La guerra di resistenza di Gad Beck. Un gay in lotta contro il nazismo
Articolo pubblicato sul blog L’armari obert (II) (Spagna) il 1 giugno 2019, liberamente tradotto da Federica Porchera, seconda parte
Gad Beck (1923-2012) fu un antinazista, membro della resistenza e uno degli ultimi sopravvissuti dell’Olocausto. Morì il 14 Giugno 2012 a Berlino. Era in una casa di riposo, e dopo sei giorni avrebbe compiuto 89 anni.
Beck fu un attivista gay durante la durissima repressione nazista, e anche dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il suo stile ingegnoso e il modo allegro di esprimersi gli fecero guadagnare molte simpatie. Figlio di padre ebreo e madre austriaca, fu considerato dalle autorità naziste un meticcio, un Mischling.
L’esperienza più importante della sua vita fu l’enorme sforzo compiuto per liberare il suo ragazzo. Beck indossò l’uniforme della Gioventù Hitleriana ed entrò in un centro di deportazione per liberare il suo amante ebreo Manfred Lewin, che si era rifiutato di separarsi dalla sua famiglia; aveva solamente 18 anni.
Successivamente, i nazisti deportarono Lewin e tutta la sua famiglia ad Auschwitz, dove furono uccisi. Questa esperienza portò Beck ad una conclusione: non aspettare di essere deportato. Parlando della sua esperienza di vita di ebreo e gay, Beck affermò riguardo all’omosessualità: “Dio non punisce una vita di amore”. La vita di Gad Beck è stata raccontata nel documentario della HBO Paragraph 175 (Paragrafo 175).
Beck si unì agli sforzi clandestini di fornire cibo e nascondigli agli ebrei che scappavano nella neutrale Svizzera. All’inizio del 1945, una spia ebrea della Gestapo tradì lui e alcuni suoi amici della Resistenza. In seguito, fu interrogato e rinchiuso in un campo di transito di ebrei a Berlino.
Il fatto che fosse ebreo gli permise di essere riconosciuto come vittima in tempi in cui l’omosessualità era ancora perseguitata. Aiutò molti ebrei ad emigrare in Palestina, dove lui stesso emigrò nel 1947. Dopo il suo ritorno in Germania nel 1979, fu nominato direttore della Jüdische Volkshochschule (Centro di Educazione di Adulti Ebrei) a Berlino.
Gad Beck ha parlato della sua omosessualità in modo affascinante e provocatorio. Nonostante fosse stato perseguitato dalla Germania nazista per essere gay, credeva che la sua omosessualità gli avesse dato la forza e il potere di entrare a far parte della Resistenza e contribuire alla sopravvivenza del suo popolo.
Nel 2000 pubblicò la sua autobiografia: Und Gad ging zu David: Die Erinnerungen des Gad Beck. 1923 bis 1945 (titolo italiano: Dietro il vetro sottile. Memorie di un ebreo omosessuale nella Berlino nazista, Einaudi, 2010). L’educatore, attore, attivista e sopravvissuto all’Olocausto morì a 88 anni, lasciando il suo ultimo compagno Julio Laufer, con cui aveva convissuto 35 anni.
Testo originale: MEMORIA DEL HOLOCAUSTO