La complementarietà di genere è una dottrina biblica?
Articolo* pubblicato sul sito The Reformation Project (Stati Uniti), liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Messaggio negativo: La ragione principale per cui la Chiesa non dovrebbe approvare le relazioni omosessuali è perché esse violano la complementarietà di genere, che è stata stabilita da Dio.
Messaggio positivo: La “complementarietà di genere” è una serie di norme sociali, non una dottrina biblica.
La “complementarietà di genere” è una categoria, più che una argomentazione, la quale si limita a stabilire che esistono delle similitudini e delle differenze normative tra i generi, ma senza precisare quali. Quando si approfondisce, si scoprono due realtà fondamentali:
– Chi è d’accordo sull’esistenza della “complementarietà di genere” non sempre è d’accordo su cosa, di preciso, essa stabilisca;
– Non convincono i tentativi di precisare tale concetto facendo appello alla Bibbia e alla tradizione cristiana.
Quali sono esattamente queste differenti interpretazioni della complementarietà di genere?
Complementarismo
I sostenitori del complementarismo ritengono che gli uomini debbano fungere da guide, e le donne debbano seguire gli uomini. Certamente nelle Scritture troviamo molte norme patriarcali, ma il Nuovo Testamento ci offre una visione del Regno di Dio in cui la gerarchia tra uomini e donne viene superata in Cristo (Galati 3:28).
Complementarietà procreativa
Ci sono principalmente due problemi che inficiano la visione della complementarietà che si basa sulla capacità di una coppia di procreare:
– Nell’epoca moderna la Chiesa Cattolica – la principale proponente di questa versione della complementarietà – ha modificato la sua visione del sesso da un punto di vista morale, che da “stabilito per procreare” è diventato “aperto alla procreazione”, suggerendo così che la maggioranza dei cattolici non vede nulla di male nel matrimonio di una coppia eterosessuale che sa di essere sterile. Perciò, il fatto di non accettare le coppie omosessuali diventa un’incoerenza;
– In realtà, la maggior parte delle coppie eterosessuali cattoliche pratica il controllo delle nascite, in contrasto con quanto prescrive la Chiesa, suggerendo così che la maggioranza dei cattolici non considera “l’apertura alla procreazione” l’essenza morale della loro sessualità.
Complementarietà anatomica
Questa finisce per essere un’ovvietà su cui tutti dovrebbero concordare quando non si riesce a mettersi d’accordo sugli altri due punti.
– Ma non c’è nessun passo, nelle Scritture, che parli del tipo più risaputo di complementarietà anatomica tra maschio e femmina, quello degli organi sessuali.
E cosa dire della complementarietà tra maschio e femmina in termini più generali? Non se ne parla forse nel racconto della creazione (Genesi 1-2)?
– Nel suo libro The Bible and Homosexual Practice (La Bibbia e la pratica dell’omosessualità), Robert Gagnon afferma che l’Adamo originale di Genesi 1:26-2:18 è un essere binario, o sessualmente indifferenziato, che poi, in Genesi 2:21, viene diviso in maschio e femmina. Ma secondo Jim Brownson, autore del libro Bible, Gender, Sexuality (Bibbia, genere e sessualità), questa lettura non è corretta, perché il “mito dell’incompletezza” è privo di basi bibliche.
– La pretesa secondo cui maschio e femmina debbano unirsi in matrimonio per poter riflettere pienamente l’immagine divina (Genesi 1:27) viene contraddetta dallo stesso Gesù, il quale è immagine di Dio per eccellenza, ed era ben lungi dall’essere sposato. La complementarietà di genere, quindi, non fa parte dell’immagine divina, anche se il maschio e la femmina sono ugualmente creati a immagine di Dio.
– In Genesi 2 non si parla di complementarietà maschio-femmina, ma della loro somiglianza a paragone degli altri animali.
– L’espressione “una sola carne” di Genesi 2:24 non si riferisce alla complementarietà fisica, ma alla formazione di un nuovo legame primario di parentela.
Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. (Genesi 2:24)
E Matteo 19:1-12? Gesù ha insegnato che il matrimonio è solo tra un uomo e una donna…
– In realtà questo passo proibisce il divorzio, che nella sua essenza è una rottura degli obblighi derivanti dalla parentela, in accordo con la lettura di “una sola carne” come legame primario.
– Gesù parla di “maschio e femmina” e “una sola carne” perché il legame coniugale di cui parla Genesi 2 è più vincolante di altri legami di parentela. Puoi allontanarti da tuo cugino, ma non da tuo marito o tua moglie.
– La citazione di Genesi 1:27 fatta da Gesù porta la discussione su un particolare tipo di legame di parentela. Questo è tutt’ora importante se si parla del rapporto tra il matrimonio ed altri legami di parentela, ma non parla affatto di una complementarietà di genere normativa e universale.
Domande chiave:
– Quale aspetto specifico della “complementarietà di genere” è violato dalle relazioni intime tra persone dello stesso sesso?
– In quale passo delle Scritture si trova questo aspetto specifico della complementarietà di genere, che sarebbe universale e normativo?
Consiglio per la discussione
Se capita di discutere di “complementarietà di genere”, è molto importante insistere per avere una definizione precisa di questo concetto, perché è proprio la sua nebulosità a permettere affermazioni perentorie (che possono essere molto diverse le une dalle altre, e avere deboli appigli nelle Scritture), che molto spesso non vengono analizzate a fondo.
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
Testo originale: 4. “Gender complementarity” is a set of social norms, not a biblical teaching.