La Conferenza Episcopale Francese: “combattere l’omofobia con l’accoglienza incondizionata”
Brano tratto da “Poursuivons le dialogue!“, documento del Consiglio Famiglia e Società della Conferenza Episcopale Francese (Francia) del maggio 2013, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Accogliere le persone omosessuali nella Chiesa. Come denunciava il primo testo del Consiglio Famiglia e Società, l’omofobia continua ad esistere nella società e nelle nostre comunità cattoliche. I dibattiti scaturiti dal progetto di legge [sul matrimonio omosessuale n.d.t.] hanno avuto due conseguenze.
Da una parte, una omofobia rimasta latente si è espressa alla luce del sole con una violenza soprattutto verbale, ma in qualche caso anche fisica. Questo è inammissibile e deve essere fermamente condannato. Queste espressioni omofobiche hanno ferito e turbato numerose persone.
Dall’altra parte, le accuse ripetute e generalizzate di omofobia indirizzate agli oppositori del progetto di legge hanno ingiustamente squalificato le motivazioni profonde che le animavano.
L’accoglienza incondizionata
L’omofobia, come ogni forma di discriminazione, è inaccettabile. Per le comunità cattoliche, la prima cosa è l’accoglienza incondizionata di ogni persona. Ogni persona, indipendentemente dal suo percorso di vita, è prima di tutto un fratello o una sorella in Cristo, figlio o figlia di Dio. Tale filiazione divina trascende tutti i legami umani della famiglia. Ogni persona ha diritto a un’accoglienza amorevole, di essere accolta così com’è, senza dover nascondere questo o quell’aspetto della sua personalità.
L’accoglienza incondizionata della persona non presuppone assolutamente l’approvazione di tutti i suoi atti. Tale accoglienza costituisce tuttavia la condizione primaria per ogni relazione, secondo l’esempio fornito da Cristo in persona.
La misericordia e la legge
Per accogliere, le comunità cristiane non sono costrette a scegliere tra la legge e la misericordia. È la misericordia che apre la via attraverso la quale ogni persona, restituita alla sua dignità e alla sua libertà, può impegnarsi liberamente nell’arduo cammino della conversione e della crescita.
Ciò che la fede designa come “legge” non è un diktat morale ma il segno che, attraverso un comportamento pieno di umiltà, l’incontro con l’amore divino diviene possibile. È un incontro con Cristo, che condurrà una persona a operare dei cambiamenti nella sua vita.
Sapendo bene che tutto ciò sfugge loro, le comunità cristiane devono favorire questo incontro, testimoniare l’azione di Dio nella vita di ciascuno e ciascuna e accompagnare i loro percorsi, senza mai giudicare i cuori. Da questo punto di vista, il Consiglio Famiglia e Società riconosce che molto può essere ancora fatto per meglio accogliere e accompagnare le persone omosessuali e le loro famiglie.
Le incomprensioni sorte all’interno delle comunità cattoliche a proposito della legge sono delle spie di questa situazione, che però possono portare le comunità a meglio prendere in considerazione questa responsabilità. Le comunità sono invitate ad approfondire il dibattito sui vari punti.
Testo originale: Poursuivons le dialogue!