La nascita della realtà degli omosessuali cristiani in Italia
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Riflessioni di Giuliana Arnone* tratte dalla sua tesi di laurea su “Il difficile equilibrio tra azione e contemplazione: strategie di riconoscimento di un gruppo di omossessuali credenti”, Università Ca’ Foscari di Venezia, Corso di Laurea magistrale in Antropologia culturale, etnologia, etnolinguistica, ottobre 2013, pp.45-52
In Italia anno primo, giorno primo, momento primo (Pini, 2011: 68) della nascita del movimento omosessuale, fu il 5 aprile 1972 ‘quando gay e lesbiche si mobilitarono e protestarono contro un convegno di sessuologia – una piccola summa dei luoghi comuni omofobi che venivano spacciati per scienza da medici e psicologi (Barilli, 1999:49), che si svolse al Casinò di Sanremo. Riuscirono anche a entrare e a leggere un intervento.
Anche in Italia, quindi, arriverà l’eco delle rivolte d’oltreoceano e nasceranno inedite forme associative come il FUORI! (Fronte unitario omosessuali rivoluzionari italiano), il primo movimento omosessuale italiano nel 1971, di impronta politica radicale. A tal proposito l’editoriale di Angelo Pezzana sul numero 24 del giugno 1971 del settimanale ‘Panorama’ afferma:
per la prima volta [in Italia] l’omosessuale entra sulla scena da protagonista, gestisce in prima persona la sua storia […]. Parla di sé ad altri che sono come lui [nessuno ci verrà più a dire cosa siamo e come siamo da giornali di merda che ci usano come topi da laboratorio. Il grande risveglio degli omosessuali è cominciato. È toccato a tanti altri prima di noi. Ebrei, neri (ricordate?). Ora tocca a noi. Ed il risveglio sarà immediato, contagioso, bellissimo (in Barilli, 1999: 51
In questo contesto, e con lo svilupparsi di ciò che potrebbe essere definita una ‘coscienza omosessuale’, alcuni anni dopo, nascono, in Italia, i gruppi di omosessuali credenti. Essi, come vedremo, nonostante rappresentino una realtà eterogenea la cui identità rimane strettamente connessa con la negoziazione con il contesto d’appartenenza, condividono con Dignity l’atteggiamento nei confronti della identità omosessuale, vista come sostanzialmente ‘positiva’ e, più in generale, hanno in comune le risposte simboliche avanzate di fronte all’accusa della Chiesa riguardante la sessualità, la procreazione e il matrimonio come parte della natura umana.
La nascita dei gruppi omosessuali cattolici italiani, perlomeno come realtà organizzate dotate di espliciti fini, si può far risalire al 1980. Questo, difatti, fu l’anno in cui venne organizzato presso il centro ecumenico di Agape, a Prali (TO) il primo convegno su fede e omosessualità. Questo convegno era il risultato di un lavoro portato avanti da Don Franco Berbero e Ferruccio Castellano [19] un nome importante per la comunità gay, con la quale entra in contatto nella metà degli anni Settanta, tanto che, a distanza di anni, in occasione del Torino Pride 2006, si costituì un gruppo di lavoro, formato da rappresentanti di gruppi omosessuali, in vista del convegno Una fedeltà scandalosa? – L’amore nella coppia gay e lesbica – Credenti e non credenti a confronto, di cui venne fatto un Dossier. Qui si legge: un ragazzo di Torre Pellice, Ferruccio Castellano, impegnato in parrocchia ed omosessuale, chiede al suo parroco perché non può dire di essere tale, perché non può vivere anche affettivamente la sua omosessualità e continuare ad essere un buon cattolico, un buon parrocchiano. Il parroco non sa cosa dire e lo manda dal vescovo ed anche questi si sente impreparato; gli dice però: ‘vai a Torino, lì c’è un prete un po’ strano che si occupa di disagio e cose simili, prova a sentire da lui’.
Ferruccio si rivolge così a don Luigi Ciotti, del Gruppo Abele, e si sente dire: anch’io non ne so molto ma ti do tutto la spazio che vuoi per organizzare qualcosa per cercare di capirne di più e per aiutare quelli che fanno fatica come te.
Nasce così la collaborazione fra Ferruccio, Don Ciotti ed il Gruppo Abele (si veda: Gruppo di lavoro Torino Pride, 2006: 4)
Don Ciotti è una personalità legata al dissenso cattolico e volontario presso il Gruppo Abele di Torino che, dal 1965, si occupa di aiuto ai tossicodipendenza, prostitute, minorenni e, più in generale, offre assistenza alle persone emarginate o discriminate [20].
Per dissenso cattolico si intende quel movimento che si sviluppa con la fine del Concilio Vaticano II, accusato dal movimento di non aver saputo rinnovare la Chiesa nonostante gli obiettivi dichiarati. In particolare, nasce dopo la pubblicazione dell’enciclica di Papa Paolo VI Humanae Vitae (luglio 1948) che considerava illecito l’uso della contraccezione artificiale per i cattolici. Nacquero dei movimenti, legati a un’ideologia politica di sinistra, ossia le comunità di base, che si ispirano alle comunità cristiane delle origini, che proposero un’ideale di chiesa più evangelico, caratterizzati da un impegno politico e sociale rivolto ai poveri, che prevede la piena partecipazione attiva dei laici coinvolti e che si oppone ad una chiesa considerata distante dal Vangelo e dall’annuncio di rinnovamento portato dal Concilio. Nonostante l’opera dei gruppi omosessuali cattolici non possa essere definito di dissenso, così inteso, poiché non cerca uno spazio di contestazione al di fuori della chiesa, ma un riconoscimento all’interno (laddove lo cercano), le comunità di base sono state da sempre molto vicine agli omosessuali. Lo stesso Don Franco Barbero, che rappresenta uno dei punti di riferimento del dissenso cattolico in Italia, e che diede vita al campo di Agape, creò la comunità di base Viottoli di Pinerolo dove si dedica alla cura pastorale delle persone omosessuali.
Franco Barbero scrive: “Era il 1977 quando ebbi la fortuna di conoscere Ferruccio Castellano, un giovane omosessuale credente che spesso mi raggiungeva in macchina da Torino. Con lui nacque una comunicazione intensa. Avevamo, in verità, un’idea ‘folle’: perché non organizzare un convegno nazionale su fede e omosessualità? Ma i primi contatti ci diedero solo un ritorno di bocche cucite e di porte chiuse. Una sera dell’estate 1979 salimmo ad Agape e presentammo al pastore Eugenio Rivoir, allora direttore del Centro Ecumenico di Agape, la nostra proposta. Tra noi fu subito intesa… Bisognava parlarne, certo, ma si apriva una porta. Notate: quelli erano anni in cui non esisteva ancora il gruppo Abele e in Italia, a nostra conoscenza, non c’era alcun gruppo organizzato di omosessuali cattolici. Il 13 – 15 giugno 1980 si svolse ad Agape un convegno partecipatissimo di cui esistono gli Atti. Fu un evento di libertà, di gioia e di speranza che incrementò, sia pure molto lentamente, nuove riflessioni e nuove proposte” (Geraci, 2010)
Il convegno di Agape darà il via, inconsapevolmente, a una reazione a catena che vede coinvolta la nascita di diversi gruppi. Nello stesso anno, grazie anche all’opera di Don Domenico Pezzini, un prete della diocesi di Lodi, nasce a Milano il primo gruppo di omosessuali cattolici in Italia: ‘Il Guado. Dice, a questo proposito, Don Pezzini: “[…] alla fine di agosto trovai una sua lettera [si riferisce a Giovanni dell’Orto, un attivista gay che ha lavorato presso il gruppo Abele] con unito l’elenco dei partecipanti al campo di Agape: mi segnalava che un bel numero era di Milano e mi proponeva di fare qualcosa cercando di contattare discretamente le persone. Decisi di accogliere il suggerimento. Fu così che il 20 dicembre 1980 ci trovammo nella casa di uno di noi [..] il risultato dell’incontro fu la volontà comune di incontrarci regolarmente una volta al mese […] all’insaputa l’uno dell’altro, Ferruccio radunava a Torino […] i primi amici che avrebbero dato vita al gruppo Davide (ibidem)
Se Agape rappresentò un luogo di riunione riservato alle persone omosessuali credenti, dove sostanzialmente si rifiutò ‘qualunque forma di visibilità e si ‘rimandavano a casa tutti i giornalisti che salivano fino a Prali, nell’inutile tentativo di saperne qualcosa in più’ (ibidem), successivamente crebbero le occasioni di confronto con il mondo esterno.
Nel 1982 inizia un seminario dal titolo ‘Essere Omosessuali‘, che si svolge ad Assisi e che si conclude nel 1985.
Un anno dopo il Guado partecipa alla fondazione dell’European Forum of Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender Christian Groups, che nasce a Parigi nel 1982 e che si occupa dei diritti delle persone omosessuali, lesbiche e transessuali cristiane e che organizza annualmente ( giorno che coincide più o meno con l’ascensione di Gesù) un incontro in una capitale europea, dove si radunano tutti i gruppi omosessuali cattolici che hanno aderito al forum [21] .
Alcuni anni dopo, Don Domenico Pezzini si allontana dal gruppo de Il Guado e nel 1986 fonda La Fonte. Questa scissione è rilevante poiché genererà un altro approccio, diverso da quello presente nel Guado, ‘caratterizzato da un ampia e prima accoglienza delle persone omosessuali’ (Teisa, 2002: 9) [22] per concentrarsi principalmente sulla ricerca spirituale. In questo contesto, quindi, ‘la tendenza omosessuale è relativizzata e diventa solo uno degli elementi del discorso, il quale spazia dalle regole dell’amicizia e della preghiera (ibidem: 94).
Quest’approccio, difatti, caratterizza alcuni gruppi che nasceranno in seguito, come il gruppo In Cammino di Bologna, La sorgente di Roma e, ancora, lo stesso Gruppo Emmanuele. La Fonte, difatti: “si caratterizza per la priorità data alla ricerca spirituale in un contesto di amicizia esperita. La maggior parte delle sue attività sono basate sullo scambio interpersonale tra le persone che compongono il gruppo, e quindi sul reciproco confronto, teso all’autotrasformazione. In questo contesto la tendenza omosessuale è relativizzata e diventa solo uno degli elementi del discorso, il quale spazia dalle regole dell’amicizia alla preghiera[…] La fonte, si caratterizza poi, rispetto ad altri gruppi, per il fatto che non accoglie tutte le persone omosessuali in modo indiscriminato, ma solo quelle persone che vogliono fare un cammino serio e costante di crescita. Respinge quindi le persone omosessuali che si avvicinano per sola curiosità, quelle che non sono compatibili con la vita di gruppo e quelle che si trovano in situazioni patologiche o comunque tropo delicate per essere integrate nel gruppo (ibidem: 94)
Nasce in concomitanza il gruppo L’incontro di Padova che sarà ospitato dalla Chiesa Valdese fino al 1999, anno in cui eclisserà e dalle cui ceneri nascerà il gruppo La Parola di Vicenza. In Italia le chiese protestanti, e in particolare quella valdese, hanno permesso lo sviluppo stesso dei gruppi. Inizialmente con il campo di Agape, e successivamente offrendo le proprie sedi a diversi gruppi come al Guado di Milano (che adesso risiede in un altro luogo).
La posizione aperta della Chiesa Protestante, in particolar modo quella Valdese, rispetto alle parrocchie cattoliche che ospitano i gruppi omosessuali cattolici, è sicuramente conseguenza innanzitutto delle più aperte posizioni protestanti, ma anche della propria posizione libera dal Magistero Cattolico e indipendente dalla Chiesa di Roma. Le parrocchie cattoliche, come vedremo, spesso non possono dichiararsi apertamente, poiché rischierebbero di non poter più operare ospitando i gruppi nelle proprie sedi. Ciò, tuttavia, dipende dalla particolarità dei contesti sociali, dal rapporto che la parrocchia ha con la diocesi della città e con il vescovo stesso.
Nel frattempo, negli anni Novanta, alcuni gruppi cominciano a pubblicizzarsi. È il caso de La Fonte, che celebra la sua presenza sulla rivista Missione Oggi. Similmente, La parola si ritaglierà visibilità attraverso annunci tramite una rivista mensile omosessuale Babilonia. La voce di un gruppo omosessuale cattolico in una rivista omosessuale italiana, prettamente laica, mostra una commistione, almeno agli inizi, tra il movimento omosessuale italiano e i gay cattolici, come testimonia lo stesso attivismo di Ferruccio Castellano.
Nel Meridione, almeno fino agli anni Novanta, non si erano sviluppate forme di aggregazione sociale da parte degli omosessuali cattolici. In Sicilia, tuttavia, l’Arcigay nasce informalmente a Palermo il 9 dicembre del 1980 da un’idea di Don Marco Bisceglia, sacerdote cattolico dell’area del dissenso, come reazione all’emozione suscitata dal ritrovamento del corpo di una coppia di giovani amanti uccisi a Giarre, in provincia di Catania, a causa della loro relazione gay [23].
Questi avvenimenti sono importanti poiché mostrano la commistione tra movimento omosessuale laico, attivista, e il movimento degli omosessuali credenti. Essi, difatti, si inseriscono in un contesto storico ben preciso, ossia quello dell’Italia degli anni Ottanta, dove il movimento omosessuale, legato fino ad allora ai movimenti di estrema sinistra, aveva conosciuto i primi processi aggregativi, come il FUORI!, fondato nel 1971 strettamente connesso al partito radicale. L’esperienza finirà appunto nel 1982, dopo una crisi dei rapporti con il partito stesso.
A Catania, vicino a Giarre nascerà, nel 1990, il gruppo de I Fratelli dell’ Elpis presso la Chiesa del Santissimo Crocifisso della Buona Morte.
In quegli anni cominciano a tenersi vari convegni. A cominciare da quello di Assisi del 1982 che ha per tema ‘Essere Omosessuali’, a Torino verrà realizzato un altro convegno sul tema ‘la morale sessuale cattolica: dalla bibbia al Magistero’. Seguono altri convegni e quindi le occasioni di visibilità, come il convegno su ‘Fede e omosessualità’ del 1989 a Monteforte Irpino, che si ripeterà fino al 1992 . Nel frattempo nasce a Roma il gruppo Nuova Proposta , I Tralci di Napoli ed anche Chiara e Francesco ad Udine.
Con lo sviluppo di altre realtà locali, nacque l’esigenza di trovare un coordinamento in grado di rafforzare l’opera dei singoli gruppi. Nel 199424, così, nasce il COCI, il coordinamento dei gruppi omosessuali cattolici, che troverà ospitalità al Cassero, la sede nazionale dell’Arcigay. Ne fanno parte Il Guado di Milano, Davide e Gionata di Torino, La Goccia di Cremona, L’Arcipelago di Reggio Emilia, L’Incontro di Padova, L’Ascolto di Verona, Chiara e Francesco di Udine e La Sorgente di Roma, alcuni dei quali erano nati appunto con gli inizi degli anni Novanta.
La questione di un coordinamento generale sarà problematica negli anni a venire. La vitalità dei gruppi e il loro aumento numerico spesso rappresentano in realtà motivi di distacco, più che di unione. Crescono tuttavia, con il COCI, le occasioni di visibilità. Vengono organizzati due convegni nazionali inerenti il tema fede e omosessualità. Il primo a Roma, nel 1995, presso la sede della Facoltà Teologica Valdese, ed il secondo a Milano [24].
Le date rischiano di non essere precise. Le interviste, il rapporto dei credenti omosessuali credenti del 2010, le fonti in internet, mostrano delle annate che spesso si contraddicono. Questa confusione forse è data dal fatto che, a oggi, nessuno si è mai occupato di scrivere una storia sistematica dei gruppi omosessuali credenti in Italia. Spesso sono proprio i membri dei gruppi che tentano di ricostruire la loro storia. Lo stesso Gianni Geraci mi fornì materiale bibliografico che lui stesso aveva scritto (inoltre, lui stesso ha redatto la voce della storia degli omosessuali credenti in Italia su wikipedia) nel 1999 [25].
In quegli anni, nel 1998, nascono altre realtà associative, come il gruppo ‘Rinascimento di Pordenone e Narciso E Boccadoro a Rimini e lo stesso Gruppo Emmanuele di Padova. Nasce in quegli anni anche la Rete Evangelica Fede e Omosessualità (Refo) , con lo scopo di creare una rete di sostegno e di coordinamento delle chiese evangeliche che accolgono le persone omosessuali.
Durante gli anni duemila si sviluppano altre realtà associative, in quasi tutte le regioni d’Italia. A Firenze nasce il Gruppo Kairos e a Trento il gruppo La Ressa. Nel centro nord, difatti ‘le uniche regioni in cui non ci sono gruppi sono Friuli, Valle D’Aosta ed Umbria, mentre nel sud sono nate alcune esperienze molto significative come a Napoli, Palermo e Bari’ (Donatio, 2010:209). Sono gli anni in cui, tuttavia, l’esistenza del COCI viene messa in discussione.
Una personalità importante all’interno del COCI fu Gianni Geraci che fu, per molti anni, il presidente del Coordinamento. In seguito a pressioni di alcuni rappresentanti, che lamentavano la profonda eterogeneità dei gruppi e quindi la loro sostanziale incompatibilità, si dimise con una lettera.
Nonostante l’eclissamento del COCI, le sue energie verranno confluite nel portale gionata.org, un portale online di fede e omosessualità nato nel 2007 e gestito da volontari, che cerca di creare una rete di sostegno e circolazione di informazioni ed esperienze dei vari gruppi, senza tuttavia aspirare a un coordinamento degli stessi. Gionata è un portale virtuale (…), al quale partecipano volontari che scrivono le loro opinioni, piccoli articoli e saggi, inerenti la storia dei vari gruppi, gli eventi da loro organizzati, dei commenti ad articoli di attualità che trattano del tema omosessualità e fede. È una vera e propria rete di contatto, in cui circolano informazioni per accrescere la sensibilità e la consapevolezza di sé. Questi volontari daranno vita, alcuni anni dopo, al Forum dei Gruppi Omosessuali Credenti (FCOI), svolto ad Albano Laziale il 25-26 Marzo 2010, durante il quale venne stilato un rapporto per analizzare l’attuale situazione dei gruppi omosessuali credenti in Italia, attraverso la diffusione di un questionario in grado di raccogliere dati quantitativi sull’esperienza dei gruppi, riguardanti la composizione numerica ed il rapporto con la comunità locale.
Questo forum avrà, dal 2010, cadenza biennale. Si sta organizzando il prossimo forum, che si terrà, quindi, nel 2014.
Così come risulta dal Rapporto presentato al I° Forum Italiano dei cristiani omosessuali, la realtà dei gruppi credenti in Italia è una realtà fortemente variegata e fortemente legata ai contesti locali di appartenenza (si veda: Progetto Gionata, 2010). Ogni gruppo ha al suo interno una organizzazione diversa, alcuni presentano situazioni meno strutturate e informali, altri si sono dotati di uno Statuto giuridicamente riconosciuto.
L’età media è varia, ma oscilla tra i trenta e in cinquant’anni. La presenza delle donne, seppur in crescita, è nettamente inferiore rispetto alla controparte maschile. La loro presenza nel territorio italiano, tuttavia, non sembra diminuire. Anzi, nuove realtà stanno nascendo, come il gruppo di Trieste, Progetto Rùah, nato nel 2011. La storia di questi gruppi è, insomma, in via d’esecuzione. Stiamo assistendo alla sua costruzione.
L’ultima tappa riguarda la partecipazione al Gay Pride nazionale svoltosi a Palermo il 22 giugno 2013, di alcuni gruppi di omosessuali credenti italiani, tra cui il (gruppo) Ali d’Aquila di Palermo che, attraverso la organizzazione di eventi inerenti omosessualità e fede, è riuscito a ritagliarsi uno specifico spazio d’azione pubblico, sfilando fiero e orgoglioso durante la parata.
Similmente, in occasione del Gay Pride di Vicenza, che ha avuto luogo qualche giorno prima del nazionale, ossia il 15 giugno 2013, il gruppo La Parola sfilava in mezzo al corteo portando, sorridente, lo striscione con il suo nome.
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19 Castellano conobbe Don Franco Berbero poiché il primo spesso si recava a Torino nella sua parrocchia. Il sacerdote, per le sue aperte posizioni nei confronti degli omosessuali e il suo atteggiamento di aperta critica alla dottrina cattolica, venne scomunicato nel 2002 . Fonda così la comunità di base di Pinerolo dove continuerà la sua opera di accoglienza agli omosessuali.
20 Per maggiori informazioni, rimando al sito: http://www.gruppoabele.org
21 Per maggiori informazioni http://www.euroforumlgbtchristians.eu/
22 Quando incontrai Gianni Geraci, egli mi disse che il loro gruppo, Il Guado, è molto aperto e accoglie anche persone con evidenti disturbi psicologici. Il gruppo Emmanuele, invece, come vedremo,segue una impostazione un po’ più ‘pezziniana’ e si propone di approfondire il proprio percorso di crescita spirituale, rifiutando di costituirsi in quanto ‘gruppo di auto-aiuto’.
23 Questa storia mi venne raccontata anche da Mattia, coordinatore del gruppo giovani dell’arcigay di Padova durante uno degli incontri del mercoledì ai quali io partecipavo e che potei consultare sul sito ufficiale dell’arcigay: http://www.arcigay.it/chi-siamo/storia/
25 Le date rischiano di non essere precise. Le interviste, il rapporto dei credenti omosessuali credenti del 2010, le fonti in internet, mostrano delle annate che spesso si contraddicono. Questa confusione forse è data dal fatto che, ad oggi, nessuno si è mai occupato di scrivere una storia sistematica dei gruppi omosessuali credenti in Italia. Spesso sono proprio i membri dei gruppi che tentano di ricostruire la loro storia. Lo stesso Gianni Geraci mi fornì materiale bibliografico che lui stesso aveva scritto.
* Giuliana Arnone si è laureata all’Università Cà Foscari di Venezia in Antropologia culturale con una tesi dal titolo “Il difficile equilibrio tra azione e contemplazione Strategie di riconoscimento di un gruppo di omosessuali credenti” (ottobre 2013) ed ha conseguito il dottorato in Studi Storici Geografici e Antropologici all’Università di Padova con una ricerca etnografica riguardante la realtà di LGBT cristiani in Italia intitolata “Tutta una questione di riconciliazione: uno sguardo etnografico sui percorsi di riconoscimento del movimento LGBT cristiano in Italia” (2016). Ha curato per il Forum Italiano dei cristiani LGBT la ricerca “Rapporto 2016 sui cristiani Lgbt in Italia” (settembre 2016) ed ha scritto con Paola Coppi e Pasquale Quaranta il capitolo intitolato “Una testimonianza: gruppi LGBT e Chiese nell’Italia contemporanea” contenuto nel volume “Tribadi, sodomiti, invertite e invertiti, pederasti, femminelle, ermafroditi… Per una storia dell’omosessualità, della bisessualità e delle trasgressioni di genere in Italia” a cura di Umberto Grassi, Vincenzo Lagioia, Gian Paolo Romagnani, Edizioni ETS, Pisa, 2017.