La dichiarazione di Nashville rivela quanto è cambiato l’atteggiamento dei cattolici verso le persone LGBT
Articolo di Robert Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 1 settembre 2017, libera traduzione di Silvia Lanzi
La dichiarazione “The Nashville Statement” mostra quanta strada abbiano fatto le questioni LGBTQ in ambito cattolico. All’inizio di questa settimana numerosi leader evangelici negli USA hanno pubblicato ladichiarazione intitolata “The Nashville Statement“, che chiarisce le ragioni della loro opposizione all’uguaglianza (nei diritti) delle persone LGBT. Un prete cattolico, molto in vista negli USA, ha risposto ricordando la bontà delle persone queer. Il contrasto tra queste due dichiarazioni rivela quanta strada abbiano fatto le questioni LGBT in ambito cattolico.
Il “The Nashville Statement” è stato steso dal Council of Biblical Manhood and Wonanhood e contiene una serie di affermazioni e negazioni sulla sessualità. Queste escludono il matrimonio omosessuale e negano che “avere un concetto di sé omosessuale o transessuale è in accordo con le idee di Dio su creazione e redenzione”.
Il gesuita padre James Martin, autore di Building a Bridge, un libro uscito quest’estate sulle problematiche LGBT nella Chiesa, ha risposto con una serie di tweet (affermazioni e dinieghi). Eccoli:
· Nashville Statement: Affermo che Dio ama tutte le persone LGBT. Nego: che Dio vuole che li insultiamo, li giudichiamo o li emarginiamo ulteriormente.
· Affermo: che tutti quanti abbiamo bisogno di conversione. Nego: che gli omosessuali debbano essere individuati come unici peccatori.
· Affermo: che quando Gesù incontrava persone emarginate, li accoglieva senza condannarli. Nego: che Gesù voglia altri giudizi.
· Affermo: che le persone LGBT sono, in virtù del loro battesimo, membri a pieno titolo della Chiesa. Nego: che Dio voglia che si non si sentano accolte.
· Affermo: che molte Chiese hanno fatto sentire sporche le persone LGBT. Nego: che Gesù voglia che infliggiamo lora ulteriori sofferenze.
· Affermo: che alcune delle persone più sante che conosco sono LGBT. Nego: che Gesù voglia che condanniamo gli altri, quando lui ce l’ha chiaramente proibito.
· Affermo che il Padre ama le persone LGBT, il Figlio le chiama e lo Spirito Santo le guida. Nego: che Dio non li ami.
Una risposta cosi positiva proveniente da una voce tanto autorevole come quella di Martin è benvenuta, e segue il suo pensiero espresso nel suo libro “Building a Bridge” in cui esorta tutti i fedeli a mostrare rispetto reciproco, compassione e sensibilità.
Le sue affermazioni in merito al “The Nashville Statement” sono particolarmente commoventi, vista la storia stessa della Chiesa cattolica adusa a rendere la vita impossibile (anche fisicamente) alle persone queer e che a volte è stata la copia dei comportamenti dei leader evangelici che stanno dietro a quella dichiarazione. Le persone LGBT e quelli che le amano conoscono fin troppo bene i comportamenti e le parole discriminatorie che arrivano dai leader ecclesiastici e dai laici seduti sulle panche accanto a loro.
Per fortuna, i tweet di padre James Martin sul “The Nashville Statement” rivelano come siano diventati divergenti gli approcci degli evangelici e dei cattolici. Il contrasto tra il “The Nashville Statement” e i tweet di padre Martin (scritti in forma di proposizioni proprio come il documento evangelico) è un utile promemoria che, per molti cattolici il confronto sugli argomenti LGBT in generale non è riduzionista – specialmente non fino all’assurdità.
Mentre ci sono stati dei progressi, alcune persone sentono che la Chiesa istituzionale stao ferendo ancora troppe persone. Dobbiamo vivere nella tensione della consapevolezza delle ferite passate e presenti, mentre cerchiamo di creare un futuro di dialogo. Il tempo mostrerà se questa tensione sarà diversa da paese a paese (cattolico) e come ogni individuo deciderà quanta consapevolezza del passato avere.
Quello che è innegabile è che nella comunità cattolica sta crescendo un piccolo spazio di dialogo. Mentre sta succedendo questo, la Chiesa sta passando da dichiarazioni di condanna ad una situazione in cui riconosce la complessità del tema ammettendo sia la differenza, che la grazia. Il Sinodo della Famiglia del 2014 è il primo esempio dell’inizio di un dialogo.
Il libro di padre James Martin, e le sue molte risposte in merito, hanno arricchito innegabilmente il dialogo sulle questioni LGBT nella Chiesa ad un livello più profondo. Di questo dovremmo essergli grati.
Testo originale: “The Nashville Statement” Reveals Just How Far Catholic LGBT Issues Have Come