Tra la giustizia del Padre e le nostre “giustissime” giustizie… scusate, ma preferisco quella del Padre! (Luca 15:1-3.11-32)
Riflessioni di don Fabio
Luca 15:1-3.11-32: “… ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.
C’è un film, abbastanza vecchiotto, “La lettera scarlatta”, che rende molto bene l’idea della nostra giustizia. Se da una parte è vero che, grazie a Dio, nei popoli cosiddetti civili non si marchiano più a fuoco le persone per segnalarle come peccatori o delinquenti, dall’altra parte è altrettanto vero che i pregiudizi, i giudizi e le sentenze di condanna rimangono per sempre appiccicate sulle vite di chi sbaglia. E non c’è via di scampo!
Non è la logica di Dio! Che ci piaccia o meno, Dio perdona e dimentica! La sua preoccupazione è quella di vederci di nuovo accanto a Lui come figli… Il Padre, nella parabola, fa di tutto per cancellare i segni degli errori del figlio perduto, e lo fa rivestire, gli fa rimettere l’anello al dito, i sandali nuovi, fa fare festa. Gli restituisce la dignità di figlio amato!
E attenzione!!! Il Padre “ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”. Ma poi vuole coinvolgere tutti in questo perdono. Vuole che ciascuno di noi faccia la sua parte per restituire dignità a chi, per qualsiasi motivo, l’ha perduta!
Spero che ciascuno di noi possa sperimentare questo abbraccio di amore incondizionato del Padre!
Con affetto, Fabio!