La omosessualità o le omosessualità? Identità multiple
Testo tratto da Claude Besson*, Homosexuels catholiques, sortir de l’impasse, (Omosessuali cattolici, uscire dal vicolo cieco), Éditions de l’Atelier, Parigi, 2012, libera traduzione di Dino
Di cosa si parla quando si allude all’omosessualità? Anche se l’argomento progressivamente esce dal silenzio, la visione dell’omosessualità rimane, per la maggior parte dei nostri contemporanei, una visione semplicista. Come immaginare che esista soltanto un tipo di omosessualità e una sola precisa definizione dell’omosessualità? La maggior parte dei dizionari tuttavia sono chiari: “Attrazione emotiva e/o sessuale tra due persone dello stesso sesso”. Ma, come ci sono varie costituzioni eterosessuali, così non c’è un unico tipo di di costituzione omosessuale. Perciò sarebbe più giusto parlare “delle” omosessualità.
L’universo dell’omosessualità è tuttavia complesso. Molteplici fattori intervengono nell’orientamento sessuale, che in nessun caso è una scelta consapevole e deliberata.
Identità multiple
Oggi la costruzione della propria identità non sempre scorre come un lungo fiume tranquillo. Molte pubblicazioni sull’argomento fioriscono ogni anno sugli scaffali delle librerie. La nostra identità personale si presenta sotto varie sfaccettature. Tutti abbiamo constatato che, secondo le circostanze, possiamo presentarci come l’intellettuale di servizio, l’acculturata di tendenza, il dongiovanni, l’intrattenitore, il militante convinto…
Non è il caso di affrontare qui le diverse realtà a cui la parola identità viene applicata (oggi si parla di identità sociali, collettive, politiche, culturali, religiose, ecc.) nè di attardarci sulle tappe che attraversiamo per elaborare la nostra identità personale.
Ci accontenteremo di focalizzare due elementi essenziali riguardo alla questione dell’orientamento sessuale.
Il primo di essi vuole sottolineare che le strutture psicosessuali sono diverse nei vari individui. Alcune persone sono esclusivamente omosessuali, cioè i loro desideri, le loro pratiche sono sempre orientati verso le persone dello stesso sesso. Altri sono prevelentemente omosessuali. Talvolta succede loro di avere desideri eterosessuali e anche di passare all’atto. Anche la bisessualità è una realtà in alcune persone. D’altra parte potremmo verificare la stessa variabilità anche nelle persone eterosessuali.
La sessualità è complessa. La si può collocare tra meraviglia, vaghezza e mistero, sottolinea il filosofo Paul Ricoeur.
Il secondo elemento riguarda in primo luogo l’identità sociale. Infatti la persona eterosessuale si relaziona con gli altri secondo la sua specifica identità personale. Nei suoi interscambi famigliari, professionali, sociali, con i suoi comportamenti, l’uomo o la donna di fatto esprime il suo orientamento eterosessuale, senza assolutamente aver bisogno nè di affermarlo nè di negarlo. Essa si rivela come “naturale”, nel senso che la persona si sviluppa in una società globalmente eterosessuale. Il suo ruolo sociale, il suo sesso biologico e il suo orientamento sessuale sono coerenti, e costituiscono un’identità globalmente stabile.
Ovviamente non è così per la persona omosessuale. Se davanti ad alcuni colleghi d’ufficio talvolta essa può dimostrare apertamente il proprio orientamento, in molti casi simula un ruolo eterosessuale.. Può anche scegliere di non parlarne in famiglia e di non essere alla fine veramente se stessa se non con uno stretto numero di amici coi quali si sente in confidenza. Le testimonianze delle persone al riguardo sono eloquenti.
Lo sguardo degli altri è talvolta così opprimente che le persone omosessuali manifestano molteplici identità in funzione delle situazioni e degli individui che devono affrontare. Lo sguardo degli altri spesso è influenzato da ciò che si vorrebbe che l’altro sia. E’ così che André, sportivo e con un corpo ben proporzionato, gentile e attraente, mi racconta di essere sempre stato considerato un seduttore di ragazze, mentre è sempre stato esclusivamente omosessuale. Nessuno conosceva il suo orientamento sessuale, ma i suoi compagni non potevano immaginarlo che eterosessuale.
“Tu conosci tal dei tali. Hai notato com’è effeminato. E’ sicuramente omosessuale”. A quante conversazioni di questo genere abbiamo partecipato? Anche se oggi la visibilità dell’omosessualità ci mostra persone molto diverse nei loro aspetti e nei loro comportamenti, gli stereotipi soggettivi rimangono numerosi, forse inconsapevoli, comunque tenaci.
Alcuni uomini, ad esempio, possono essere effeminati e coltivano questa femminilità, mentre altri rispecchiano l’uomo virile e talvolta brutale. E’ lo stesso per le donne. Ma molto spesso le persone omosessuali, nel loro modo di presentarsi agli altri, non si distinguono in nessun modo dalle persone eterosessuali. La scoperta della loro omosessualità da parte degli intimi suscita spesso questa reazione: “Non può essere, non ci credo“.
Degli psicoterapeuti, dei sociologi, degli storici hanno abbondantemente sviscerato questa problematica dell’identità, ma lo scopo di questo libro è un altro. Questo rapido excursus vuole semplicemente evidenziare che, sia dal punto di vista della struttura psicosessuale che da quello della visibilità dell’identità sessuale, le identità sono molteplici e che sarebbe più giusto parlare sempre di omosessualità al plurale.
Tuttavia, per non appesantire il testo, manterremo il termine omosessualità al singolare, invitando però il lettore a non fare un uso riduttivo della nostra terminologia, pensando che esista un’unica forma di omosessualità, la cui origine sia chiaramente spiegata.
* Claude Besson è incaricato della pastorale scolastica presso la diocesi di Réseau La Salle (Francia). Ha curato diversi dibattiti in parrocchie e diocesi cattoliche francesi sul tema “dell’accoglienza delle persone omosessuali nella Chiesa Cattolica” e coordina il gruppo Reflexion et Partage di Nantes. E’ autore del libro “Homosexuels Catholiques – Sortir de l’Impasse” (Editions de l’Atelier, 2012)