La difficile lotta delle attiviste trans contro le leggi arcaiche della Guyana
Articolo di Meka Beresford pubblicato sul sito Pink News (Gran Bretagna) il 26 marzo 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Le attiviste transgender della Guyana hanno iniziato una lotta contro le leggi transfobiche a causa delle quali la comunità trans deve fare i conti ogni giorno con abusi e violenze. La spinta a intraprendere questa lotta è venuta da un’abitante trans della capitale del Paese, Georgetown, che dopo aver subito abusi non ha potuto trovare giustizia.
Petronella Trotman è stata aggredita da un giovane che l’ha ferita al collo con un paio di forbici perché riteneva che la donna “le avesse mancato di rispetto”. Petronella ha raccontato alla BBC che, dopo la prima aggressione, il giovane è fuggito ma presto è tornato sui suoi passi per aggredirla di nuovo con una bottiglia di vetro: “Accade spesso qui in Guyana alle donne transgender. Viviamo in una società molto omofobica”.
In seguito all’aggressione Petronella ha cercato giustizia nei tribunali ma si è trovata davanti a una legge arcaica, risalente a 124 anni fa, che punisce “il travestitismo”. Quando si è presentata in tribunale, il magistrato Dylon Bess le ha intimato di “vestirsi da uomo”: i suoi abiti sono stati considerati una violazione della legge, tanto che il caso è stato archiviato perché i giudici non le hanno permesso di testimoniare in quanto donna. Dylon Bess ha cercato di difendere la decisione ammettendo che “non era strettamente necessaria” ma ribadendo che questa legge antiquata dovrebbe essere abolita dal Parlamento e non dai giudici.
Dopo essere venuti a conoscenza del caso, i gruppi LGBT di Georgetown e del resto del Paese hanno cominciato a premere in questo senso, alcuni chiedendo aiuto proprio alla magistratura. Joel Simpson, direttore esecutivo della Società Guyanese contro la Discriminazione basata sull’Orientamento Sessuale (SASOD) ha affermato che Dylon Bess “non ha saputo svolgere il suo compito”: “Sebbene sia un giudice di grado inferiore, la corte aveva la prerogativa di dichiarare incostituzionale la legge… In caso di conflitto, prevale la Costituzione”.
La battaglia per la consapevolezza della comunità trans è cominciata diversi anni fa, nel 2010, dopo che numerose attiviste trans furono arrestate perché indossavano abiti femminili. Assieme alla SASOD, il gruppo Unione delle Trans Guyanesi (GTU) lanciò una sfida alla Corte Suprema per abolire la legge sul travestitismo.
I loro sforzi non ebbero il successo sperato: Ian Chang, l’allora presidente della Corte Suprema, sentenziò che il travestitismo era legale a meno che non fosse praticato “per scopi non congrui”, senza aggiungere chiarimenti né precisazioni.
I due gruppi attivisti ritengono di avere ora poche alternative e hanno iniziato una campagna di petizioni di massa e proteste: “La nostra prossima mossa consisterà nel continuare a protestare, far sentire la nostra voce e presentare una petizione al Parlamento” ha riferito Quincy McEwan, fondatrice della GTU: “E non ci fermeremo qui: porteremo il nostro caso di fronte alla Corte Caraibica di Giustizia”.
Testo originale: Transgender activists in Guyana are fighting against archaic laws