Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 23 marzo 2016, liberamente tradotta da Innocenzo
Nella Settimana Santa, come cattolici, siamo stati invitati a meditare frequentemente su due concetti diversi: la propensione dell’umanità a schiacciare l’ offerta sovrabbondante di Dio; e su quanto anche la sofferenza può essere redentrice.
Alcune notizie di questa settimana finora ci fanno riflettere sul primo concetto. Lunedi Bondings 2.0 ha parlato di come gli educatori cattolici ignorano le difficoltà degli studenti transgender. Ieri si è concentrato su come un funerale in una parrocchia cattolica del Montana (Stati Uniti) si è quasi trasformato in una tragedia di famiglia a causa dell’intransigenza di un prete che non ha voluto accogliere una coppia gay. La storia di oggi, purtroppo, segue lo stesso tipo linea.
In Evansville, nell’Indiana (Stati Uniti) la pastorale parrocchiale per i cattolici LGBT è stata chiusa bruscamente dal parroco, dopo essere cresciuta per 12 anni nella parrocchia di St. Mary and John Parish che, per anni, è stata indicata come una parrocchia LGBT friendly (ndr accogliente con le persone omosessuli). Il giornale L’Evansville Courier & Press ha riferito che il responsabile di “Rainbow Catholics in Christ” (RCC), il gruppo di cattolici lgbt ospite nella parrocchia ha informato della decisione del consiglio parrocchiale in una email con cui diceva: “Siamo molto dispiaciuti d’informarvi che, dopo ampia discussione i sacerdoti (Gordon) Mann e Deacon (Ed) Wilkerson hanno deciso che i cattolici di “Rainbow Catholics in Christ” (RCC) non possono piu essere ospiti della parrocchia della St. Mary and John Parish.Padre Mann ha affermato che non stiamo operando in conformità con le norme della Chiesa cattolica romana. “
Il sacerdote ha suggerito che il gruppo possa essere riforndato sul modello di Courage (un gruppo nato nell’ambito dei cattolici tradizionalisti) che incoraggia i cattolici gay e lesbiche, con l’aiuto dei loro genitori, ad avere come obiettivo primario di mantenere il celibato tra i suoi membri.
Purtroppo, come molti hanno sottolineato, Courage per aiutare le persone a mantenere il celibato punta a far considerare alle persone LGBT la loro sessualità come un problema. Perciò molti vescovi cattolici non permettono a Courage di operare nelle loro diocesi.
La discussione da cui è scaturita la decisione è partita dal programma 2016 del gruppo “Rainbow Catholics in Christ” che prevedeva che il gruppo si sarebbe occupato del “sostegno alle persone LGBTQ; dell’equità nel mondo del lavoro e degli alloggi; e di sessualità umana e di spiritualità “.
Il parroco, padre Gordon Mann, ha rifiutato di parlare con il giornale della sua decisione dicendo che: “non ho intenzione fare nessun commento”.Un portavoce della diocesi di Evansville ha rilasciato una dichiarazione, che però non ha affrontato la decisione presa del parroco della parrocchia su quale forma di ministero (per le persone LGBT) si dovesse sostenere, affermando che:
“Il rispetto della Chiesa per la dignità di ogni persona, in quanto creata a immagine di Dio è rimasto costante nel tempo. L’accompagnamento delle persone di tutta la società – tra cui la comunità LGBT presente qui e in tutto il mondo – continua ad essere fondato sul rispetto per la sacralità di ogni persona. Tutti sono benvenuti.“
La dichiarazione diocesana ha fatto riferimento anche all’affermazione dei vescovi dell’Indiana del 2013, che descrive il matrimonio come “l’unione di un uomo e una donna e come una istituzione naturale stabilita da Dio.“
[…] Mentre la decisione di allontanare il gruppo Rainbow Catholics in Christ dalla parrocchia è sicuramente dolorosa, ciò che è più irritante è la decisione presa dalla parrocchia e dalla diocesi di tacere o parlare dei veri motivi di questa decisione.
Cosa non andava nel programma che il gruppo Rainbow Catholics in Christ ha presentato per il 2016? Perche non è stata data loro la possibilità di modificare il programma in qualche modo? Se il parroco è stato ambivalente su Courage, perché ha suggerito questo approccio? Come dimostreranno la parrocchia e la diocesi che le persone LGBT sono le benvenute nella chiesa in futuro? Sembra che non vi sia alcun confronto nella parrocchia su questo ministero.
Wally Paynter, il presidente di Tri-State Alliance, un’organizzazione per l’uguaglianza LGBT, ha detto che sta aiutando i 25 membri di Rainbow Catholics in Christ a riflettere sul loro futuro dal momento che molti di loro vogliono continuare il cammino del loro gruppo, anche se la parrocchia li ha allontanati. In passato, Paynter ha affrontato con loro i temi dell’HIV, dell’essere giovani gay e dell’accettazione nella comunità. Egli ha raccontato come si sentono nel gruppo: “Si sentono davvero male, sono profondamente abbattuti. Come cattolici e come persone hanno visto trattare il loro gruppo in questo modo, credo che avranno bisogno di tempo per guarire“.
Uno dei membri di Rainbow Catholics in Christ, John Radez, ha affermato che lui non vede una polemica del noi contro di loro: “Il mio problema non è tanto di vivere un conflitto con la chiesa o altro, ma la nostra delusione. La chiesa non è vede la necessità di una pastorale per persone che ne hanno bisogno. Spingendo la gente lontano dall’altare, ed emarginandoli, la chiesa cattolica manca un’occasione d’oro per fare pastorale. Che è completamente in contraddizione con ciò che Cristo avrebbe fatto. Lui ha invitato tutti i peccatori alla sua tavola “.
Questi sono certamente tempi duri per i membri del gruppo Rainbow Catholics in Christ a Evansville, e per molti parrocchiani della parrocchia di St. Mary and John Parish. Ho iniziato questo post descrivendo due pensieri che tendiamo a meditare durante questi giorni importanti nella vita della chiesa. Credo che, dopo aver letto questa storia, dobbiamo ricordarci del secondo punto ovvero che la sofferenza può essere redentrice.
Non sto dicendo che è la decisione che è stata pressa sia giusta, anzi è pessima. Ma la nostra fede ci dice che quando la debolezza umana distrugge qualcosa di buono, Dio può portarci verso una nuova vita dopo il disastro. Mentre viviamo nel tempo della sofferenza, è difficile immaginare la nuova vita che sarà possibile, ma questa è la sfida della Pasqua.
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