La mia famiglia è sieropositiva: ‘perchè ci escludono?
“Sono passati 17 anni da quando mi hanno messo in cassa integrazione solo a causa di un virus. So che sarei utile alla Marina Militare non per uno o due anni, ma per tanti altri.”
Santos Hernandez lavorava sull’equipaggio “Tercer Maestre” quando lo misero in cassa integrazione solo perché aveva l’HIV. “Lo vennero a sapere tre mesi dopo che fui contagiato e mi vedevano come un animale in via di estinzione.
Il comandante del mio battaglione mi disse: ‘Ascolta. E’ un’ingiustizia lo so, ma non posso farci nulla. La legge dell’ Istituto di Sicurezza Sociale delle Forze Armate Messicane, lo permette’.
Anche i mie colleghi dissero che mi vedevano in ottima salute. Non capisco, ci sono persone obese ed altre con vari problemi che continuano a stare qui mentre io, che sono sano, devo andarmene.
Mia moglie aveva un ematoma sulle ovaie. Quando stava per essere operata mi chiamarono e mi dissero:” Dobbiamo darle una brutta notizia. Abbiamo fatto vari test a sua moglie è risultata positiva a quello dell’ HIV”. Rimasi di sasso.
La dottoressa mi disse che avrebbero fatto il test anche a me; io ancora non avevo realizzato quel che era successo. Non mi chiesero neanche se ero d’accordo.
Quando mi dissero che anche io ero stato contagiato, io e mia moglie parlammo. Alla fine mi disse:” Che possiamo fare? Tornare indietro nel tempo? Bisogna andare avanti”.
In questi anni ci siamo informati molto ed abbiamo aiutato tante persone.
Economicamente non è andata così male. Mio figlio di 13 anni deve lavorare di sera come magazziniere in un supermercato.
Io sono andato in cerca di lavoro però mi chiedono sempre raccomandazioni dal mio precedente impiego, ma nella Marina mi lasciarono solo una specie di carta di cattiva condotta. Adesso lavoro come volontario in un’organizzazione che mi da una mano.
Mia moglie guadagna vendendo dolci fuori una scuola. Però mi sento bene. Faccio ginnastica, corro e, in generale, faccio tutto quello che facevo prima di venire a conoscenza della mia sieropositività. Conduco una vita normale, anche nell’ambito sessuale.
L’HIV non è una buona ragione per eliminare questa parte della mia vita. Usiamo il preservativo per evitare qualsiasi rischio di reinfezione.
Amavo il mio lavoro nella Marina, era la carriera che avevo sempre sognato e stavo studiando per salire di rango. Io vorrei dire al sig. Vincent Fox, come comandante supremo delle Forze Armate, che se è vero che lotta per il benessere di ciascuna famiglia, mi restituisca il mio lavoro.
Fisicamente sto benissimo. A volte mi viene l’influenza o la tosse, ma non centra niente.
Testo originale: La familia en positivo