La contraddizione di una Chiesa cattolica che parla di amore, ma discrimina i suoi figli LGBT+
Testimonianza di Alessandro, padre di due figli in transizione, sulla discussione tenutasi nel gruppo 5 dell’incontro online “TRANSizioni. I cammini delle persone transgender e dei loro genitori” (28 marzo 2021)
Salve a tutti, sono Alessandro, padre di due ragazzi trasgender in transizione, di cui uno binario, ossia che si riconosce maschio, e uno, non binario, con una identità non ben definita.
Cattolico, attivo in parrocchia da molto tempo, ministro straordinario della Comunione, ma che da circa due anni, con l’inizio della transizione di uno dei ragazzi, vive la contraddizione di una Chiesa cattolica che, a parole parla di amore, accoglienza di tutti, ma che con i fatti discrimina i componenti della realtà LGBT+.
Il mio gruppo di discussione all’incontro online ““TRANSizioni. I cammini delle persone transgender e dei loro genitori”, era variegato, formato da sacerdoti, da alcune persone omosessuali e non, comunque tutti assetati di scambiare le proprie esperienze personali con le persone trans e/o loro genitori.
La mia esperienza diretta, seguita a quella dei testimoni che nella prima parte hanno dato il loro contributo, ha fatto si che:
- un sacerdote (Don Mauro) abbia preso spunto per la messa che da li a poco ha celebrato;
- che un’insegnante (Betta) è uscita arricchita per la sua attività, in modo particolare, nei confronti di un allievo della 5^ classe che sta facendo un percorso di transizione;
- una signora della comunità San Paolo di Roma (Alessandra) ha messo in evidenza che le minoranze sono comunque un valore aggiunto, un’occasione di crescita e che tale percorso necessita di grossi sacrifici economici, non sempre supportati dallo stato.
A tale proposito ho riferito che tutto quello che finora è stato fatto per i nostri figli (intervento di mastectomia, cure ormonali, sedute psicoterapeutiche e azioni legali per il cambio anagrafico e per eventuali altri interventi) sono stati solamente a carico della nostra famiglia.
Per quanto concerne quello che si può fare per contribuire a combattere i pregiudizi secondo il mio parere è bene continuare su questa strada per diffondere la conoscenza di queste problematiche alle altre persone in modo collettivo, con questa unione sempre più stretta tra persone LGBT+ e i loro genitori.
“In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Matteo 25,40)
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