La lotta con la Chiesa dei genitori cattolici con figli Lgbt
Articolo di Judy Valente pubblicato sul sito Wbez news (USA) il 17 marzo 2013, libera traduzione di Silvia Lanzi
Uno dei problemi più complessi che papa Francesco si trova ad affrontare è il modo in cui la Chiesa cattolica potrà cominciare finalmente un’azione pastorale con i gay cattolici e le loro famiglie. Molti omosessuali e transessuali hanno lasciato la Chiesa cattolica a causa del suo insegnamento che definisce il loro comportamento omosessuale “intrinsecamente disordinato”. Ma ora se ne stanno andando anche un numero sempre maggiore di genitori con figli lgbt, che spesso sono dei pilastri della loro comunità parrocchiale.
La casa di Toni e Tom Weaver nella contea di McHenry è piena di fotografie dei loro tre figli, che hanno costantemente cresciuto nelle tradizioni religiose della Chiesa cattolica. “Sono stata attiva nella Chiesa quanto può esserlo un laico” racconta Toni Weaver, “Suonavo l’organo, dirigevo il coro, andavo tutti i giorni a messa. Vivevo per la Chiesa. La Chiesa era una parte così importante di me che non potevo immaginare la mia vita senza di essa”.
Poi giunse il momento del diploma del più piccolo dei figli dei Weaver, Michael, un ex volontario dei Corpi di Pace, pianista, sciatore e tennista. “Nostro figlio aspettò il giorno dopo il diploma quando, vestito in modo assolutamente impeccabile, uscì dalla macchina e disse: ‘Mamma, papà, devo dirvi una cosa. Sono gay’. Non potevamo aspettare di arrivare a casa e scendere dalla macchina, così entrambi lo abbracciammo, semplicemente, e lo rassicurammo che tutto andava bene”, racconta Toni Weaver.
“Se avesse fatto coming out una decina di anni fa, non sono sicura di quale sarebbe stata la mia reazione. Ero una cattolica molto tradizionalista e stavo frequentando anche dei circoli evangelici. Ero la prima a ripetere che l’omosessualità fosse sbagliata”.
Ma la signora Weaver racconta di essere arrivata ad una più piena comprensione dell’omosessualità dopo aver iniziato a studiare per ottenere un diploma in teologia:
“C’erano persone gay trattate in modo atroce, a cui erano negati i diritti fondamentali e che erano oggetto di derisione”. Finalmente capii che le persone non scelgono il proprio orientamento sessuale. Per me questo è stato un punto di svolta incredibile, che attribuisco all’opera dello Spirito”.
Pensavano di poter cambiare il modo di porsi degli altri su questo tema. Ma un giorno lei e suo marito sentirono leggere dal pulpito una lettera che criticava i matrimoni omosessuali e le unioni civili.
“Credo fosse la prima volta che mi sentivo schiaffeggiata in pieno viso dalla mia Chiesa”, racconta Toni, “E quando sentii che questo veniva dal pulpito, non seppi cosa fare. (Piange). Mi alzai in piedi. Eravamo seduti in mezzo alla panca. Mi alzai in piedi, mi avvicinai alla porta e uscii. Per diciotto mesi, sotterrai la Chiesa. Proprio così. Qualcosa era morto nella mia vita”.
Da quel momento, la Weaver e suo marito Tom non frequentarono più alcuna Chiesa. Lei disse che sarebbe andata avanti comunque, ma suo marito è ancora un po’ amareggiato.
“Gesù non ha predicato l’odio” dice Tom Weaver “Non ha insegnato ai suoi seguaci di ignorare o di respingere le persone. Gesù è noto per aver cercato di raggiungere le persone meno amate della società. Non come la Chiesa che abbiamo oggi”.
Secondo l’organizzazione indipendente Public Religion Research Institute, il 56% dei cattolici americani, come i Weaver, rifiuta l’insegnamento della Chiesa che afferma che l’omosessualità è un peccato, mentre il 74% è favorevole al matrimonio gay e all’unione civile per loro. Un consenso che è aumentato considerevolmente rispetto a un decennio fa.
Padre Bill Tkachuk, della parrocchia di St. Nicholas ad Evanston, afferma che la Chiesa ha bisogno di essere più attenta con le famiglie quando parla di omosessualità: “Bisogna parlare un linguaggio che le persone possano sentire e accettare nei loro cuori, opposto ad uno accademico, che può essere percepito come fastidioso, anche se l’intenzione non è quella”.
Recentemente, i suoi parrocchiani, hanno scritto al cardinale di Chicago Francis George. Non sono d’accordo con una lettera nella quale il cardinale ha definito le unioni civili una “invenzione legale”, e il matrimonio gay “contrario al senso comune dell’umanità”.
“Non capiamo la disconnessione tra noi e i nostri vescovi” dice Barbara Marian, che ha una figlia e diversi nipoti omosessuali. “Viviamo in armonia con vicini, colleghi ed amici, li vediamo come persone nella loro interezza” afferma Marian. “Non ci concentriamo su quella piccola parte delle loro vite che coinvilge i genitali”.
Marian e suo marito dicono di aver ricevuto in parrocchia “supporto zero” per la loro figlia lesbica. Ora dalla loro casa di Harvard, nell’Illinois, guidano per un ora per andare da padre Bill a Evanston, perché sono determinati a non lasciare la loro Chiesa.
“Sono cattolica fino al midollo e lo sarò per sempre,” dice Marian. “Non c’è separazione tra me e la Chiesa, sebbene, quando i vescovi fanno una dichiarazione che attacca la mia comunità, mi mette in ginocchio, mi suscitato rabbia e lacrime, facendo sanguinare il cuore”.
“Ho detto al mio parroco che tutta la mia religione è nella mia parrocchia e sta nei i suoi confini” dice Norm Bowers “Non ho nulla da spartire con la gerarchia e con quello che arriva da Roma”.
Norm e Mary Jo Bowers non solo hanno una figlia lesbica sposata da quattordici anni, ma quest’ultima ha anche due figli, entrambi battezzati nella Chiesa cattolica, anche se quest’ultima si oppone all’inseminazione artificiale e all’adozione da parte delle coppie gay.
Norm Bowers ricorda di essersi sentito offeso da ciò e da un articolo di un giornale cattolico in cui un sacerdote ha scritto che i bambini delle coppie gay potrebbero crescere “confusi”.
“Mi sono detto: ‘Quale cattolico con un po’ di cervello non è confuso nella Chiesa di oggigiorno?”. Norm Bowers va ancora a messa, ma sua moglie ha lasciato la Chiesa.
“Siamo tornati al IV secolo di sant’Agostino” dice Mary Jo Bowers sembra che nella chiesa “Non si sono evoluti intellettualmente, né hanno voluto integrare le nuove conoscenze nel loro pensiero”.
Come i Bower, molti genitori di persone omosessuali pensano che il papa dovrebbe almeno prendere in considerazione le loro preoccupazioni. Ma ora come ora sono meno speranzosi che il papa modifichi effettivamente l’odierno insegnamento della Chiesa.
* Greta Johnsen di WBEZ ha dato una mano nello scrivere quest’articolo.
Testo originale: Parents of gay Catholics struggle with church teachinngs