Creare una nuova comunità che sappia accogliere tutti (At 11:1-18)
Riflessioni bibliche di Tat-Siong Benny Liew, Angela Bauer-Levesque e Alma Crawford tratte dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti), del gennaio 2007, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
I passi di questa domenica suggeriscono che la Pasqua riguarda il creare comunità. In contrasto con la conservatrice teologia del rapimento, secondo la quale i giusti voleranno in cielo, Apocalisse 21:1-6 afferma che la nuova Gerusalemme verrà dal cielo sulla terra.
Questa direzione dà valore non solo al nostro mondo, ma anche a noi in quanto esseri umani. Questo è particolarmente forte in quanto il passo continua annunciando che Dio dimorerà tra i mortali.
Leggendo questa dichiarazione contro la morte e l’annuncio che Dio fa nuove tutte le cose, si potrebbe dire che la nuova vita che Dio dà a Pasqua va nella direzione di una nuova comunità sulla terra. Questa nuova comunità è più che la sorprendente accettazione da parte di Dio (e la sua brama) di dimorare con l’umanità.
Come sottolinea ripetutamente il Salmo 148, la comunità di Dio include “tutti”. Questa nuova comunità include non solo la creazione non umana, ma anche gli esseri umani differenti tra loro in termini di estrazione sociale, razza, etnia, genere ed età. Potremmo aggiungere l’orientamento sessuale, in quanto Atti 11:1-18 ripete l’evento fondamentale per cui viene rivelato che la gente che per lungo tempo era stata vista come “impura” è accettata da Dio. Questo accoglimento delle identità altre, per esempio l’orientamento sessuale in aggiunta alla razza e all’etnia, è giustificato anche dal modo in cui Atti si muove fluidamente dalla circoncisione e dal mangiare con i Gentili alle leggi alimentari e al cibo “non kosher”. In maniera simile, Giovanni 13:31-35 espone l’”amatevi gli uni gli altri” come il “nuovo comandamento” per la nuova comunità di Gesù.
– Quanto tempo pensate che ci vorrà prima che l’accettazione degli LGBT da parte di Dio venga accettata da altri nelle varie comunità di fede? Che cosa sarà necessario?
Il libro degli Atti dimostra che ci vuole un certo tempo alla comunità dei primi seguaci di Cristo per accettare i Gentili, che, condizionati dalla loro cultura, hanno sempre visto come “profani” e “impuri”. Atti 11:1-18 contiene il racconto di Pietro della sua esperienza in Atti 10, in cui impara la dura ma importante lezione di non chiamare nessuna persona “impura” o “immonda”. È una lezione difficile per Pietro perché Dio deve ripetere il miracolo e il messaggio tre volte perché penetrino nella sua testa dura. In ambedue i passaggi in cui viene narrata l’esperienza di Pietro ci viene detto che il discepolo non solo tira fuori una controargomentazione per contraddire la voce divina, ma anche una giustificazione per la sua resistenza: seguire le tradizioni avite (Atti 10:14 e 11:8).
Proprio come Pietro ha opposto ripetutamente resistenza alla voce divina, lo stesso discepolo dovrà riferire la sua storia molte volte prima che gli altri siano disposti ad accettare coloro che avevano imparato a disprezzare e temere. Oltre al passo citato, Pietro alluderà alla sua esperienza con il gentile Cornelio e la sua famiglia in Atti 10:27-29. Tutte queste ripetizioni mostrano che andare contro le antiche tradizioni e gli antichi pregiudizi è per la maggior parte della gente un processo lungo e tortuoso.
Un altro modo di evidenziare la pazienza e la perseveranza necessarie per cambiare le persone e le istituzioni è pensare allo spazio globale che Atti dedica non solo all’episodio di Pietro e Cornelio ma all’includere i Gentili in generale. In Atti 8:26-38 vediamo Dio che accetta un eunuco etiope attraverso Filippo, che poi finisce per stabilire la sua residenza nella stessa città in cui presta servizio Cornelio (8:40; 10:1; 21:8). In altre parole, ci vogliono sette capitoli di Atti prima che la comunità dei primi seguaci di Cristo sia in grado di sistemare la questione dell’accettazione dei Gentili in 15:1-35. Nel raggio di questi sette capitoli troviamo numerose persone che con pazienza e perseveranza si impegnano in ripetizioni e conversazioni; molti devono anche affrontare minacce e atti di violenza.
Ecco forse perché troviamo un’altra raffigurazione della nuova comunità in Apocalisse 21:1-6. In un certo senso, quella nuova comunità all’insegna dell’accettazione a cui gli LGBT anelano è purtroppo sempre di là, nel futuro. Al tempo stesso questo passo ci rivela il futuro celato o la promessa che questa visione di nuova comunità diverrà un giorno realtà. Abbiamo accennato un paio di settimane fa che dobbiamo continuare a lavorare con Dio perché il cambiamento abbia luogo. Mentre continuiamo a lavorare e pregare “Vieni, Signore Gesù” (Apocalisse 22:20) per affrettare il compimento della nostra visione futura, possiamo anche ascoltare il lamento del salmista “Fino a quando, Signore, fino a quando?” (Salmo 6:4) che ci aiuta a pazientare.
– Quale lavoro devono fare le persone LGBT e i loro amici mentre Dio crea questa nuova comunità?
Il Salmo 148 ci aiuta a ricordare che la nostra visione di comunità può facilmente essere troppo ristretta o troppo parziale. È facile, per esempio, limitare la comunità all’umanità e ignorare il resto della meravigliosa creazione di Dio. Questo, in un certo senso, è l’altro lato di Atti 11:1-18, in cui a Pietro viene detto di “ammazzare e mangiare” bestie, rettili e uccelli, perché la nuova comunità che si sta per creare deve essere composta di Giudei come di Gentili.
Si potrebbe andare più in là e fare la difficile domanda se la nuova comunità di Atti non finisca per cancellare gli importantissimi contrassegni etnici del popolo ebraico. Infatti molti studiosi del vangelo di Giovanni hanno suggerito che la nuova etica dell’amore di Giovanni 13:31-35 sia presentata e intesa da Giovanni come limitata a coloro che fanno parte della comunità giovannea.
– In che modo molte persone LGBT potrebbero cadere nella trappola della visione di una “nuova” comunità basata su una sola dimensione (come la sola inclusione della loro particolare comunità)?
Bisogna ponderare bene la questione perché le persone LGBT sono diverse fra loro per quanto riguarda altri fattori, come – per citare solo qualche esempio – l’origine etnica e l’estrazione sociale. Dovrebbe anche essere importante e utile ricordarci come le persone transgender abbiano lottato per essere pienamente accettate perfino da lesbiche, gay e bisessuali.
– Quali sono le caratteristiche di questa nuova comunità che Dio vuole gli LGBT immaginino oggi?
La nostra preghiera
Non abbiamo scelto di essere creati a tua immagine, Signore.
E non abbiamo scelto di essere connessi al resto della tua creazione,
gran parte della quale ci sembra molto poco somigliante a noi.
Eppure siamo parte l’uno dell’altro.
Nonostante tutte le cose
reali o immaginate
comprese o negate
riconosciute o ignorate
che cercano di separarci l’uno dall’altro.
Aiutaci a riconoscere e celebrare la parentela che abbiamo l’uno con l’altro
e con te, nostra Sorgente.
Amen
Testo originale: Easter to Pentecost Year C