La mia sfida. Come ho imparato a vivere con l’HIV
Testimonianza di Kain* pubblicata sul sito AVERT.org (Inghilterra) il 15 luglio 2016, libera traduzione di Monica S.
“Sono sieropositivo da 14 anni, e ora ne ho 34. Quando mi hanno dato la notizia ero terrorizzato. Frequentavo un ragazzo che non conoscevo molto bene, che era decisamente insensibile visto che lui sapeva della sua condizione. Penso che rendermi conto che era stato quel ragazzo ad infettarmi sia stata la cosa che mi ha sconvolto più di tutto il resto.
Quando ho ricevuto la notizia ero all’università, lontano da casa. All’università sono dovuto andare avanti a prescindere dalla mia situazione, ma penso che i miei amici si siano preoccupati quando, ad un certo punto, ho iniziato a perdere molto peso. Terminati i corsi, sono rientrato a vivere a casa. Ho attraversato qualche anno di negazione, non volevo leggere nulla che avesse a che fare con l’HIV nella stampa omosessuale. Per sfuggire alla realtà uscivo e bevevo molto. Qualche anno dopo, però, arrivò una svolta e ho rivalutato la mia vita, me stesso e anche il virus HIV.
Ho compiuto il passo di andare in una clinica, ho iniziato ad andarci per dei check-up regolari, non molto prima che iniziassi a prendere i medicinali. La mia conta CD4, in quel periodo, era di circa 160. In quel periodo non ero molto sicuro della mia carica virale – ma immaginavo fosse molto alta. Avevo anche perso molto peso ma, considerando che non avevo ancora trent’anni, sembravo semplicemente un ragazzo esile, come ce ne sono tanti (ma io ne ero assolutamente consapevole).
Continuavo a socializzare con i miei amici, ma prendevo i medicinali alla toilette, non dimenticavo mai di prenderli. La vita sociale è cambiata con il passare degli anni; non mi piace stare fuori fino a tardi, quindi prendere i medicinali non è un peso così grosso. Tra l’altro bevo solo raramente, visto che non reggo molto l’alcool e odio la sensazione di essere ubriaco!
Ora la mia carica virale è impercettibile, la mia conta CD4 stabile e sono diversi anni che la situazione è questa (circa 10). Dalla mia diagnosi ho imparato molto su me stesso, e su come affronto le cose; sono diventato più risoluto e non mi arrendo molto facilmente. Sono sempre stato un tipo riservato, ma a causa della diagnosi sono diventato ancora più riservato rispetto ad alcuni aspetti della vita, come la mia salute, anche se mi fa piacere poterne parlare con amici molto stretti – è importante avere almeno una persona accanto che non sia un medico e con cui parlare, è di grande aiuto.
Mi alleno, mangio in modo corretto e mi sforzo di mantenermi in salute con l’esercizio regolare. Il peso ha cominciato a risalire, e non ho danneggiamenti ai musicali facciali o del resto del corpo, è una cosa che mi fa piacere. Mi abbatterebbe davvero molto sviluppare una lipodistrofia o l’atrofia facciale.
Non dimentico mai, neppure per un minuto, come sia cambiata la mia vita e anche se da molto tempo, ormai, non rimugino sul passato, ci sono giornate in cui mi sento depresso per tutta questa situazione ma, in quei momenti, riguardo alla mia vita, e a tutto ciò che sono riuscito a conquistare, e questo mi fa sentire meglio e più determinato a costruire qualcosa con la mia vita.
Non sono mai stato in una relazione a lungo termine perché, immagino, ho paura della reazione se mai raccontassi la mia situazione al mio compagno. C’è stata qualche breve relazione, ma non ho mai avuto la sensazione di conoscere abbastanza l’altra persona per potergliene parlare anche se, in effetti, ho frequentato un ragazzo che mi ha confidato la sua condizione, così abbiamo parlato delle nostre esperienze – è stato un bellissimo cambiamento sentire di potere parlare apertamente.
Penso molto del futuro e quello che c’è in serbo per me ma potere stare con buoni amici a prescindere dal fatto che sappiano della mia condizione è la cosa davvero importante per me. Penso davvero che, con il tempo, arriverò a parlare della mia situazione con un ragazzo, immagino perché ora mi conosco più profondamente e mi sento più a mio agio nella mia pelle, perché il virus HIV è una parte della mia vita, ma non la controlla.”
Il nostro punto di vista: “Vivere con l’HIV presenta le sue sfide, e potrebbe volerci del tempo per immaginare come affrontarlo nel modo più adatto per te. Come Kain ha scoperto, il virus HIV non ha il controllo su di te”.
* Le storie personali sono state inviate anonimamente da visitatori del sito. Alcune storie sono state riviste per renderle più chiare. Alcuni nomi sono stati cambiati per proteggere la privacy.
Testo originale: Living with HIV personal stories: Kain