La felicità di Socrate. Riflessioni di un gay credente
Riflessioni pubblicate sul blog tresnovios.blogspot il 17 luglio 2008
I centri commerciali moderni hanno linee architettoniche che li rendono simili a cattedrali stilizzate. In effetti sono i nuovi templi dedicati al Dio mercato, quel Dio cui è stato assegnato il compito di dispensare felicità e che oggi fa concorrenza alle altre Chiese ufficiali, che soffrono la sindrome dello svuotamento e dell’abbandono domenicale.
E cosi la Chiesa cattolica, come succede ogni volta che si sente minacciata, si arrocca in difesa, irrigidendosi nell’affrontare le tante problematiche che pone il nostro mondo contemporaneo e tutto finisce per ridursi ad uno scontro su posizioni subdolamente dommatiche, che nulla offrono al cristiano d’oggi se non facili slogan da ripetere, come mantra, mentre il mondo scorre indifferente.
Nel Medioevo, un villaggio diventava città dotandosi di una cattedrale. Oggi anche il più piccolo e sperduto paesino della Bassa acquista prestigio e rinomanza costruendo un proprio centro commerciale. È sorprendente notare come molte di queste moderne strutture possiedano linee architettoniche che le rendono simili a cattedrali stilizzate. In effetti sono i nuovi templi dedicati al dio mercato, quel dio cui è stato assegnato il compito di dispensare felicità.
Forse è questo il motivo per cui il governatore Formigoni ha decretato la chiusura dei centri commerciali la domenica: per il timore della concorrenza alle altre Chiese, quelle ufficiali, che soffrono la sindrome dello svuotamento, dell’abbandono domenicale.
Sarebbe stato più saggio ed anche più efficace impartire l’insegnamento socratico. Socrate era solito far riposare la mente, passeggiando per il mercato di Atene.
Ai venditori che lo assediavano diceva: “Sto soltanto osservando le montagne di cose di cui non ho bisogno per essere felice”».
La Chiesa cattolica invece, quando si sente minacciata si arrocca in difesa, irrigidendosi e sguinzagliando i suoi uomini all’attacco a menar fendenti contro tutto e tutti.
Succede così a proposito della crisi della famiglia tradizionale, della dolorosa vicenda di Eluana e di tante altre manifestazioni dell’inevitabile evoluzione culturale che chiederebbero, in prima istanza, un dialogo ed un confronto sereno, pur complesso e dirompente, ma che finiscono poi per ridursi a scontro, a causa dell’irrigidimento su posizioni subdolamente dommatiche, in realtà ideologiche.
L’ansia apologetica impedisce di notare che non sono in discussione i valori universali, ma la loro interpretazione storica. E così, mentre si consumano alleanze politiche con lo stesso neoliberismo, origine della distorsione consumistica, si smarrisce la dimensione umana e si rafforza la convinzione che tutto si può comprare. Anche la felicità.