La dignità umana e le persone LGBT: siamo fatti tutti a immagine di Dio
Testo per combattere l’omofobia nelle scuole cattoliche tratto da “Made in God’s Image“* pubblicato dal Servizio per l’Educazione Cattolica della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles (Gran Bretagna) nel maggio 2017,capitolo 2, pag.5, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
La dignità delle persona umana è un concetto centrale nella vita e nel magistero cattolici ed è la base di ogni intervento sul bullismo. La dignità umana ha la sua origine in Dio: ogni persona ha una sua intrinseca dignità perché siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio. Leggiamo in Genesi 1:27: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”*. Lo possiamo vedere nell’Antico Testamento, dove viene sottolineata la dignità e il valore delle vedove, degli orfani, degli immigrati e dei poveri, oltre che nel ministero di Gesù, che va incontro a coloro che vivono ai margini della società e si mescola con loro.
Tale dignità non si basa quindi sulla posizione sociale, su un mandato legale, su delle qualità umane o sul merito individuale. È qualcosa di inalienabile, come nota la Gaudium et spes: “Contemporaneamente cresce la coscienza dell’eminente dignità della persona umana, superiore a tutte le cose e i cui diritti e doveri sono universali e inviolabili. Occorre perciò che sia reso accessibile all’uomo tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana, come il vitto, il vestito, l’abitazione, il diritto a scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto all’educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto, alla necessaria informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato della sua coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso” (n° 26; vedi anche Centesimus annus, n° 11, e Mater et magistra, n° 215).
La persona umana è un chiaro riflesso di Dio in mezzo a noi e quindi, nelle parole di papa Giovanni Paolo II (enciclica Evangelium vitae): “La vita che Dio dona all’uomo è diversa e originale di fronte a quella di ogni altra creatura vivente, in quanto egli, pur imparentato con la polvere della terra (cf. Genesi 2:7; 3:19; Giobbe 34:15; Salmi 103/102:14; 104/103:29), è nel mondo manifestazione di Dio, segno della sua presenza, orma della sua gloria (cf. Genesi 1:26-27; Salmi 8:6). È quanto ha voluto sottolineare anche sant’Ireneo di Lione con la sua celebre definizione: «l’uomo che vive è la gloria di Dio». All’uomo è donata un’altissima dignità, che ha le sue radici nell’intimo legame che lo unisce al suo Creatore: nell’uomo risplende un riflesso della stessa realtà di Dio” (n° 34). “È in gioco la dignità della persona umana la cui difesa e promozione ci sono state affidate dal Creatore” (San Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, n° 47).
Tale dignità si realizza e viene protetta nella comunità, assieme agli altri (Caritas in veritate, n° 11); essa è il principio guida di questo documento. Qualsiasi comportamento che mini alla base la dignità di una persona è del tutto inaccettabile e deve essere corretto nel contesto di una comunità cristiana, che cerca di essere specchio dell’amore di Dio e dei valori del Suo Regno.
Gesù: Dio a nostra immagine
Se questo non fosse abbastanza, la rivelazione di Gesù in quanto “icona del Dio invisibile” raddoppia il senso della dignità umana. Gesù è il Verbo fatto carne, Dio a nostra immagine (Colossesi 1:15 e Giovanni 1:14). Tutto questo è assai radicale: “anche l’ultimo dei fratelli” (chi è malato, chi ha fame, chi ha sete, chi è nudo, chi è prigioniero) deve essere trattato come tratteremmo il Figlio di Dio (Matteo 25:31-46).
In altre parole è sbagliato, ed è un’offesa nei confronti di Dio, sminuire o disprezzare qualcuno, per qualsiasi ragione. Gesù va oltre e arriva a dire che umiliare qualcuno e chiamarlo “stupido” è un peccato grave (Matteo 5:22). L’umiliazione conduce alla rabbia, che a sua volta esternamente conduce alla violenza, internamente alla depressione. Sminuire è proprio ciò che facevano i soldati deridendo Gesù e beffeggiandolo con il manto scarlatto e la corona di spine (Matteo 27:28-29). Nell’ambito cristiano si conservano queste reminiscenze per ricordare in modo vivido che Gesù è solidale con chi soffre ed è umiliato, non con chi è arrogante e si esalta.
La cura pastorale nelle scuole cattoliche
La Chiesa insegna che le persone omosessuali “devono essere accolt[e] con rispetto, compassione, delicatezza” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n° 2358). Le scuole cattoliche dovrebbero essere consapevoli che la Chiesa non insegna che le inclinazioni omosessuali sono peccaminose. Gli studenti più anziani che dovessero pubblicamente identificarsi come omosessuali dovrebbero essere sicuri del fatto che le scuole cattoliche sono luoghi in cui regna il rispetto e la custodia dell’autentica dignità di ogni essere umano. Le scuole cattoliche dovrebbero essere attente alle studentesse e agli studenti vittime di emarginazione e bullismo per via dell’orientamento sessuale, come già lo sono nei casi di discriminazione per via della religione, del genere, dell’etnia e della disabilità.
Sì, tutti noi siamo più del nostro orientamento sessuale e il nostro destino divino e la nostra identità definitiva devono ancora essere rivelati (1 Giovanni 3:2). Detto questo, volendo riassumere i valori cristiani, sia la cura pastorale delle studentesse e degli studenti omosessuali che la tolleranza zero verso il bullismo omofobico devono essere incluse nei piani pastorali dei nostri curricula per rendere le scuole cattoliche degli esempi di ottima prassi in questo campo.
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
Testo originale: Made in God’s Image. Challenging homophobic and biphobic bullying in Catholic Schools