La diocesi tedesca di Essen da voce alle difficoltà delle persone LGBT
Articolo di Robert Shine* pubblicato nel sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 20 marzo 2020, liberamente tradotto da Sabina Mastandrea
In Germania una rivista diocesana ha recentemente presentato tre diversi punti di vista sulla questione LGBTQ nella Chiesa: quello di un operatore ecclesiastico gay, quello di un teologo e quello di un sessuologo.
Bene, la rivista della diocesi (cattolica) di Essen, ha pubblicato il pezzo nell’edizione di marzo/aprile 2020. Una nota alla fine dell’articolo dice che la diocesi sta esaminando molti aspetti della Chiesa e aprendo una sincera discussione sulla sessualità e le relazioni al fine di sviluppare “una comprensione della sessualità che faccia giustizia a diversi modelli di vita”.
Il primo punto di vista è quello di Rainer Teuber, un cattolico unito civilmente con un uomo che è anche un dipendente della Chiesa, visto che lavora alla tesoreria diocesana del duomo dal 1994.
Nel 2004, quando celebrò l’unione civile con suo marito, la coppia non riuscì a trovare un prete che volesse benedire la loro unione. Alla fine ebbero una benedizione in un ristorante grazie all’aiuto di un altro pastore cristiano.
Quell’esperienza resta indelebile in Teuber: “Il fatto che non ci sia modo, per me e mio marito, di avere una vera benedizione in chiesa mi fa sentire come un cristiano di serie B. Mi aspetto che la Chiesa Cattolica segua i principi fondanti del cristianesimo e riconosca che tutti, al di là del loro orientamento sessuale, sono voluti e amati da Dio.
“Spero anche che nel valutare di una relazione si guardi a tutti gli aspetti che la compongono, e non solo alla sessualità; si dovrebbe tener conto dei valori cristiani, che dovrebbero essere fondanti in una relazione: due partner che si amano responsabilmente, e il rispetto reciproco.
“Non solo la morale sessuale della Chiesa è rimasta bloccata e antiquata, ha anche escluso tantissime persone! Spero tanto che io e Karl-Heinz potremo invitarvi presto alla consacrazione della nostra unione in chiesa in un prossimo futuro. Una benedizione davanti a tutti, ufficialmente celebrata durante la Messa, e non dietro una porta chiusa o semi chiusa.
“Sarebbe per noi un segno chiaro che siamo accettati e percepiti a pieno titolo come membri della comunità cristiana, così come siamo, con tutto ciò che ci definisce, che comprende anche la nostra sessualità, ma questa è solo uno dei tanti aspetti”.
Il secondo punto di vista è di Ansgar Wucherpfennig SJ teologo e rettore all’Università Sankt Georgen di Francoforte. Alla rivista Bene ha detto che la Chiesa deve tener conto della scienza contemporanea e delle esperienze di vita, e non solo delle Scritture, quando si parla di sessualità. Per quanto riguarda la benedizione in chiesa delle unioni dello stesso genere Wucherpfennig dice: “Capisco molto bene la sofferenza delle lesbiche e dei gay per il fatto che la benedizione può solo essere data in segreto o dietro le quinte. Un riconoscimento ufficiale della Chiesa è necessario per queste benedizioni, e potrebbe essere concesso da numerosi vescovi alle loro diocesi. Dovrebbe essere possibile, secondo la dottrina cattolica, poiché ci sono molti doni in queste relazioni, come la fedeltà, il rispetto della reciproca libertà, uguaglianza, reciprocità e impegno.
“Ci sono varie proposte per queste benedizioni, alcune vengono dalla diocesi di Francoforte. Dovrebbero essere offerte a tutte le coppie che non sono approvate dalla Chiesa Cattolica per il sacramento del matrimonio per non isolare tali coppie. Potrebbero essere dirette anche a tutte le coppie che non sono ancora pronte a sposarsi, ma che vogliono comunque che la loro relazione sia benedetta. Non può essere che tutto sia santificato solo dal sacramento del matrimonio”.
Il teologo gesuita invoca anche una concezione più ampia della fertilità, che vada al di là del semplice fatto di avere figli: “Se una persona omosessuale in una comunità omosessuale è dichiaratamente cattolica, ci si aspetta che la sua fede si rifletta nella vita di tutti i giorni. Anche questo è un segno di fertilità. Conosco omosessuali che vivono la fertilità prendendosi cura degli anziani, o impegnandosi socialmente”.
Wucherpfennig fece notizia nel 2018 dopo che il Vaticano inizialmente rifiutò l’autorizzazione alla sua nomina come rettore dell’Università Sankt Georgen, a causa, a quanto pare, delle sue idee progressiste sull’omosessualità e sulle donne. Per la terza volta era stato eletto alla carica dai suoi colleghi, ma il Vaticano ribaltò la decisione a seguito delle proteste dei rappresentanti della Chiesa in Germania. Lo scorso anno, il sacerdote fu uno dei numerosi eminenti cattolici tedeschi a firmare una lettera che chiedeva un “nuovo inizio sulla morale sessuale” nella Chiesa.
Il terzo punto di vista esposto da Bene è quello di Carsten Müller, co-fondatore e direttore del centro di consulenza “Pratiche sessuali”, dove interagisce con i cattolici nei suoi gruppi di terapia sessuale. Secondo Müller, molti cattolici scelgono un centro laico invece di andare da un consigliere ecclesiastico perché la Chiesa non viene ritenuta competente in materie sessuali: “La Chiesa ha una certa idea di come bisognerebbe vivere la sessualità, ma, per dirla francamente, quasi nessuno la prende sul serio, semplicemente perché è troppo lontana dalla vita reale di molta gente. Ho esperienza di veri credenti che sono intrappolati tra quello che sentono e quello che la Chiesa si aspetta da loro. Spesso si sentono lasciati soli con le loro domande. Domande del tipo: come affronto l’omosessualità?…
“Fondamentalmente, sarebbe meglio parlare apertamente di sessualità e fare uscire l’argomento dall’angolo della vergogna. Dopo tutto, è una cosa positiva, bella e piacevole, non è solo una questione fisica ma anche di relazioni, di unione e consapevolezza di sé. Ovviamente, visti gli scandali sugli abusi, è decisamene difficile per la Chiesa trovare un opportuno metodo di comunicazione dell’argomento. Ciononostante, ci deve essere un modo per sensibilizzare sulla sessualità in modo positivo e gradevole. Secondo me, potrebbe già essere affrontato con i giovani e discusso durante la preparazione al matrimonio o nei sermoni”.
Sempre più spesso, in molti ambienti della Chiesa tedesca, si affronta la questione del riconoscimento delle unioni dello stesso sesso con apertura e onestà. Bondings 2.0 riportò che diversi leader ecclesiastici sostenevano la benedizione delle unioni LGBT nel 2019. Per esempio, il direttore esecutivo di una diocesi cattolica svizzera, Franziska Driessen-Reding, ha sostenuto queste benedizioni dicendo che la chiesa locale non si opponeva all’eguaglianza dei matrimoni civili.
La diocesi di Limburgo ha iniziato un percorso per parlare dell’argomento, tra cui delle sessioni di ascolto. L’anno scorso, monsignor Franz-Josef Bode, vescovo di Osnabrück, vicepresidente della Conferenza Episcopale Tedesca, ha detto che la Chiesa dovrebbe permettere queste benedizioni per le coppie sposate civilmente come un modo per accompagnarle.
Il Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi, un’organizzazione laica, ha approvato tali benedizioni già nel 2015. E anche se non a sostegno delle benedizioni, molti leader di alto livello della Chiesa incluso il cardinale Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, e il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, hanno commentato positivamente le unioni di genere.
È inimmaginabile che una rivista diocesana, negli Stati Uniti così come in molti altri Paesi, pubblichi quello che Bene ha pubblicato, eppure il vescovo di Essen, Franz-Josef Overbeck, sta dando l’esempio di ciò che significa essere un leader che non ha paura dei cambiamenti.
Nel 2019 disse che voleva sfidare il divieto del Vaticano al sacerdozio per gli uomini gay. Nelle sue argomentazioni, Overbeck asserì che la Chiesa doveva riesaminare l’omosessualità e la morale della Chiesa, e che la Chiesa rischiava di venire emarginata se “evita di parlare delle esperienze delle persone con le riflessioni delle scienze umane”.
Per il bene delle persone LGBT così come della Chiesa, i cattolici hanno bisogno di sempre maggiori confronti onesti e aperti sull’argomento come quelli pubblicati su Bene.
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: Diocesan Magazine Features Stories of a Married Gay Church Worker and a Sex Therapist