La mia sorella gemella non voleva che diventassi lesbica come lei
Testimonianza tratta da tetu.com, liberamente tradotta da Domenico Afiero
«Sono nata nel 1971. All’epoca non esisteva l’ecografia come oggi ed è stato proprio per questo motivo che i miei genitori sono rimasti sorpresi nello scoprire di aver dato alla luce due gemelle.
Abbiamo avuto un’infanzia felice, pensando che eravamo delle false gemelle , perché eravamo leggermente diverse fisicamente e non portavamo gli stessi vestiti. Claire aveva un carattere più estroverso ed io, invece, un carattere più riservato. poiché era nata prima di me, Claire sapeva fare tutto prima di me: camminare, andare in bici e giù di seguito.
L’adolescenza, però, è stata più complicata per via dei primi amori e i primi corteggiamenti. Capivo che era talvolta una palla al piede per Claire che voleva corteggiare i ragazzi da sola! Anch’io avevo degli innamorati alle medie, ma subito mi bloccai nel contatto fisico con loro.
Preferivo la compagnia delle ragazze , di cui ero segretamente innamorata.Come è sempre accaduto, Claire ha superato quel blocco interiore prima di me, uscendo con le ragazze sin dai tempi del liceo. Io , invece, ho iniziato a frequentare le ragazze quando sono andata all’università. Mia sorella non voleva che la seguissi nei locali gay, in quanto non desiderava che diventassi lesbica come lei.
Mi sono posto spesso la domanda di sapere se fossi lesbica ‘ per essermi comportata come Claire’ oppure se fosse stato la mia natura. Adesso so che non è stato per imitarla , anche se penso che la mia omosessualità derivi , in parte, dall’essere gemella, cioè essere sempre stata vicino a mia sorella e avermi preso cura di lei mi ha certamente predisposto ad amare le ragazze. Il che mi sembra naturale.
Per fortuna, abbiamo gusti diversi. Tuttavia, è capitato che la stessa ragazza ci sia interessata . In questo caso, allora, valeva la regola seguente: ‘Chi l’ ha conosciuta per prima ha la priorità!’. Era una questione d’onore!
Ma poiché avevamo due caratteri molto diversi, le nostre ‘amichette’ si innamoravano o di una o dell’altra , ad eccezione di una ragazza che ha iniziato ad uscire con mia sorella , più estroversa ma disponibile, per finire, poi, con me. Non abbiamo mai approfittato della nostra somiglianza per illudere qualcuna.
Anzi, un’ «amichetta» di Claire si è divertita a corteggiarmi , credo per giocare con noi. Ma anche se mi fosse piaciuta, sarebbe stato impossibile tradire mia sorella. Claire ha fatto il suo coming-out con nostra madre a vent’anni, portando le sue «amichette» a casa. Io non ho dovuto fare il mio: mia madre sa che amo soltanto le ragazze e mio padre mi crede bisessuale, perché ha tentato parecchie volte di accasarmi con qualche uomo , ma invano !
In quello stesso periodo, ho avuto una crisi d’identità, dovuta specialmente alla mia gemellarità . Infatti, anche se si tenta di dimenticarlo, i sentimenti verso la propria ‘metà’, lo sguardo degli altri o le coincidenze inspiegabili, come ritrovarsi nello stesso vagone di un treno senza essersi parlate prima, sono tanti ricordi della vita quotidiana della gemellarità. Una gemella è una sorta di parte di sé stessi: si è dello stesso sangue, della stessa carne e ci si capisce al volo.
Il vincolo che ci unisce è comparabile a quello che lega una madre ad un figlio , anche se evitiamo il contatto fisico. Se le nostre mani dovessero toccarsi per errore, abbiamo una strana sensazione, come se si toccasse la propria mano. Ci siamo dato un bacio sulle guance a venticinque anni, ma solo perché spinte a farlo dai nostri amici.
Adesso, dopo una ricostruzione personale difficile ma necessaria, andiamo d’accordo tra noi due: ciascuna rispetta il carattere dell’altra e viviamo separatamente.
Claire vive in coppia , mentre io sono single… ma questo mio vivere da sola non durerà a lungo!»
Testo originale: Ma sœur jumelle ne voulait pas que je devienne homo comme elle