La lunga marcia dei gay credenti. “Con Bergoglio fuori dalle catacombe”
Articolo di Paolo Rodari pubblicato su La Repubblica del 30 settembre 2016, p.21
Hanno vissuto per anni nelle catacombe, in una Chiesa che, come spiega il gesuita tedesco Klaus Merten, direttore del collegio di St. Blasien, all’interno di un articolo appena pubblicato sulla rivista accademica theologie.geschichte, non riesce «a decidersi a rivendicare diritti umani fondamentali per le persone omosessuali». E ancora: «Che essa, piuttosto, tolleri che persino alti rappresentanti del clero invochino comprensione per tradizioni culturali in cui le persone omosessuali vengono minacciate di morte, è in contraddizione con il Vangelo».
Loro sono i cristiani Lgbt, lesbiche, gay, bisex e trans, persone credenti che cercano soltanto una cosa: accoglienza e comprensione, «trovare un posto dove sentirsi accettati e accolti» anche per «risolvere le difficoltà legate alla fede e al suo rapporto con la sessualità».
In Italia sono 28 i gruppi di persone Lgbt che si ritrovano per camminare assieme, alcuni ancora in stato di semi clandestinità, altri tollerati dal vescovo, pochi altri pienamente riconosciuti dalla diocesi di appartenenza. Eppure, dicono, con Francesco al soglio di Pietro «qualcosa per noi è cambiato».
Tutto iniziò nell’estate del 2013. Nel viaggio di ritorno da Rio de Janeiro, Bergoglio usò parole chiare in merito all’omosessualità. Disse che se un problema esiste, questo è dato dalle lobby gay, non dall’omosessualità in quanto tale: «Se qualcuno è omosessuale e cerca Dio con buona volontà, chi sono io per giudicarlo? », aggiunse. Da quel momento la parte di Chiesa «omofoba», come la definisce Merten, è rimasta tale, ma l’ostilità nei confronti delle persone Lgbt non si è più manifestata. E l’ultimo rapporto, appena pubblicato, sui cristiani Lgbt in Italia e curato da Giuliana Arnone è lì a dimostrarlo.
Secondo il rapporto, seppure molti ritengano che sul piano istituzionale e teologico non ci sia stata un’apertura, sul piano fattuale e pastorale la realtà è mutata: parrocchie, conventi maschili e femminili hanno accolto negli ultimi tre anni ben il 42% dei gruppi Lgbt a parlare della propria storia. E così hanno fatto anche diverse sezioni di scout che hanno raccolto le testimonianze del 29% dei gruppi; stessa percentuale riguarda i gruppi invitati presso le Chiese evangeliche.
Certo, molto deve ancora avvenire. Ne è consapevole anche don Gian Luca Carrega, incaricato della diocesi di Torino per l’accompagnamento delle persone omosessuali credenti. È stato lui a scrivere una prefazione illuminante a un libro coraggioso di Adrien Bail pubblicato dalla Effatà Editrice: “Omosessuali e transgender alla ricerca di Dio”. «A parte rare eccezioni — dice — la pastorale ordinaria sembra paurosamente indifferente alla questione. In tutta la penisola sono appena tre le diocesi, con Torino anche Cremona e Parma, che hanno nominato ufficialmente un referente per accompagnare le persone credenti omosessuali nel loro cammino di ricerca spirituale ». Un dato, spiega ancora, «alquanto preoccupante. Il posto di un cristiano è nella Chiesa, non in un ghetto preparato apposta per lui. L’amore incondizionato che Gesù mostra nei vangeli per ogni uomo e donna che si accosta a lui è il modello da riprendere nella nostra pastorale».
Le chiusure in parte restano. Eppure, spiega Innocenzo Pontillo, uno dei responsabili del Progetto Gionata, la rete italiana online su fede e omosessualità, «i segnali di cambiamento, seppur piccoli ci sono. Non è un caso che alla tre giorni del Forum di Albano (15-17 aprile) dove erano riuniti tutti i gruppi di cristiani lgbt italiani, i loro genitori e gli operatori pastorali che li accompagnano, il vescovo di Albano, Semeraro (segretario nel collegio dei cardinali che aiuta il Papa nella riforma della Chiesa) ha voluto incontrare i partecipanti, e Avvenire ha dedicato all’evento un ampio spazio con un articolo inaspettatamente positivo. Nei giorni seguenti, anche Tv2000 per la prima volta ha deciso di affrontare il tema dell’omosessualità in una trasmissione in cui hanno parlato due degli operatori pastorali presenti al Forum».
Le altre comunità cristiane agiscono diversamente. In Francia, ad esempio, la Chiesa protestante unita ha concesso dal 2015 alle coppie sposate dello stesso sesso la possibilità d essere benedette da un ministro di culto. In Italia e altrove, invece, la Chiesa cattolica propone una benedizione separata per i due membri della coppia e soltanto alcuni singoli sacerdoti si prendono la libertà di benedire le due persone insieme.
È sempre in Francia che è attiva la “Comunità Betania” nata con lo scopo di accogliere le persone omosessuali che si sentono escluse dalla Chiesa. Al suo interno vi lavora suor Bernadette che dice: «Un giorno mi hanno spiegato che a un nostro amico piacevano gli uomini. Ho capito subito che dovevo accettarlo per quello che era».
I NUMERI DEI CRISTIANI LGBT ITALIANI
Il RAPPORTO: Sono ventotto in Italia i gruppi di cristiani Lgbt;
DIOCESI: Sono 3 le diocesi che hanno nominato un referente per le persone credenti omosessuali: Torino, Cremona, Parma.
531 FEDELI: Le persone che hanno fatto parte, in maniera costante, dei gruppi di cristiani lgbt nel 1015: 80% uomini, 18% donne, 2% trans.
LE FRASI DI PAPA FRANCESCO
NON GIUDICARE: Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? (29 luglio 2013, Papa Francesco di ritorno dalla Gmg in Brasile);
LO SGUARDO DI DIO: Quando Dio guarda a una persona gay la approva con affetto o la respinge condannandola? (Settembre 2013, intervista a Civiltà Cattolica di Papa Francesco)
CHIEDERE SCUSA: Io credo che la Chiesa debba chiedere scusa ai gay che ha offeso (26 Giugno 2016, papa Francesco di ritorno dal viaggio in Armenia)
L’ABBRACCIO CON L’AMICO
Durante una pausa del viaggio negli Stati Uniti, il 23 settembre 2015, Papa Francesco incontrò all’ambasciata vaticana di Washington una coppia gay: un suo amico argentino di vecchia data, Yayo Grassi e il suo compagno indonesiano Iwan Bagus