La lotta quotidiana contro l’omofobia
Articolo di Fabien Grenon pubblicato sul sito 24 Heures (Svizzera) il 31 gennaio 2020, liberamente tradotto da Jessica
Mentre gli Svizzeri si pronunceranno il 9 febbraio [2020] su una estensione della norma antirazzista all’omofobia, alcuni abitanti del cantone di Vaud raccontano cosa vuol dire essere omosessuale (in Svizzera) nel 2020.
Due ragazzi mano nella mano che si fanno insultare uscendo allo scoperto. I rapporti conflittuali con un vicino di casa. Gli scherzi sessisti che obbligano due lesbiche ad abbracciarsi sotto il pretesto che “è eccitante”.
Da un lato, nel 2020, l’omosessualità si banalizza e si vive sempre di più alla luce del sole, ma dall’altro una omofobia “ordinaria”, discreta e latente, continua ad esprimersi. Sui social media, all’angolo di una strada o all’uscita di un club, si può manifestare in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.
Vivere la propria omosessualità è ancora oggi una lotta quotidiana, conferma Selen Karakoc, 23 anni: “Verifichiamo continuamente quello che accade attorno a noi, con chi possiamo parlarne o se dobbiamo lasciare la mano della nostra compagna passando da questa o quella strada. Problemi che gli etero non devono porsi”.
Certo, la giovane studentessa della Scuola Politecnica Federale non ha mai subito delle discriminazioni al punto di essersi fatta rifiutare, per esempio, un appartamento sotto il pretesto che è lesbica, “Ma gli insulti e altri commenti denigratori sono ancora molto ricorrenti”, deplora la ragazza.
Sacha Diaz, 22 anni, ne ha fatto la dolorosa esperienza: “Non mi capita spesso, ma recentemente, sul treno, uno sconosciuto mi ha gridato delle volgarità riguardanti il mio orientamento sessuale e il mio aspetto. Quello che mi ha scioccato di più è che il vagone era pieno, ma nessuno ha reagito”.
Conosciuto sotto il nome di Ash Calisto, questo giovane rapper queer originario di Cossonay ha deciso di usare l’omofobia diffusa nella sua musica: “Non sono del tutto quello che si definisce ‘un attivista’, ma amo rovesciare il codice del rap, genere musicale conosciuto per essere a volte sessista e omofobo, per evocare questo tema”.
Testo originale: «Vivre son homosexualité reste un combat de tous les jours»