James Alison: la magnanimità, un esercizio per tutti
Intervento di James Alison tratto dal sito della FELGTB (Spagna), del 22 giugno 2013, liberamente tradotto da Dino
“Sì, si può. L’esercizio della magnanimità, sfida per le cristiane e i cristiani LGBT.”
Due cambiamenti in ambito civile e religioso si stanno evidenziando come sintomi di un mondo cambiato per noi, cristiane e cristiani LGBT.
L’arrivo, più o meno pacifico secondo le varie località, del matrimonio ugualitario in un crescente numero di paesi occidentali, da un lato ha avuto come risultato una maggior uguaglianza tra i cittadini, e dall’altro, una maggior libertà di pensare a possibili nuovi approcci che ci servano da spinta ad avanzare; la stessa elezione di Papa Bergoglio, anche se per ora non sta apportando molte differenze nello specifico per le persone LGBT, è il sintomo che è ormai terminata l’egemonia di una tendenza reazionaria presente nella Chiesa cattolica fin dall’elezione di Giovanni Paolo II. Ora più che mai si può dubitare che la solita tiritera di “un Vangelo per tutti, meno che per voi, a meno che non smettiate di essere ciò che siete” che tanto ci eravamo abituati ad ascoltare in epoche passate, possa resistere alla freschezza del cristianesimo rinnovato proposto da Papa Francesco.
In altre parole ci troviamo, curiosamente, in una buona posizione per dare un contributo in entrambi gli ambiti, quello civile e quello religioso. In questo senso, oserei suggerire che è ora di esplorare la virtù della magnanimità -la grandezza di spirito- per tendere una mano aperta a tutte le persone, specialmente a chi si scandalizza davanti alla possibilità che la Buona Novella comprenda le persone LGBT, come siamo noi, e nel contempo è scandalizzato anche dall’idea che noi persone LGBT cristiane possiamo aggiungere un contributo a questo processo di ripensare in modo fecondo e ricco la famiglia e il matrimonio partendo da un’esperienza di fede.
La magnanimità soprattutto consiste nell’esperienza di essere partecipi di una vittoria, ma senza alcun desiderio di umiliare i vinti. In che modo potremo condividere una visione della fede cristiana nella quale l’accettazione delle persone LGBT si dimostra sempre più come un elemento organico dello sviluppo interno della stessa fede e non come un’aggiunta bizzarra, puro frutto della moda del momento? E come faremo a lasciarci dietro la malinconia di essere stati emarginati quando ci scopriremo, nella nuova realtà, in una posizione molto più centrale di quanto avessimo immaginato?
Più che di una chiacchiera futile, si tratta di un invito a meditare insieme alcune cose che toccano da vicino la nostra vocazione di figlie e figli di Dio.
Testo originale: James Alison, autor, sacerdote, teólogo, gay, en Madrid.