La fede fa bene o male al mondo?
Articolo di Marco Ventura tratto dal Corriere della Sera del 18 ottobre 2010
Il settimanale inglese The Economist ha diviso i suoi lettori sulla domanda del nostro tempo: la religione è una «forza per il bene»?
Solo il 25% ha espresso fiducia nella fede. Per il 75%, la religione non contribuisce al bene dell’umanità.
All’Economist sono ben consapevoli che nella religione bene e male sono indissolubilmente intrecciati. Ma hanno voluto spingere i lettori a una posizione estrema.
«Trovi che la fede sia pericolosa, che ispiri un truce dogmatismo da cui derivano conflitti, intolleranza e barbarie? Oppure che la fede sia positiva, che spinga la gente a vivere un’esistenza morale, virtuosa e ricca?».
Entrambe le cose sono vere, ma cosa pensi in fin dei conti? Da che parte stai? Credi più nel bene di credenti come Madre Teresa e Desmond Tutu, o nel male di credenti come Bin Laden, Milosevic e Pinochet?
Mark Oppenheimer, editorialista del New York Times, si è fatto padrino dei pro religione in nome di tre idee.
Primo: la religione educa alla ritualità; secondo: la religione organizza la ricerca di un senso, di un’etica, di un bene comune; terzo: «religion is fun», la religione diverte.
Lo scrittore Sam Harris ha rappresentato gli anti religione in nome dell’assurdità della fede.
Chi crede il falso non può fare il bene di ciò che è vero: «la religione dà alla gente cattive ragioni per fare il bene, mentre ragioni migliori sarebbero a portata di mano». Ha vinto lui, 75 a 25.
La società secolarizzata coltiva appartenenze ibride, identità confuse. Siamo un po’ tutto insieme. Increduli e credenti. Amici e nemici della fede.
Per questo siamo tentati di trovare chiarezza in una scelta di campo, credenti di qua e non credenti di là, che cancelli la confusione e divida il mondo in bianco e nero. È questa la provocazione dell’Economist.
Crediamo davvero che basti appartenere al campo dei credenti o dei non credenti per essere migliori?
Che la fede o la non fede ci destinino a priori al bene o al male? In realtà non lo sappiamo e non possiamo saperlo.
Sappiamo soltanto che nessuna ortodossia, nessun credo religioso o non religioso, giustifica una vita spesa male.