo invita ad appoggiare organizzazioni, gruppi ed iniziative tese a sensibilizzare l’opinionà pubblica contro il pericolo strisciante dell’omofobia.
«L’aiuto è rivolto a tutti coloro che si impegnano a salvare dal boia migliaia di persone condannate ingiustamente a eausa del loro diverso orientamento affettivo», così si legge nella mozione presentata dai pastori Daniele Bouchard, di Luserna, e Letizia Tomassone, di la Spezia, vice presidente della Chiesa Evangelica d’Italia.
«La nostra posizione si colloca nel quadro di una pacifica convivenza, ciascuno nella propria individualità e genere — spiega la moderatrice della Tavola Valdese, Maria Bonafede — da qui a benedire le coppie gay ce ne passa ancora, ma si deve riflettere. Non facciamo quindi dire al Sinodo quello che non ha detto». Ma sembra chiara l’indicazione che arriverà nei prossimi mesi dal mondo del protestantesimo, che si riunirà a novembre in occasione Sinodo delle chiese battiste, metodiste e valdesi di Roma.
L’apertura verso le coppie diverse non è certo materia inesplorata per la chiesa di Pietro Valdo: nell’ultimo anno, ad esempio, si sono sussegiiite in varie città d’Italia veglie ecumeniche di preghiera contro l’omofobia. Aggiunge la pastora Letizia Tomassone: «E’ da 30 anni che là nostra chiesa lavora per capire queste problematiche, ad esempio ad Agape, in Val Germanasca, ogni anno si svolge un campo dedicato proprio ai gay. La nostra chiesa viene concepita dagli omosessuali come luogo di accoglienza e visibilità».
Inoltre esiste una rete evangelica che da anni lavora con i giovani omosessuali. «Già nel 2000 il Sinodo — continua Letizia Tomassone — aveva nominato una commissione per lavorare con le sue chiese proprio su questi temi, analizzando i testi che troviamo anche nella Bibbia, che condannano l’omosessualità. Mi riferisco a Sodoma e Gomorra e ad alcuni passi della lettere ai romani di Paolo».
Chiaro quindi l’intento della mozione approvata ieri, e cioè di continuare a capire, di far sì che non venga meno quella sensibilità che questa Chiesa – che da sempre parla di integrazione – deve avere non solo nei confronti di chi ha un diverso colore della pelle, ma anche di chi vive una sessualità differente. Aggiunge la vice presidente della Chiesa Evangelica d’Italia: «Per la Chiesa cattolica lesbiche e omosessuali vivono nel peccato, per noi no e quindi, se vogliamo esprimere la nostra solidarietà verso gli omosessuali e la ferma condanna verso la discriminazione, ritengo che sia possibile percorrere la strada che porterà alla benedizione delle coppie gay».
Su questo orientamento del Sinodo di Torre Pellice è intervenuto anche Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay, che afferma: «La Chiesa cattolica prenda esempio dai valdesi. Il pluriennale impegno della chiesa valdese a fianco degli omosessuali è per noi fonte di conforto e di fattiva vicinanza». Il Sinodo si è poi concluso con la votazione, che ha visto la riconferma di tutti i membri della tavola Valdese.