La liturgia delle ore online si è data un nome. Da oggi si chiamerà «La casa di Cornelio»
Riflessioni di Gianni Geraci
Perché «La casa di Cornelio»? Cornelio è un centurione romano che abitava a Giaffa. E la sua casa è il luogo in cui Pietro viene invitato ad andare nel capitolo 10 degli Atti degli Apostoli.
Pietro sapeva bene che, in quanto Giudeo, non poteva «avere relazioni con uno straniero, o entrare in casa sua» (At 10,28), ma nonostante questo divieto, accetta l’invito, tranquillizzato dalla voce dello Spirito che gli aveva detto: «Ecco tre uomini che ti cercano. Alzati, dunque, scendi e va’ con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io» (At 10,19).
Giunto a destinazione, Pietro mette subito le mani avanti e ricorda ai suoi interlocutori pagani di aver infranto la Legge per recarsi da loro. Ma quello che vede lo sorprende, perché si accorge che gli abitanti della casa glorificano Dio (At 10,46), come qualunque altro membro della chiesa primitiva, che fino ad allora era composta solo da Ebrei osservanti.
E così si arrende all’evidenza e, convinto del fatto che «nessun uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato» (At 10,28), accetta il loro invito di fermarsi alcuni giorni con loro.
Anche la casa in cui preghiamo ogni giorno su Google Meet, agli occhi di molti, qualche perplessità la può suscitare: persone omosessuali che si incontrano per pregare insieme ai loro familiari, ai loro amici e alle persone consacrate che conoscono, non seguono certo le indicazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede, quando scrive che: «Nessun programma pastorale autentico potrà includere organizzazioni, nelle quali persone omosessuali si associno tra loro, senza che sia chiaramente stabilito che l’attività omosessuale è immorale» (Homosexualitatis Problema, 15).
Ma anche noi, con la stessa semplicità del centurione di Giaffa, diciamo ai nostri fratelli nella fede e ai loro pastori, di venire pure a trovarci e di fermarsi a pregare con noi. La speranza è quella di far capire loro quello che tanti secoli fa aveva capito Pietro, ovvero che «Dio non fa preferenze» (At 10,34), che il suo Spirito entra anche nei cuori delle persone LGBT+ e le invita a partecipare all’unica azione di grazia che la chiesa universale è chiamata a rendergli «fino agli estremi confini della terra» (At 1,8).
Vi aspettiamo alle 8.30 e alle 22.30 di tutti i giorni per recitare con noi le Lodi mattutine e la preghiera della sera. La stanza di Google Meet su cui ci troviamo è su http://meet.google.com/gmg-bwrs-znw
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